APPUNTI DI TRADING

N. 84 – sabato 13 luglio 2024

 

Operazioni in essere : merc 22.5 comprato 1 JULY COTTON a 79 e ven 31.5 comperato il secondo JULY COTTON a 77, con roll over eseguito martedì 11.6 vendendo 2 july a 73.20 e comprando 2 december a 72,61 – a causa della inversione di volumi sulle due scadenze. Entrambi i contratti acquistati mantengono stop loss a 70

Lu 17.6 comperato 1 AGO MICRO GOLD a 2330 , ora con stop loss alzato a 2370

GOLD AGOSTO 24

GOLD ha trovato una base ( ricordo che 2287 dista poco dal minimo precedente di 2277 registrato il 3.5 in caduta violenta dal primo top di 2431 ) nella zona 2280

Gold ha sfiorato questi recenti minimi e la Lettera ha comperato 1 AGO MICRO GOLD a 2330 , ora con stop loss a 2370.

Perché non incassare sùbito un profitto di circa 70 punti ( x 10 usd = 700 usd ) ?

Voglio restare in questo movimento al rialzo più a lungo possibile, in quanto l’ipotesi di vedere una inversione al ribasso intorno a 2450 circa è solo una eventualità, mentre è oggettivo che :

– il livello di 2277 – 2287 è ora divenuto importante;
– GOLD CASH ha rotto il top del precedente mese di giugno e ciò significa forza;
– la settimana scorsa ha provato a scendere, ma solo di 45 usd da 2401 fut a 2356 fut, per poi invertire con violenza.

Ho calcolato un ciclo di tempo, constatando che scadeva gio 11.7, in cui GOLD CASH ha segnato un range ampio da 2371 fino al top di 2424; devo quindi osservare l’uscita da questo range ogni giorno.

Poiché la Lettera è settimanale, sin dal primo mattino di lu 15.7 alzerò lo stop loss a 2370 GOLD FUTURE AGO e provo ad accompagnare la salita fino a circa 2450 fut

Eventualmente giunto a tali prezzi, alzerò lo stop loss al minimo dei due gg precedenti ad ogni giorno.

Lo stop loss diviene quindi scorrevole , solo verso l’alto.

L’importanza dell’area 2431 – 2450 ( doppio massimo ) sta crescendo e un eventuale fallimento della rottura verso l’alto potrebbe far cambiare idea al Mercato, con una discesa anche di rilievo.

Aggiungo che mi farebbe piacere che GOLD CASH registrasse un doppio massimo intorno 2450 e poi scendesse, possibilmente rompendo 2277 cash.

Se ciò avvenisse, sarà un processo lungo. L’inflazione è calata, non è scomparsa.

SILVER SETTEMBRE 24

Prima di riproporre integralmente il testo precedente, ancòra attuale, segnalo che dai minimi di febbraio 2024, mentre GOLD è salito da 1984 a 2450 ( + 23,5 % ) SILVER è salito da 21,93 a 32,51 ( + 48,2 % )

Non appare acquistabile, salvo inserire uno stop loss sotto 28,57 – troppo ampio.

Avevo scritto :

“La salita verticale sopra 25,77 fino a 32,51 è stata ritracciata oltre la metà, giù fino a 28,57 La salita da 21,93 a 32,51 ( intero movimento ) è di usd 10,58 e il ritracciamento da 32,51 a 28,57 è del 37,2 %

Siamo in zona Fibonacci

Probabile una spinta in su e poi vediamo se SILVER è così cortese da scendere dove posso affrontare il rischio di acquisto.”

SILVER mi ha sentito e, da par suo, ha invertito al rialzo ed è salito con velocità pari ad un multiplo di GOLD.

Ricordo a tutti che SILVER sta a GOLD come NAS 100 sta a DOW JONES

Veloci a salire, quanto a scendere………..

Anticipo ai lettori che vi sono segnali temporali di possibile inversione tra lu 22 luglio e venerdì 2 agosto, con impulsi in area 32,50 – 33.

Si tratterebbe di un doppio massimo, troppo “alto” per i miei gusti, poco agevole per mettersi al ribasso. Mi servirebbe un doppio top calante, ben sotto 32,51.

