APPUNTI DI TRADING

N. 81 – sa 22 giu 2024

 

Operazioni in essere : merc 22.5 comprato 1 JULY COTTON a 79 e ven 31.5 comperato il secondo JULY COTTON a 77, con roll over eseguito martedì 11.6 vendendo 2 july a 73.20 e comprando 2 december a 72,61 – a causa della inversione di volumi sulle due scadenze.

Entrambi i contratti acquistati mantengono stop loss a 70 – che è stato sfiorato lu 17.6 alle ore 15.40 italiane

Lu 17.6 comperato 1 AGO MICRO GOLD a 2330 , ora con stop loss 2290

GOLD AGOSTO 24

Ripropongo il testo della N. 80, con aggiornamenti.

Avevo scritto :

“GOLD CASH, dopo aver fatto le montagne russe :

2431 12 aprile

2277 3 maggio

2450 20 maggio

2287 segnato due volte, ven 7 e lu 10 giugno,
potrebbe trovare una base ( ricordo che 2287 dista poco dal minimo precedente di 2277 registrato il 3.5 in caduta violenta dal primo top di 2431 ) nella zona 2280.

Poiché questo Mercato si trova molto sopra la fascia 2146 – 2050 nella quale ritengo possibile acquistarlo con basso rischio, posso accettare un tentativo di acquisto a questo prezzo “alto” solo se sfiorasse i recenti minimi, inserendo uno stop loss molto contenuto.”

La Lettera ha comperato 1 AGO MICRO GOLD a 2330 , ora con stop loss a 2290

Segnalo che anche ve 21.6 la barra giornaliera è stata un outside di grande ampiezza ( top 2368 GOLD CASH, bottom 2316, meno 52 usd ), che quindi manda in perdita gli operatori che vanno in rottura.

Ciò potrebbe far uscire un elevata percentuale di operatori, evento che spesso prepara ad un movimento ampio.

Lo scopo è di arrivare nell’ area 2400 – 2450 GOLD CASH con un certo profitto per affrontare lo stop loss, che dovrà necessariamente essere piuttosto ampio, per una vendita in forza.

IMPORTANTE

La vendita andrebbe eseguita quando GOLD CASH fosse salito almeno a 2410 – 2430 ( + USD 12 circa per il future agosto ) quindi venderei almeno a 2420; se salisse così in alto, poco probabile, raggiunto almeno 2420, piazzerò l’ordine di vendita sotto il minimo di ogni giorno precedente, per non uscire dall’eventuale trend rialzista, prima che GOLD lo decida.

Scrissi inoltre :

“Spero per i lettori che possano ricordare che, quando ponevo enfasi sul valore grafico di una ( allora eventuale ) chiusura mensile sopra 1998 ed, in seguito, sulla rottura del livello di 2088, avevo ipotizzato che i due livelli di arrivo della attesa accelerazione potevano essere :

2200 livello ottenuto ruotando il range 1810 – 2000 circa intorno a 2000

2400 ottenuto ruotando il range 1616 – 2000 circa intorno a 2000

Pertanto, confortato dai top di 2431 e 2450 a tutti ben visibili, cerco ora di ottenere un utile in ipotesi di rialzo da 2300 circa per giungere nell’intervallo da 2400 a 2450 circa con la forza finanziaria e il coraggio necessari a piazzare una vendita con stop loss non troppo modesto.”

L’importanza dell’area 2431 – 2450 sta crescendo e un eventuale fallimento della rottura verso l’alto potrebbe far cambiare idea al Mercato, con una discesa anche di rilievo.

SILVER SETTEMBRE 24

Non ci sono novità, salvo che la barra di ve 20.6 è, ancora una volta, molto ampia e di forma “outside”, con conseguenti espulsioni dal Mercato nei due versi.

Segnalo che anche ve 21.6 la barra giornaliera è stata un outside di grande ampiezza ( top 30,85 SILVER CASH, bottom 29,47, meno 4,5 % ), che quindi manda in perdita gli operatori che vanno in rottura.

Ripropongo il testo della N. 80

“SILVER richiede pazienza, a costo di un lungo rinvio.

SILVER ha fatto un movimento al rialzo di 24,9 % dal 2 maggio ( 26,02 cash ) al 20 maggio ( 32,51 cash ), quindi in sole 12 sedute.

Ricordando che non ritengo prudente acquistare sopra la fascia da 25 a 23,50 – posso solo monitorare.