DOW JONES INDU CASH

Avevo scritto :
“La ridotta ampiezza del range della W 90 del 1 – 5 luglio ( 39037 – 39438 inside settimanale pari ad un modesto uno per cento ) mi consentirebbe una operazione a basso rischio solo se da lu 8.7 DOW JONES rompesse prima 39438 cash e poi generasse un outside sulla W 90 rompendo 39037.

Potrei in tal caso aprire uno short con stop loss sopra il top che avrà segnato ( oggi non conosciuto ), possibilmente contenuto.

Operazione da gestire giorno per giorno, impraticabile per questa Lettera settimanale.

Se, prima dell’eventuale rottura di 39000, DJ CASH non sarà salito troppo oltre 39438, certamente cercherò la vendita al generarsi di outside.”

DOW JONES invece ha trovato grande forza ed è salito ad un nuovo top assoluto a 40257, molto lontano dal minimo della W 90 di 39037, rendendo molto costoso ( stop loss di almeno 40257 – 39037 = 1220 pari al 4 per cento ) effettuare una vendita in una poco probabile inversione.

Segnalo che DOW CASH nella W 91 ( una settimana di ritardo ) ha infine raggiunto la trend line che parte da ott. 2022 a 28660.

Se deve rovinare i risparmiatori, dovrebbe nelle prossime settimane rompere il minimo della W 90 ( 39037 ) e generare una delusione collettiva.

Se la rottura di 39037 si verificasse, l’obiettivo della discesa diverrebbe ambizioso, non escludendo di tornare al top del luglio 2023 intorno a 36000.

NASDAQ 100 CASH

NAS 100 ha registrato l’ennesimo nuovo top assoluto a 20691

Dalla fine di aprile, in meno di tre mesi è salito del 22 % da 16973 a 20691

Gestibile ?

Difficilmente e solo con stop loss troppo ampi per il profilo conservativo di questa Lettera.

Cercherò il modo, ugualmente.

Segnalo che il top di marzo 2024 a 18464 è talmente lontano che da ora in poi si candida a supporto sempre più importante.

NAS 100, dopo sei settimane consecutive di massimi crescenti, non è acquistabile.

A venderlo, nemmeno ci penso, ma non per i presupposti di rialzo che ravvisavo nei metalli preziosi in gennaio – febbraio 2024.

Non si può vendere perché i flussi mondiali di denaro vanno in una percentuale elevata su 5 – 6 titoli del NAS 100 che quindi si impennano, apparentemente, all’infinito; non si va contro le onde del mare e nemmeno contro vento.

COTTON DEC FUTURE

Il mio fornitore di dati finalmente da ve 5.7 scarica i prezzi del contratto dicembre, quindi il grafico che viene allegato alla Lettera ritorna attendibile solo da ve 5.7, dopo circa un mese di dati viziati.

Ho cancellato con righe rosse sul grafico i dati non rilevanti in quanto riferiti al contratto luglio che era in consegna e contratto ottobre che non ha mai scambiato volumi veri.

COTTON si è quasi fermato, evidentemente deve decidere.

La settimana 8 – 12 luglio è caratterizzata da uno dei range più contenuti che si siano visti su questo Mercato.

Una eventuale rottura al rialzo del top di 71,96 della settimana 8 – 12 luglio andrebbe seguita con un acquisto, da raddoppiare sopra 75,84 – top della settimana in cui avevo calcolato un segnale di tempo.

Ma devo ricordare che la Lettera è già al rialzo con un contratto dic 24 al costo di (79 – 0,59 ) 78,41 e un contratto dic 24 a ( 77 – 0,59 ) 76,41

Entrambi in forte perdita in % se venisse centrato lo stop loss che resta a 70 per entrambi i contratti.

Lo stop loss è stato nuovamente sfiorato a 70,21 merc 10.7 e a 70,38 ieri ve 12.7

Sembra che COTTON voglia stancare.

Il caro amico, che da mesi ha una rilevante posizione al rialzo, è già stanco da un po’.

Ha tutta la mia comprensione.

 

Leonardo Bodini




COME SARÀ IL 2°SEMESTRE ?