Si tratta di prezzi molto lontani, ma la recente discesa da 32,51 cash a 28,73 è avvenuta in pochi gg, dal 20.5 a giovedì 13.6 – l’altro ieri – ed essa corrisponde a ben 3,78 usd per oncia ; se la ruotiamo sul pivot 28,73 otteniamo 24,95 – che è l’inizio dell’area di acquisto.

Poco probabile, ma quando, meno di 30 gg orsono, SILVER CASH giunse a 32,51 – gli esperti iniziavano a pronosticare il ritorno del cambio GOLD / SILVER a 50
Siamo a 2348 / 29,62 = 79

Nessun commento.”

DOW JONES INDU CASH

Mentre NAS 100 prosegue la sua impennata, sostenuta veramente da pochi titoli, DOW JONES si muove in laterale senza avvicinare il top di 40077

Non ho segnali di tempo che sopperiscano alla stasi del prezzo, ma continuo a osservare la trend line crescente che passa per i minimi del 2024 :

37122 in gennaio

37611 in aprile

38001 in maggio

Sarà una operatività banale, ma più il tempo passa in un nulla di fatto, più una vendita alla rottura dei tre livelli mi interessa, dal punto di vista REWARD – RISK.

Restando ancòra attuale, ripropongo il paragrafo della precedente Lettera :

– Dal grafico settimanale si può ricavare che DOW JONES prosegue da ottobre 2022 ( casualmente questa Lettera esordì l’ormai lontano 1 ott 2022 ) il suo cammino intorno alla trend line toccata molte volte – evidenziate in giallo, con una unica forte discesa in ott 2023 a 32327, sfiorando nell’occasione l’altra trend line, costruita ben prima utilizzando la più importante frazione di Fibonacci; nessuno può negare che la trend line principale, da me tracciata oltre un anno fa, rappresenti la inclinazione di questo Mercato;
– Tale trend line si trova ora poco sotto 40000, sostanzialmente pari al top di marzo ( 39889 in corrispondenza del ciclo di 180 mesi dal marzo 2009, che fu inizio di un bull market figlio del denaro sottozero ben più che dell’incremento del GDP, vale a dire PIL Stati Uniti ) e vicino al nuovo top di 40077, dal quale è partita una caduta di 2076 punti in sole sette sedute, salvo poi invertire con violenza al rialzo da ve 31.5;
– Dal grafico giornaliero dal 1.1.2024 osservo che il minimo del 2024 è a 37122, molto avvicinato a marzo nella caduta dopo il ciclo di 180 mesi e che tale minimo di 37611 è stato sfiorato l’altro ieri a 38001, quindi abbiamo tra 37122 e 38001 tre minimi molto vicini che, nel caso oggi da nessuno creduto, una volta rotti, darebbero qualche brivido, quanto meno a chi fa analisi tecnica.

NASDAQ 100 CASH

NAS 100 ha registrato l’ennesimo nuovo top assoluto a 19980 e la rottura del top di marzo 18464 è ora pari al 8,2 % , quindi il top di marzo è stato sbriciolato.

Ricordo a tutti che NAS 100 è veloce, anche al ribasso.

Aggiungo che i MAGNIFICI 7 sembrano essere rimasti in 3.

COTTON DEC FUTURE

Il mio fornitore di dati purtroppo continua a scaricare i prezzi del contratto luglio, che è in consegna e quindi non è adatto al trading, ma solo a chi utilizza la materia prima. Tale grafico viene allegato alla Lettera, non disponendo di altro.

Il contratto dicembre 2024 già da lu 10.6 aveva volumi di scambio maggiori del luglio e per tale motivo avevo eseguito il roll over da contratto luglio a dicembre il successivo 11.6

Per fortuna non ho atteso.

Il contratto luglio è in caduta da allora, immagino per eccesso di offerta rispetto alla domanda di consegna.

Anche il contratto dic 2024 non è per cuori fragili……………………..

Lu 17.6 alle ore 15.40 è sceso fino a 70,01 ( sfiorando lo stop loss di 70 ) e poi è risalito, stancamente, per il resto della settimana.

Fortuna ? Certamente, salvo che apra una mattina in GAP DOWN del 5 -10 %; in tal caso sarebbe stato meglio avere COTTON già stoppato di giorno.

Resta il fatto che questo Mercato, che ho affrontato da circa due mesi per richiesta di un caro amico di sempre, oltre a non essere adatto al profilo di questa Lettera, appare carico di una negatività veramente profonda.

La discesa da 103,80 di fine feb 2024 è giunta a 70,01; una ecatombe.

Ricordo perché la fascia da 72 a 78 risulta per me di interesse.

Dal grafico mensile si può osservare che :

la metà in più di 48,35 è 72,525

tre quarti di 103,8 è 77,85

metà di 155,95 è 77,975

Una rilevante concentrazione di impulsi intorno ai prezzi registrati in maggio e giugno.

Nel frattempo COTTON è salito a 83,19 e poi sceso a 70,01.

Un ottovolante, in % e in dollari.

Pertanto la Lettera ora ha un contratto dic 24 al costo di (79 – 0,59 ) 78,41 e un contratto dic 24 a ( 77 – 0,59 ) 76,41

Entrambi in forte perdita in %.

Lo stop loss resta a 70 per entrambi i contratti.

Segnalo che nei prossimi gg vi è un segnale in base al quale COTTON è attratto dal prezzo di due terzi del top di 103,80 – vale a dire 69,20 che è sotto allo stop loss da tempo inserito.

Sarei quindi tentato di abbassare lo stop loss sotto il livello di 69,20 per lasciar trascorrere almeno la settimana 24 – 28 giugno, ma il principio di questa Lettera è che in posizioni al rialzo gli stop loss possono solamente essere spostati al rialzo ( ……………. …….solo al ribasso se la posizione è aperta al ribasso ) e così mi regolo.

Speriamo bene

Leonardo Bodini

 

 

 

 

 




SINDROME FRANCESE

La bufera che ha investito nell’ultima settimana i mercati finanziari europei, nonostante sia partita dal risultato elettorale francese, sembra aver colpito l’intera Eurozona e soprattutto l’Italia, che insieme alla Francia sta per ricevere la notifica ufficiale dell’apertura della procedura d’infrazione per eccesso d’indebitamento. Lo spread con i Bund tedeschi è risalito e il cambio dell’euro ne ha risentito. Ma soprattutto com’era prevedibile molti capitali hanno lasciato le sponde orientali dell’Atlantico per affluire a Wall Street.

 

TANTO LA BORSA DI NEW YORK QUANTO IL NASDAQ GUADAGNANO DALLA BAGARRE

LO SPREAD BTP-BUND A 10 ANNI

L’INCERTEZZA

A preoccupare in Europa non è tanto l’avanzata delle destre (che peraltro nulla sembra cambiare nella formazione della nuova Commissione Europea a Bruxelles) quanto piuttosto l’incertezza derivante dalle elezioni anticipate convocate da Macron. Questi si conferma il falco che è sempre stato: convocare elezioni anticipate significa lasciare che un eventuale governo di destra in Francia prenda corpo subito, cioè tre anni prima che debba rinnovarsi l’elezione del presidente della repubblica (il quale ha poteri molto più ampi di quelli italiani), così da azzopparlo e crocifiggerlo lasciando prendere a quest’ultimo le decisioni impopolari che sarebbero necessarie per contenere il disavanzo pubblico.

Non per niente lo spread tra il titolo di stato francese e quello tedesco è decollato:

E la borsa di Parigi è letteralmente crollata:

I mercati hanno subodorato l’azzardo, perché è probabile che in Francia un governo di destra in presenza di un presidente di sinistra non ne farà alcuna, portando così il paese ad una situazione difficilmente gestibile. Il che avrà indubbie ripercussioni in tutta l’Eurozona, dove anche la Germania ha visto avanzare non poco le forze dell’opposizione.

I CAPITALI FUGGONO

Dunque le maggiori economie europee potrebbero tutte peggiorare il loro indebitamento (anche a causa degli impegni al rafforzamento del proprio arsenale bellico appena presi con la NATO) e, giustamente, i mercati fanno due conti.

EUROPA CONTRO TUTTI

In realtà più o meno in contemporanea sono piovute molte brutte notizie come ad esempio l’annuncio di nuovi dazi sulle importazioni cinesi:

La NATO poi ha rincarato la dose in risposta alla proposta di pace della Russia, cosa che evidentemente fa temere un peggioramento della situazione geopolitica, già a sua volta aggravata dall’accentuarsi del conflitto di Israele al confine con il Libano, contro gli Hezbollah. Un’altro elemento di disordine globale è ovviamente la scelta di proseguire nell’intento di utilizzare le risorse sequestrate alla Russia per alimentare la guerra in Ucraina. Come si può vedere qui sotto dal grafico pubblicato dal Financial Times, lo scorso in Maggio l’Europa ha acquistato più gas dalla Russia che dagli U.S.A. (e da questo si può comprendere chi ha davvero un interesse a soffiare sul fuoco dello scontro…) :