Il semestre che è appena terminato ha regalato all’Europa una parvenza di ripresa economica e l’ennesimo record dei listini di borsa. Ma come sarà quello che è iniziato ? Molte previsioni sono state smentite e molti pronostici elettorali sono stati beffati. Sarà così anche per il resto dell’anno? L’Europa appare in politicamente in subbuglio e la campagna elettorale americana divide la nazione. La Russia appare sempre più vicina alla Cina e insieme questi due paesi sono sempre più presenti in Africa. Anche l’India prende le distanze dall’Occidente mentre si consolida la prospettiva di un nutrito numero di paesi pronti a fare un fronte alternativo all’ordine mondiale imposto dagli anglosassoni. L’economia ovviamente non è immune da questi profondi cambiamenti e, almeno in Occidente, appare sempre più finanziarizzata. Il che non lascia dormire sonni tranquilli perché l’ultima volta che era successa una cosa simile è poi arrivata la grande crisi di fiducia del 2008…


SODDISFAZIONI E DELUSIONI DEL 2024

L’anno 2024 (non a caso bisestile) si avvia a registrare una serie di anomalie, eccezionalità e imprevedibilità come non se ne vedevano da qualche tempo. Il suo primo semestre è riuscito a stupire tutti gli osservatori economici per il notevole numero di eventi inattesi: dalla guerra in Medio Oriente al rialzo dei tassi d’interesse, all’esplosione della liquidità dei mercati (nonostante il “tapering”) e alle grandi performances delle “magnifiche sette” della borsa americana sulla scia degli sviluppi dell’intelligenza artificiale, fino alla sonora sconfitta della NATO in Ucraina, al rialzo del prezzo del petrolio e altre materie prime, nonché alla caduta nel dimenticatoio di buona parte delle politiche che dovevano condurci alla grande transizione verde, un fenomeno che fino all’altro ieri riempiva la bocca di chiunque.


Il secondo semestre si preannuncia parimenti quantomeno non scontato, se non addirittura imprevedibile: restano incognite le conseguenze possibili delle recenti e prossime tornate elettorali, e risulta conseguentemente imprevedibile la sostenibilità delle grandi manovre di spesa pubblica annunciate dalle sinistre, promettenti ma difficili da finanziare, che saranno inevitabilmente accompagnate da altrettanto imprevedibili manovre delle banche centrali, le quali da un lato sono ancora alle prese con i residui dell’inflazione ma dall’altro lato restano decisamente preoccupate di poter garantire la stabilità del sistema finanziario e la sostenibilità dei debiti pubblici (due esigenze assai contrastanti tra loro).

LA SPESA PUBBLICA SARÀ SOSTENIBILE?

Proprio i temi sostenibilità (da quella ambientale a quella finanziaria, sino a quella sociale) potrebbero divenire dunque gli argomenti più controversi del semestre appena iniziato. La vittoria delle sinistre in Inghilterra e Francia (che peraltro contrasta con gli ottimi risultati della destra in Italia e Germania registrate alle recenti votazioni per il parlamento europeo) significa quasi soltanto una cosa: l’importanza basilare delle politiche di “welfare” (assistenza sociale) per una larga fetta delle fasce meno benestanti della popolazione, scontente del progressivo impoverimento che la svalutazione monetaria ha provocato loro.

E dove troveranno i governi le risorse aggiuntive per poter sostenere le nuove politiche di assistenza sociale? Almeno in Europa la risposta è quasi scontata: nel collocamento di ulteriori titoli rappresentativi dei debiti pubblici, ovviamente, che sarà possibile collocare sui mercati soltanto grazie ai supporti che verranno forniti loro dalle banche centrali. E quasi altrettanto certamente l’ulteriore indebitamento sarà piazzato soltanto a fronte di adeguati tassi d’interesse, ben al di sopra dunque dell’inflazione ufficialmente rilevata.

TASSI D‘INTERESSE ANCORA ELEVATI

Una dinamica che sosterrà i livelli dei tassi d’interesse “reali” (cioè quelli al netto dell’inflazione), i quali però toglieranno di fatto risorse all’industria -cioè all’economia reale- per regalarle alla finanza -cioè all’economia di carta-. L’Europa insomma -anche a causa di ciò- rischia di non risollevarsi tanto preso dal torpore economico che la affligge.

Se dunque è probabile da un lato che -inflazione permettendo- i tassi d’interesse praticati dalle banche centrali dovrebbero finalmente scendere nel secondo semestre del 2024, è altrettanto probabile che non potranno (o quasi) scendere invece i tassi d’interesse a medio e lungo termine che verranno riconosciuti ai sottoscrittori della grande mole di titoli di stato che l’intero Occidente si appresta ad aggiungere al totale del debito già esistente.

ANDAMENTO DEL TASSO D’INTERESSE BTP 10Y ITALIA

L’alternativa a tassi ancora più elevati dei titoli di stato non sarebbe migliore: essa vedrebbe costrette le banche centrali ad assorbire nei propri bilanci i titoli di stato non sottoscritti dai privati, ampliando di conseguenza l’offerta di moneta e ponendo le basi per una prosecuzione indefinita dell’inflazione dei prezzi.

L’INFLAZIONE SEMBRA CALARE MA LE SUE DETERMINANTI NO

Anche la sostenibilità dell’inflazione sarà con ogni probabilità un tema che rischia di tornare d’attualità, e non soltanto a causa del fatto che le banche centrali devono riuscire ad assicurare sufficiente ossigeno alle banche di credito ordinario. Una liquidità che sino ad oggi ha sostenuto le borse valori e i mercati finanziari in generale e che però ha anche alimentato la corsa dei prezzi dei metalli preziosi e di numerose altre “commodities” (alimentari e non). Il focus sull’inflazione rischia di spostarsi -nei prossimi mesi- soprattutto sui prezzi dell’energia, a partire da quelli di petrolio e gas, i quali mostrano dinamiche al rialzo.


Il petrolio per il momento è risalito sino quasi alla soglia psicologica dei 90 Dollari al barile (per attestarsi al momento poco sotto: a 84 Dollari). Il prezzo del gas è riuscito sino ad oggi a rimanere su livelli accettabili innanzitutto a causa dell’importante stoccaggio operato dai governi europei e poi anche in funzione del fatto che per il momento l’eccedenza generalizzata di sua estrazione in Russia, aggirando blocchi e sanzioni, in qualche modo è potuta arrivare ugualmente in Europa. Ma la situazione rischia di peggiorare con l’arrivo della stagione invernale e con l’insistenza da parte americana del rispetto delle sanzioni commerciali, che peraltro permetterebbe agli esportatori di oltreoceano di piazzare in Europa un maggior numero di navi gasiere.

Le tensioni sul fronte dei prezzi energetici sono dunque destinate a ripercuotersi (almeno in parte) sui costi di produzione industriale, così come quelli sul fronte delle derrate alimentari non potranno non avere conseguenze sui prezzi dei generi alimentari. Due elementi che lasciano pensare che dovremo convivere ancora a lungo con la “coda” dell’inflazione dei prezzi che pensavamo di aver definitivamente sconfitto. Senza poi considerare il fatto che è tutta da dimostrare la sostenibilità del permanere nel tempo di un elevato livello dei tassi d’interesse ”reali”, senza che questi arrivino a danneggiare seriamente lo sviluppo economico.


In America le nuove tecnologie sino ad oggi hanno operato in senso opposto, calmierando dunque l’inflazione dei prezzi e alimentando a sufficienza l’inseguimento dei prezzi al consumo da parte dei salari, mentre nel vecchio continente ciò non è successo, e non è un caso che siano di conseguenza tornati d’attualità sussidi e sostegni pubblici alle classi meno agiate. E i dazi europei alle importazioni dall’estremo oriente potranno di conseguenza soltanto accentuare il disagio alla popolazione che proviene dal mancato adeguamento dei salari al maggior costo della vita. Il divario dell’andamento delle economie tra le due sponde dell’Atlantico sembra perciò destinato ad accrescersi invece che a ridursi.

LA LIQUIDITÀ SOSTIENE LE BORSE

La stessa dinamica ha peraltro riguardato le borse valori: forte sino ad oggi è stata la divergenza tra l’andamento delle grandi multinazionali della tecnologia (le quali hanno sostenuto tutto il listino di Wall Street) e l’andamento delle borse europee. E forte rischia di rimanere anche nel prossimo futuro, a meno che la Banca Centrale Europea non arrivi a inondare l’euro-zona di grande liquidità, cosa che evidentemente darebbe molto spazio alla risalita dei valori azionari.