Il risultato della congiuntura che si sta delineando è che l’Europa sta tra l’altro incrementando il rischio di essere coinvolta in una guerra ai suoi confini orientali, si trova a due passi dall’ennesima crisi tra Israele e Libano che può sfociare in un’altra guerra allargata all’intero Medio Oriente (con il rischio che la navigazione nel Mediterraneo possa divenire molto difficoltosa), vede dunque peggiorare le proprie prospettive economiche e al tempo stesso anche la sostenibilità dei debiti pubblici (con il conseguente rialzo dei rendimenti che annullerebbe il taglio recente della BCE). Non stupisce perciò il ribasso del cambio della valuta.

LA DE-DOLLARIZZAZIONE SCHIACCIA ANCHE L’EURO

Segnali di un distacco dell’intero Medio Oriente dalle politiche occidentali provengono peraltro anche dall’Arabia Saudita, che ha deciso di non rinnovare con gli U.S.A. l’accordo “Petrodollari” che le imponeva fino a ieri di scambiare le sue riserve petrolifere soltanto in Dollari americani. Non è difficile intuire che la manovra la porterà ad allontanarsi anche dall’Euro, troppo schiacciato dalle politiche atlantiste e più povero di rendimenti. Si teme pertanto che il prossimo passo di Riad sarà quello di favorire la risalita delle quotazioni del Petrolio, sino a ieri tenute schiacciate in vista delle prossime elezioni presidenziali U.S.A.

Insomma in pochi giorni una serie di nuvole nere si sono addensate sull’Europa e i mercati finanziari ne hanno preso atto facendo fluire molti capitali verso Oriente e verso gli Stati Uniti d’America. La quota dell’Euro nelle riserve di valuta estera era già scesa dal 21% al 20% nel 2023. I gestori delle riserve ufficiali delle altre banche centrali ne hanno ridotto la quota in euro per un importo di circa 100 miliardi, come conferma la Banca Centrale Europea lo scorso mercoledì. La sola Banca nazionale svizzera ha diminuito di 35 miliardi le sue riserve in euro.

LE RISERVE IN ORO HANNO SUPERATO QUELLE IN EURO

Ora con la bagarre politica e il taglio dei tassi della scorsa settimana da parte della Banca Centrale Europea l’attrattività della divisa unica continentale rischia di picchiare ulteriormente verso il basso, perché i tassi d’interesse sono più alti in molti altri paesi senza che siano migliori le prospettive economiche dell’Eurozona.

Si può dunque presumere che il deflusso dei capitali investiti in euro continuerà e che questo affliggerà anche le nostre borse valori. Da notare infatti il vistoso calo nei giorni scorsi dei titoli azionari che si erano rivalutati di più in Europa: quelli delle principali banche.

Anche la Banca Centrale Russa (che deteneva circa l’8% delle sue riserve in titoli denominati in euro, prima che fossero immobilizzate nel 2022) dopo le dichiarazioni del G7 Italia ha deciso di sospendere le contrattazioni di Euro e Dollaro alla propria borsa valori. Cosa che riduce ulteriormente la circolazione internazionale della divisa unica. Non per nulla il governatore della banca d’Italia Fabio Panetta ha dichiarato: “l’uso di una valuta come arma riduce inevitabilmente la sua attrattiva e incoraggia l’emergere di alternative”.

LA BRUSCA DISCESA DEI MAGGIORI TITOLI DELLA BORSA ITALIANA

Insomma la presa d’atto della svolta politica in Francia ha soltanto accelerato il declino del vecchio continente, il quale dovrebbe farsene in fretta una ragione invece di continuare a elargire capitali e armamenti come se potesse ancora permetterselo.

Ma la linea politica dei prossimi anni per la (dis)Unione Europea sembra viceversa voler marcare la continuità. Ciò a meno di ulteriori, pesanti stravolgimenti politici interni che tuttavia -nel breve termine almeno- non farebbero che favorire ulteriori fughe di capitali.

Un vero peccato per noialtri, pensando al fatto che -viceversa- nel resto del mondo la crescita economica sembra aver ripreso a correre!

CHI CI PUÒ GUADAGNARE

Gli unici comparti economici a casa nostra che potranno ottenerne un beneficio saranno dunque quelli legati alla produzione di armamenti e, indirettamente, quella parte di manifattura da esportazione che potrà meglio beneficiare della competitività derivante dalla svalutazione dell’Euro. Grossi problemi però potrebbero avere le aziende di minor dimensioni (che sono soprattutto italiane), qualora il deflusso di capitali oggi in corso arrivi a costringere le banche ad una forzosa riduzione dell’erogazione di credito.

Stefano di Tommaso




APPUNTI DI TRADING

N. 80 – sabato 15 giugno 2024

 

Operazioni in essere : merc 22.5 comprato 1 JULY COTTON a 79 e ven 31.5 comperato il secondo JULY COTTON a 77, con roll over eseguito martedì 11.6 vendendo 2 july a 73.20 e comprando 2 december a 72,61 – a causa della inversione di volumi sulle due scadenze.

Entrambi i contratti acquistati mantengono stop loss a 70

GOLD AGOSTO 24

GOLD CASH, dopo aver fatto le montagne russe :

2431 12 aprile

2277 3 maggio

2450 20 maggio

2287 segnato due volte, ven 7 e lu 10 giugno,

potrebbe trovare una base ( ricordo che 2287 dista poco dal minimo precedente di 2277 registrato il 3.5 in caduta violenta dal primo top di 2431 ) nella zona 2280.

Poiché questo Mercato si trova molto sopra la fascia 2146 – 2050 nella quale ritengo possibile acquistarlo con basso rischio, posso accettare un tentativo a questo prezzo “alto” se sfiorasse i recenti minimi, inserendo uno stop loss molto contenuto.

Pertanto, sin dal mattino di lu 17.6, inserirò i seguenti ordini :

compero 1 AGO MICRO GOLD a 2330 con stop loss a 2290

compero 1 AGO MICRO GOLD a 2310 con stop loss a 2290

Lo scopo è di arrivare nell’ area 2400 – 2450 GOLD CASH con un certo profitto per affrontare lo stop loss, che dovrà necessariamente essere piuttosto ampio, per una vendita in forza.

Spero per i lettori che possano ricordare che, quando ponevo enfasi sul valore grafico di una ( allora eventuale ) chiusura mensile sopra 1998 ed, in seguito, sulla rottura del livello di 2088, avevo ipotizzato che i due livelli di arrivo della attesa accelerazione potevano essere :

2200 livello ottenuto ruotando il range 1810 – 2000 circa intorno a 2000

2400 ottenuto ruotando il range 1616 – 2000 circa intorno a 2000

Pertanto, confortato dai top di 2431 e 2450 a tutti ben visibili, cerco ora di ottenere un utile in ipotesi di rialzo da 2300 circa per giungere nell’intervallo da 2400 a 2450 circa con la forza finanziaria e il coraggio necessari a piazzare una vendita con stop loss non troppo modesto.

Ricordo che GOLD dista circa 200 – 300 usd dall’area dove potrei iniziare gli acquisti ( 2146 – 2050 )

Troppi.

SILVER SETTEMBRE 24

Il future luglio si avvicina alla scadenza e ogni futura operazione sarà eseguita sul contratto settembre, che costa 31 centesimi più del luglio

SILVER richiede pazienza, a costo di un lungo rinvio.

SILVER ha fatto un movimento al rialzo di 24,9 % dal 2 maggio ( 26,02 cash ) al 20 maggio ( 32,51 cash ), quindi in sole 12 sedute.

Ricordando che non ritengo prudente acquistare sopra la fascia da 25 a 23,50 – posso solo monitorare.

Si tratta di prezzi molto lontani, ma la recente discesa da 32,51 cash a 28,73 è avvenuta in pochi gg, dal 20.5 a giovedì 13.6 – l’altro ieri – ed essa corrisponde a ben 3,78 usd per oncia ; se la ruotiamo sul pivot 28,73 otteniamo 24,95 – che è l’inizio dell’area di acquisto.

Poco probabile, ma quando, meno di 30 gg orsono, SILVER CASH giunse a 32,51 – gli esperti iniziavano a pronosticare il ritorno del cambio GOLD / SILVER a 50

Siamo a 2348 / 29,62 = 79

Nessun commento.

DOW JONES INDU CASH

Le due settimane che, da tempo, ritengo meritassero una attenzione maggiore si sono concluse con una spinta deludente che si è limitata a 1119 punti, da 38001 a 39120, mentre mi serviva avvicinare il più possibile il top storico di 40077 per una vendita in forza, con stop loss ridotto.