Facile dunque scommettere, ancora una volta, sul buon andamento delle borse valori a causa dell’importante liquidità che presumibilmente continuerà ad esserci. Ma questo è valido quasi soltanto per il prossimo futuro. Difficile invece fare previsioni per i mesi autunnali o invernali, le cui dinamiche dipenderanno parecchio ancora una volta dall’attutirsi (o meno) delle tensioni geopolitiche. Su cui risulta praticamente impossibile fare previsioni.

Stefano di Tommaso




APPUNTI DI TRADING

N. 83 – sabato 6 luglio 2024

 

Operazioni in essere : merc 22.5 comprato 1 JULY COTTON a 79 e ven 31.5 comperato il secondo JULY COTTON a 77, con roll over eseguito martedì 11.6 vendendo 2 july a 73.20 e comprando 2 december a 72,61 – a causa della inversione di volumi sulle due scadenze. Entrambi i contratti acquistati mantengono stop loss a 70

Lu 17.6 comperato 1 AGO MICRO GOLD a 2330 , ora con stop loss 2330, vale a dire in pari.

GOLD AGOSTO 24

Ripropongo il testo della N. 80, con aggiornamenti.

Avevo scritto :

“GOLD CASH, dopo aver fatto le montagne russe :

2431 12 aprile

2277 3 maggio

2450 20 maggio

2287 segnato due volte, ven 7 e lu 10 giugno,

potrebbe trovare una base ( ricordo che 2287 dista poco dal minimo precedente di 2277 registrato il 3.5 in caduta violenta dal primo top di 2431 ) nella zona 2280………………….”

Gold ha sfiorato questi recenti minimi e la Lettera ha comperato 1 AGO MICRO GOLD a 2330 , ora con stop loss esattamente al prezzo di ingresso.

Perché non incassare sùbito un profitto di circa 70 punti ( x 10 usd = 700 usd ) ? Voglio restare in questo movimento al rialzo più a lungo possibile, in quanto l’ipotesi di vedere una inversione al ribasso intorno a 2450 circa è solo una eventualità, mentre è oggettivo che :

– il livello di 2277 – 2287 è ora divenuto piuttosto importante,
– GOLD CASH ha rotto il top del precedente mese di giugno e ciò significa forza;
– il range di settimana scorsa è tutto al rialzo ( anche se dal top giornaliero precedente a ieri ve 5.7 sono già trascorsi 10 gg, ….. non pochi; infatti osserverete facilmente che le distanze tra i top di GOLD sul giornaliero difficilmente distano oltre 10 – 12 gg, quanto meno negli ultimi mesi )

Lo scopo è di arrivare nell’ area 2430 – 2450 GOLD CASH con un certo profitto per affrontare lo stop loss, che dovrà necessariamente essere piuttosto ampio, per una vendita in forza.

IMPORTANTE

La vendita andrebbe eseguita quando GOLD CASH fosse salito almeno a 2430 ( + USD 6 circa per il future agosto ); raggiunto quindi almeno 2430, piazzerò l’ordine di vendita sotto il minimo di ogni giorno precedente, per non uscire dall’eventuale trend rialzista, prima che GOLD lo decida.

L’importanza dell’area 2431 – 2450 ( doppio massimo ) sta crescendo e un eventuale fallimento della rottura verso l’alto potrebbe far cambiare idea al Mercato, con una discesa anche di rilievo.

Aggiungo che mi farebbe piacere che GOLD CASH registrasse un doppio massimo intorno 2450 e poi scendesse, possibilmente rompendo 2277 cash.

Se ciò avvenisse, sarà un processo lungo. L’inflazione è calata, non è scomparsa.

SILVER SETTEMBRE 24

Avevo scritto :

“La salita verticale sopra 25,77 fino a 32,51 è stata ritracciata oltre la metà, giù fino a 28,57 La salita da 21,93 a 32,51 ( intero movimento ) è di usd 10,58 e il ritracciamento da 32,51 a 28,57 è del 37,2 %

Siamo in zona Fibonacci

Probabile una spinta in su e poi vediamo se SILVER è così cortese da scendere dove posso affrontare il rischio di acquisto.”

SILVER mi ha sentito e, da par suo, ha invertito al rialzo ed è salito con velocità pari ad un multiplo di GOLD.

Ricordo a tutti che SILVER sta a GOLD come NAS 100 sta a DOW JONES

Veloci a salire, quanto a scendere………..

Anticipo ai lettori che vi sono segnali temporali di possibile inversione tra lu 22 luglio e venerdì 2 agosto, con impulsi in area 32,50 – 33.

Si tratterebbe di un doppio massimo, troppo “alto” per i miei gusti, poco agevole per mettersi al ribasso. Mi servirebbe un doppio top calante, ben sotto 32,51.

Ma forse potrei, ancora una volta, essere fortunato poiché, come GOLD, anche SILVER dista già 10 sedute dal top giornaliero precedente.

Quindi GOLD e SILVER potrebbero fare una discesa di 3 – 4 gg e poi spingere in alto fino a quanto piacerà loro.

DOW JONES INDU CASH

Avevo scritto :

“Mentre NAS 100 prosegue la sua salita, sostenuta veramente da pochi titoli, DOW JONES si muove in laterale senza avvicinare il top di 40077

Finalmente ho un segnale di tempo.

La settimana 1 – 5 luglio sarà la 90 esima dal minimo di ottobre 2022, pivot certamente di rilievo.

Venderei abbastanza volentieri intorno a 40000, top storico registrato in maggio, cinque settimane orsono.

Servirebbe una salita poco oltre il 2 %, niente di chè.

Ma i Mercati devono rendere dura la vita, soprattutto se preparano un movimento ampio.

Prima devono liberarsi dei passeggeri, poi il treno parte, con lievità. “

La 90 esima settimana è appena trascorsa, ma DOW JONES sembra addormentato, mentre NAS 100 è già 2000 punti ( + 11 %) oltre il top di marzo 2024, ciclo importante, che è stato sentito dal DJ, ma sbriciolato da NAS 100, con 5 titoli su 100 che, quasi da soli, gareggiano in salita e portano lo zaino degli altri 95.

Nuova economia ?

Nuovo paradigma ?

Vedremo.

La ridotta ampiezza del range della W 90 ( 39037 – 39438 inside settimanale pari ad un modesto uno per cento ) mi consentirebbe una operazione a basso rischio solo se da lu 8.7 DOW JONES rompesse prima 39438 cash e poi generasse un outside sulla W 90 rompendo 39037.

Potrei in tal caso aprire uno short con stop loss sopra il top che avrà segnato ( oggi non conosciuto ), possibilmente contenuto.

Operazione da gestire giorno per giorno, impraticabile per questa Lettera settimanale.

Se, prima dell’eventuale rottura di 39000, DJ CASH non sarà salito troppo oltre 39438, certamente cercherò la vendita al generarsi di outside.

NASDAQ 100 CASH

NAS 100 ha registrato l’ennesimo nuovo top assoluto a 20407 disegnando una candela tutta al rialzo………………………dopo aver registrato nella settimana 24 – 28 giugno un outside rialzista settimanale , rompendo prima al ribasso fino a 19472 NAS 100 CASH, per poi salire a 20017 fino a ve 28.6

Non pago, sempre ve 28.6, dopo aver segnato il nuovo top storico, NAS 100 CASH aveva tracciato un outside giornaliero ribassista da 20017 a 19665.

Vale a dire : butto fuori tutti, al rialzo e al ribasso, su base settimanale e poi giornaliera.

Gestibile ?

Difficilmente e solo con stop loss di almeno il 4 – 5 %; di certo 800 – 1000 punti sono troppi per il profilo conservativo di questa Lettera.

Cercherò il modo, ugualmente.

Mi dicono gli amici che i MAGNIFICI 7 sembrano essere rimasti non in 3 (NVIDIA, GOOGLE, MICROSOFT ) , ma in 5, quindi devo aggiungere APPLE e META.

Quindi sarebbero solo 95 e non 97 i titoli che dormono………..

Sempre tanti per un indice di 100.

COTTON DEC FUTURE

Il mio fornitore di dati finalmente si è svegliato e da ve 5.7 scarica i prezzi del contratto dicembre, che registra circa 20 – 25.000 scambi al giorno; risulta evidente perché questa Lettera lo utilizza.

Quindi il grafico che viene allegato alla Lettera ritorna attendibile solo da ve 5.7, dopo circa un mese di dati viziati.

Resta il fatto che questo Mercato, che ho affrontato da circa due mesi per richiesta di un caro amico di sempre, oltre a non essere adatto al profilo di questa Lettera, appare carico di una negatività veramente profonda.