E’ mancato un 2 % in valore, pazienza.

Mi resta solo la vendita in rottura del minimo delle due settimane da lu 3.6 a ve 14.6 che corrisponde a 38247 DJ CASH, ma non mi convince.

Questo livello è troppo vicino a :

– 38001 – ultimo pivot di spinta
– 37611 – minimo di aprile , segnato dopo la caduta di tutti gli indici U.S.A., secondo me conseguente al ciclo di 180 mesi registrato in marzo 2024.

Diversamente da NAS 100, DOW JONES ha solo intaccato il top di marzo 2024 ( ciclo 180 mesi ) di 39889, registrando 40077, ma si tratta di 0,5 % , nulla al momento.

Ripropongo ancòra il paragrafo della precedente Lettera :

– Dal grafico settimanale si può ricavare che DOW JONES prosegue da ottobre 2022 ( casualmente questa Lettera esordì l’ormai lontano 1 ott 2022 ) il suo cammino intorno alla trend line toccata molte volte – evidenziate in giallo, con una unica forte discesa in ott 2023 a 32327, sfiorando nell’occasione l’altra trend line, costruita ben prima utilizzando la più importante frazione di Fibonacci; nessuno può negare che la trend line principale, da me tracciata oltre un anno fa, rappresenti la inclinazione di questo Mercato;
– Tale trend line si trova ora poco sotto 40000, sostanzialmente pari al top di marzo ( 39889 in corrispondenza del ciclo di 180 mesi dal marzo 2009, che fu inizio di un bull market figlio del denaro sottozero ben più che dell’incremento del GDP, vale a dire PIL Stati Uniti ) e vicino al nuovo top di 40077, dal quale è partita una caduta di 2076 punti in sole sette sedute, salvo poi invertire con violenza al rialzo da ve 31.5;
– Dal grafico giornaliero dal 1.1.2024 osservo che il minimo del 2024 è a 37122, molto avvicinato a marzo nella caduta dopo il ciclo di 180 mesi e che tale minimo di 37611 è stato sfiorato l’altro ieri a 38001, quindi abbiamo tra 37122 e 38001 tre minimi molto vicini che, nel caso oggi da nessuno creduto, una volta rotti, darebbero qualche brivido, quanto meno a chi fa analisi tecnica.

NASDAQ 100 CASH

NAS 100 ha registrato l’ennesimo nuovo top assoluto di 19664 e la rottura del top di marzo 18464 è ora pari al 6,5 % , quindi il top di marzo è stato sbriciolato.

Ricordo a tutti che NAS 100 è veloce, anche al ribasso.

COTTON DEC FUTURE

E’ sceso ad un nuovo minimo di 71,20 del contratto dic 2024 ( il contratto luglio 2024 che va in consegna è sceso fino a 70,84 ) registrando in giugno il prezzo che avrei preferito leggere in maggio, che aveva una discreta rilevanza ciclica.

Ricordo perché la fascia da 72 a 78 risulta per me di interesse.

Dal grafico mensile si può osservare che :

la metà in più di 48,35 è 72,525

tre quarti di 103,8 è 77,85

metà di 155,95 è 77,975

Una rilevante concentrazione di impulsi intorno ai prezzi registrati in maggio e giugno.

Nel frattempo COTTON è salito a 83,19 e poi sceso a 71,20.

Un ottovolante, in % e in dollari.

Lu 10.6 alla sera ho notato che il numero di scambi sul future dic 2024 ha superato quello di luglio 2024 e quindi mart 11.6 ho venduto i due contratti luglio a 73,20 per chiudere e comperato due contratti dicembre a 72,61.

“ Roll over ”.

Pertanto la Lettera ora ha un contratto dic 24 al costo di (79 – 0,59 ) 78,41 e un contratto dic 24 a ( 77 – 0,59 ) 76,41

Entrambi in forte perdita in %.

Lo stop loss resta a 70 per entrambi i contratti.

Osservazione su COTTON

Il Mercato è crollato da 103,80 a 71 circa e sta sfiorando l’unico livello ( 70,21 registrato a fine 2022 ) utile a piazzare uno stop loss.

Sotto questo prezzo non si vede nulla fino a 48,35 registrato in aprile 2020, nel pieno del COVID 19, che comportò un diffuso lock down, con conseguente blocco dei consumi ed eccesso di offerta di materie prime.