La discesa da 103,80 di fine feb 2024 è giunta a 70,01; una ecatombe.

Un ottovolante, in % e in dollari.

Pertanto la Lettera ora ha un contratto dic 24 al costo di (79 – 0,59 ) 78,41 e un contratto dic 24 a ( 77 – 0,59 ) 76,41

Entrambi in forte perdita in %.

Lo stop loss resta a 70 per entrambi i contratti.

Segnalo che diventerei leggermente più confidente se il livello di 73,75 della settimana 1 – 5 luglio venisse rotto al rialzo, rottura da confermare sopra 75,84 – top della settimana in cui avevo calcolato un segnale di tempo.

Sembra velleitario ipotizzare una inversione di questo zombie, dopo la forte debolezza delle sedute recenti, ma ricordiamoci che il trend settimanale è in discesa da 103,80 e quello mensile è in discesa da 155,95

COTTON appare veramente vivere i SALDI ESTIVI ……………

 

Leonardo Bodini

 

 




IL TRIONFO DELLE BIG TECH

I mercati finanziari stanno vivendo una sorta di dorato crepuscolo, una situazione quasi surreale che potremmo facilmente scambiare per un’aurora, nel quale tuttavia a fare affari d’oro sono state sino ad quasi soltanto le imprese più tecnologiche, le multinazionali degli armamenti, le banche e le assicurazioni. L’intelligenza artificiale sta dunque sortendo l’effetto di polarizzare il mondo: da un lato le imprese che potranno beneficiarne massicciamente e dall’altro tutte le altre.

 

L’AMERICA CORRE IL RESTO DELL’OCCIDENTE NO

Dal punto di vista geografico l’Europa arranca e si non si unifica, l’Asia tende ad allontanarsi sempre più dal vecchio sistema di potere anglosassone e l’America del nord continua a guadagnare più di tutti. In questo periodo infatti ”gli USA sono l’unica economia del G20 a registrare una crescita che eccede i livelli pre-pandemici” (sono parole pronunciate lo scorso 27 Giugno da Kristalina Georgieva, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale). Indubbiamente i grandi investimenti nelle innovazioni hanno fatto la differenza!

Gli USA sono tuttavia anche l’unica tra le grandi economie del pianeta a mantenere il livello dei tassi d’interesse (attualmente al 5,25%-5,50%) ben al di sopra dell’inflazione dei prezzi (oggi al 2,5-2,6%). Questo divario (i c.d. tassi d’interesse “reali”) di quasi 3 punti percentuali ha scopi sin troppo evidenti: formalmente tenere a bada un’inflazione “appiccicosa” cioè che non scende facilmente, ma anche e soprattutto quello di attrarre capitali dal resto del mondo per finanziare il deficit strutturale della bilancia dei pagamenti e aiutare il Tesoro americano a collocare quella montagna di titoli di stato che serve a finanziare il deficit federale crescente.

Gli USA sono anche la patria delle più grandi multinazionali al mondo e delle imprese con le tecnologie più avanzate, due caratteristiche essenziali per poter beneficiare e fare lauti profitti dalla bonanza derivante dall’impiego dell’intelligenza artificiale.

I GIGANTI TECNOLOGICI CONTROLLANO TUTTO

Quei giganti della tecnologia sono anche i nuovi padroni del mondo occidentale e i principali a condizionare pesantemente l’economia, la finanza e sinanco le la politica. Non c’è da stupirsi se poi in borsa sono gli unici titoli che continuano a correre, favoriti peraltro dalla grande liquidità che caratterizza i mercati finanziari d’oltreoceano.

Nonostante i continui record accumulati dai mercati borsistici gli investitori non mollano e continuano a scommettere sulle magnifiche “sette sorelle” (una volta erano chiamate così le grandi compagnie petrolifere, oggi invece sono le c.d. “Big Tech”)perché essi sanno benissimo che, ancora per un po’, i profitti li fanno e li faranno quasi soltanto queste ultime.

Le stesse Big Tech forniscono ai militari le tecnologie di ultima generazione, mandano in orbita satelliti che controllano ogni cosa e vendono alle pubbliche amministrazioni i software capaci di organizzarle. Insieme a loro sono schierate le grandi banche d’affari e i grandi fondi d’investimento, che si estendono in buona parte del mondo condizionando i mercati finanziari e le valutazioni di borsa.

Molti poi sospettano che le medesime tengano anche libro paga i grandi burocrati del pianeta, tra i quali anche numerosi banchieri centrali. Questi ultimi continuano a gridare “al lupo, al lupo!” per l’inflazione, ma aprono i cordoni della borsa per monetizzare i debiti pubblici, propagando di fatto un Quantitative Easing che doveva invece essere un Tapering.

SUPERVALUTAZIONI? QUANTO VALE IL POTERE DELLE BIG TECH ?

Le valutazioni delle Big Tech sono sì sempre più folli, ma, visto che oramai condizionano anche le istituzioni finanziarie, occorre chiedersi: quanto vale il loro potere? A ben vedere, esso è proprio ciò che esprimono trasformandolo in lauti e crescenti profitti. Non stupisce perciò che siano cresciute assai poco le quotazioni di quasi tutte le altre grandi imprese dell’indice Standar&Poor 500 (se si escludono quelle delle “Magnifiche Sette”) nonché quelle delle altre principali borse valori.

Ci si è a lungo chiesti se la fantastica stagione borsistica appena conclusa avrebbe alla lunga determinato un maggior appetito degli investitori per le altre 493 imprese dell’indice S&P500. Cioè delle altre grandi imprese escludendo le ”Big Tech”. Ma non è successo. E rischia di non accadere ancora per un bel po’.

IL MONDO SI POLARIZZA

I motivi sono numerosi. Eccone alcuni:

  • Innanzitutto i tassi non accennano a scendere, dunque il costo del denaro resta elevato e scoraggia le imprese che producono meno “cassa” dall’investimenti che potrebbero permettere la loro crescita
  • poi la “ripresa selettiva” che il mondo sta vivendo non premia molto i titoli petroliferi ed energetici, nè le cosiddette “Big Pharma” e nemmeno le banche
  • Infine il “Green Deal” sembra oramai agli sgoccioli a ragione del fatto che gli incentivi pubblici per sostenerlo non possono essere troppo generosi.

I timori peraltro di nuovi conflitti bellici alimentano la paura di altri rincari delle materie prime (tra le quali quelle “energetiche”). Si tratta di un rischio concreto che potrebbe far rialzare la testa all’inflazione. Anche per questo i tassi d’interesse restano elevati, premiando le imprese più capitalizzate e penalizzando quelle indebitate. I titoli di stato fanno sempre più fatica a trovare compratori e dunque devono tenere elevati i tassi d’interesse a lungo termine, che poi sono quelli che determinano la valutazione di tutte le “altre” imprese.

LA FINANZA ”SUCCHIA” I PROFITTI INDUSTRIALI

Una situazione ideale per alimentare i profitti anche nel settore finanziario, nonché possibili squilibri sul mercato valutario : nel prossimo futuro il dollaro americano non potrà che continuare ad apprezzarsi, impedendo di fatto al resto del mondo di abbassare i tassi d’interesse. I quali a loro volta “succhiano” risorse al mondo produttivo.

Anche per questi motivi l’Europa difficilmente troverà nuovi spunti per riavvicinarsi ai ritmi americani. Oltre al fatto che le toccherà finanziare una guerra per procura della NATO. Poca rilevanza avranno al riguardo i sommovimenti politici: le borse non potranno che continuare a esaltare le “Big Tech”, fornitrici anche della componente più pregiata degli armamenti: l’intelligenza.

La situazione in corso può forse favorire talune esportazioni dell’Italia, dove operano molte piccole imprese di nicchia, ma poche di queste riusciranno a trovare i capitali per crescere perchè resta il fatto che gli investitori stranieri appaiono mal disposti ad investire in un paese che ha ancora un sistema giudiziario sesquipedale e incapace di tutelarli da truffe e aggressioni, a partire dalle beffe della della pubblica amministrazione.

L’unica speranza sono le “matricole” (cioè le imprese che per la prima volta si affacciano sui mercati dei capitali), spesso anche in Europa sono delle vere e proprie perle di tecnologia e innovazione che poi -se riescono a crescere- invariabilmente prendono il volo verso il resto del mondo e che, alle valutazioni oggi implicite nelle quotazioni delle piccole e medie imprese quotate in Borsa, appaiono un vero e proprio affare!

Stefano di Tommaso