Certamente la eventuale rottura del livello 70 non farà agevolmente scendere COTTON a 48 (diversamente ci offrirebbe una vendita senza rischi ) ma lo stop loss, come sempre, va messo e deve essere eseguito anche nel caso che, dopo una notte difficile sui Mercati, venga “saltato” in gap down.

Leonardo Bodini

 

 

 

 




VERSO UNA NUOVA RIPRESA ?

È sempre più difficile comprendere l’attuale momento congiunturale: molti dati mostrano elementi contraddittorii e fattori geopolitici completamente nuovi come la spaccatura sempre più profonda tra Oriente e Occidente alimentano infinite minacce e grandi opportunità. Per questo motivo è sempre più difficile parlare di andamento dell’economia globale. Il commercio internazionale però non ha subìto un crollo e pertanto la competizione resta forte, mentre l’economia dei Paesi Emergenti prosegue la sua corsa sotto la spinta demografica, tecnologica e militare.

 

ALCUNE CONTRADDIZIONI:

  • le borse europee si ridimensionano ma Wall Street sale,
  • ci sono speranze che i tassi d’interesse possano scendere ma l’inflazione sembra rialzare la testa (nei servizi è risalita a maggio al 4,1%, dal 3,7% di aprile, mentre l’Eurosistema cioè la Bce in collaborazione con le banche centrali nazionali, ne ha alzato le stime per quest’anno -dal 2,3% al 2,5%- e per il prossimo -dal 2 al 2,2%- ),
  • i rendimenti dei titoli di stato e i tassi dei mutui ipotecari non scendono significativamente,
  • il prezzo del petrolio cala ma quello del gas sale,
  • le materie prime calano ma i metalli sono sempre più cari,
  • i consumi rallentano (i salari hanno recuperato solo in parte il potere d’acquisto perduto a causa del carovita) ma i profitti aziendali aumentano.

(i principali titoli azionari europei sembrano soffrire l’attuale congiuntura, soprattutto se paragonati alla performance di quelli americani sotto riportati)


Potremmo andare avanti ancora a lungo con queste apparenti contraddizioni: cosa sta succedendo? Siamo alle porte di una recessione e a una possibile svolta che porterà le borse ad un inesorabile declino oppure abbiamo appena imboccato un nuovo sentiero di crescita e stiamo per assistere all’ennesimo “rally” dei mercati?

IL BAROMETRO DI MORGAN

Si diceva che John Pierpoint Morgan dovesse la sua immancabile fortuna ad un barometro gelosamente custodito nel suo ufficio che invece di indicare la meteorologia anticipava le tendenze della Borsa.


Ovviamente è una leggenda metropolitana e un tale barometro non ce l’ha mai avuto nessuno né tantomeno in situazioni simili. Possiamo dunque soltanto permetterci di fare delle illazioni, non solo per le Borse, ma anche per riflettere sulle possibili conseguenze pratiche delle tendenze in corso.

IL “BLUFF” DELL’INFLAZIONE E LE SPERANZE DI UNA “VERA” RIPRESA

Ebbene dopo il lungo “bluff” dell’ultimo semestre relativamente alla crescita apparente del Prodotto Interno Lordo (P.I.L.) di molte delle economie occidentali, cioè cresciuti soltanto per le statistiche a causa del minor deflattore applicato alla crescita del P.I.L. rispetto a quanto sarebbe stato corretto (gli istituti di statistica sono stati abilissimi nel rilevare solo una piccola parte dell’inflazione dei prezzi) stavolta invece, all’alba di un’estate infervorata dalle numerosissime elezioni e dall’ansia del riarmo generalizzato, sembrerebbe che una “vera” ripresa economica possa essere alle porte.


Le ragioni di tale sviluppo potrebbero risiedere (il condizionale è d’obbligo in un momento così difficile da interpretare) nella riaccelerazione della spesa pubblica (dovuta non soltanto al riarmo in corso, ma anche ai numerosi incentivi che i governi occidentali elargiscono tanto per motivi elettorali quanti per alimentare la corsa verso lo sviluppo delle nuove tecnologie, in concorrenza con l’estremo Oriente per conservare il primato. Fuori dalle economie dell’OCSE tuttavia si trova la maggior quantità di risorse naturali del pianeta ed è questo il motivo per il quale l’Occidente sta spingendo così a fondo sulla supremazia tecnologica: per evitare di rimanere una forza residuale.

La grande liquidità oggi in circolazione è l’ovvia conseguenza dell’elevata spesa pubblica di gran parte delle principali nazioni e del supporto che le banche centrali assicurano per garantire un adeguato collocamento dei titoli pubblici in emissione: non soltanto per rimpiazzare quelli in scadenza, ma anche per finanziare i deficit di bilancio. Ovviamente i debiti pubblici fuori controllo dovrebbero preoccuparci, così come i tassi d’interesse che non scendono. Ma la liquidità in circolazione agisce come una droga per i mercati: li rende quasi inconsapevolmente euforici.


L’ECONOMIA GLOBALE È IN ESPANSIONE

Il risultato dal punto di vista della crescita economica globale è al momento tuttavia decisamente positivo. La banca centrale americana potrebbe rinviare ulteriormente il primo taglio dei tassi (fino a novembre o dicembre), come sembra dopo la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro Usa che mostrano una crescita. Anche la Banca Centrale Europea potrebbe essere più cauta in futuro perché l’economia continentale sembra iniziare a riprendersi.


Il mondo insomma sembra incamminarsi verso un nuovo periodo di crescita economica, con la speranza che quest’ultima non venga stroncata sul nascere dal dilagare dei conflitti armati, divenuti pericolosamente incontrollabili. Ovviamente questo pericolo limita l’ottimismo degli investitori incrementando la quota di capitali da questi mantenuta liquida, ma la volatilità delle borse si trova oramai ai minimi storici e i profitti delle grandi aziende quotate (e le più grandi sono anche le più tecnologiche) continuano a correre:

L’INDICE “VIX” DELLA VOLATILITÀ DI WALL STREET

Quali indicazioni se ne possono trarre per il prossimo futuro? Senza dubbio di grande incertezza per tutte le contraddizioni che abbiamo elencato, ma anche di speranza: se una nuova grande guerra non sconvolgerà l’Occidente la ripresa economica darà ulteriore impulso alle performances industriali, gli investimenti potranno beneficiare della liquidità disponibili e sinanco lo sforzo bellico potrebbe avere ricadute positive non soltanto per il comparto tecnologico, bensì per tutta l’industria.

L’ARBITRAGGIO

L’attesa è dunque per un allargamento dell’attenzione degli investitori verso i settori industriali più tradizionali, spesso divenuti un ottimo affare per la loro sottovalutazione oramai cronica. In America infatti l’indice di borsa delle piccole e medie imprese: il RUSSELL 2000 non ha affatto performato quanto l’indice principale: lo STANDARD & POOR 500, come si può leggere dal grafico qui riportato che ne evidenzia lo scostamento:


La differenza tra i due indici è giunta cioè ai massimi dal 2001 e oggi potrebbe anche riprendersi. Anche perché a ben guardare le famiglie europee detengono molte meno azioni di quelle americane, e nel tempo questo divario potrebbe colmarsi:


Anche i titoli di stato americani sembrano avere appena imboccato un piccolo ribasso dei rendimenti (e dunque una corrispondente risalita dei corsi), come si può vedere dal grafico qui riportato:


La situazione perciò, a dispetto del vecchio adagio “sell in may and sail away” sembra nel complesso volgere verso un miglioramento complessivo, seppur assai incerto e coperto dal grande rischio di un conflitto globale. Se peraltro i rendimenti dei bond “lunghi” dovessero seriamente imboccare una discesa, allora probabilmente anche le borse potrebbero beneficiarne, dal momento che i dividendi futuri attesi dei titoli quotati vengono attualizzati sulla base dei rendimenti a lungo termine.

LA MINACCIA DELL’INFLAZIONE

Ovviamente tutto questo sarà possibile soltanto se l’inflazione non dovesse ricominciare a correre, cosa invece possibile proprio a causa dei conflitti e della ripresa economica.


Difficile pertanto azzeccare delle previsioni in una situazione come questa, ma se c’è una ragione per la quale la borsa americana ha sopravanzato moltissimo quelle europee e se c’è una ragione altrettanto valida per la corsa dei titoli tecnologici, potrebbe anche succedere che le notizie positive supereranno quelle negative. Allora i mercati potrebbero tendere a compensare i divari, piuttosto che a cedere terreno rispetto ai massimi raggiunti. E la grande liquidità in circolazione potrebbe completare questa magia, dal momento che essa non sembra destinata a contrarsi. Il ritorno delle “meme stocks” potrebbe averne segnato l’avvio…

 

Stefano di Tommaso