APPUNTI DI TRADING

N. 75 – sa 11 mag 2024

 

Operazioni in essere : nessuna ( piccola novità in coda )

Premessa

Avevo scritto : “La settimana 6 – 10 maggio segna un ciclo significativo per NAS 100, ……………………….si tratta del primo segnale, dopo alcuni mesi, che può invertire l’intero azionario U.S.A. Se così non fosse, incontreremo un tempo simile circa 30 gg innanzi.”

NAS 100 CASH è salito poco, disegnando un range settimanale da 17937 a 18247 ( 17983 – 18348 per GIU FUT ) circa pari al 2 %

L’esperienza insegna che quando un Mercato non sfoga l’ energia è difficile che riesca ad invertire, ma vedremo.

Abitualmente non faccio analisi intermarket, ma segnalo che il solo DAX ha già rotto il top di marzo – aprile in questi giorni, ignorando il ciclo di 180 mesi da marzo 2009 e mi chiedo se sia l’antipasto di un bull market che riparte. ( forse TESLA e i cinesi non sono destinati a spodestare AUDI – BMW – MERCEDES ? )

GOLD GIUGNO 24

Nessuna novità, salvo che il range giornaliero medio supera 40 USD, costringendo ad allargare gli stop per chi si vuole cimentare.

Ciò premesso, ripropongo il testo consueto, che merita di essere letto più volte.

“Posso ugualmente riprovare un acquisto di GOLD ? Forse sì …. I punti a basso rischio dove proverò a comperare sono :

– 2146 ( top dic 2023 )
– 2088 – 2040 ( svolta long a metà febbraio )”

Mi auguro che tutti ricordino che dal 30 nov 2023 ( prima chiusura mensile sopra 1998 GOLD CASH ) la Lettera cerca di piazzare solo acquisti strategici, mai vendite.

Continuo a cercare una vendita in forza con il solo scopo di guadagnare al ribasso qualche punto percentuale per finanziare il futuro acquisto, che difficilmente potrà avvenire a livelli vicini allo stop loss, che non può essere più alto di 1984 cash, doppio minimo di dic 2023 – feb 2024, quindi con un rischio di 3 – 8 % ( acquisto da 2146 a 2040, con stop loss a 1984 cash )

Ciò premesso, spiegato il senso di questo tentativo di vendita, sin da lu 13 maggio, inserirò il seguente ordine :

vendo 1 GIU MICRO GOLD a 2420 con stop loss a 2450

SILVER LUGLIO 24

Anche per SILVER trovate solo un aggiornamento numerico del testo precedente.

Dopo che SILVER era sceso fino a 26,02 il giorno gio 2 maggio, in soli 6 gg è salito del 10 %

Visto che siamo molto lontani da prezzi di possibile acquisto, potrei provare a vendere il fut luglio sopra 29 usd con stop loss a 30 usd, con un rischio del 3 % circa, ma preferisco evitare di andare contro trend, come invece accetto di fare con GOLD, dato che SILVER attualmente ha volatilità doppia – tripla rispetto a GOLD.

Come ho più volte evidenziato, si possono assumere posizioni su SILVER solo in caso di pull back sotto 25,01 SILVER CASH fino a 23,49 che è stato il top di feb 2024; ricordo infine che feb 24 era il primo dei due mesi consecutivi di possibile cambio di trend.

SILVER cash è sceso gio 2 mag fino a 26,02; sembrava impossibile, dopo lo spike a 29,79 e quindi anche il range da 25 a 23,50 si potrebbe rivedere.

In caso di acquisti, lo stop loss iniziale non potrà essere sopra 21,93 di SILVER CASH, con assunzione di un rischio percentuale molto elevato, tra il 6 e il 13 %, fuori dai parametri che avevo stabilito per questa Lettera.

Il grafico weekly bene evidenzia che il livello di 26 usd viene sentito da SILVER, mentre il grafico giornaliero ricorda che SILVER si sta muovendo a strappi, alternando brevi laterali a giornate da 4 – 5 %. Pressochè non gestibile, anche con interventi intraday.

SILVER richiede pazienza, a costo di un lungo rinvio.

DOW JONES INDU CASH

Sta provando a disegnare un doppio massimo con 39889 registrato a fine marzo.

La barra settimanale è di media ampiezza; preferisco inserire ordini sul NAS 100 che il 6 -10 maggio era interessato da un segnale temporale.

NASDAQ 100 CASH

Rammento che avevo segnalato che nella settimana dal 6 al 10 maggio scadeva un ciclo di media importanza utile per aprire una posizione short, intorno ad un eventuale doppio massimo rispetto a 18464 registrato il 21 marzo scorso, top di marzo e di sempre.

Avevo inserito un ordine di vendita di MICRO FUT a 18500, ma il prezzo massimo è stato 18348 registrato ven 10.5, giorno in cui il NAS 100 CASH ha toccato 18247, prezzo che per la Lettera N. 74 attivava la vendita in rottura del minimo di ogni giorno precedente.

Il livello è stato toccato non prima di ven 10.5 e quindi la Lettera non ha venduto.

Che farò ora ?

Avendo NAS 100 CASH oltrepassato 18200, da lunedì venderò sotto il minimo di ve 10.5 ( 18247 fut ) e poi venderò ancora se verrà rotto il minimo della scorsa settimana ( 6 -10 maggio )

Tutto ciò premesso, dalle ore 16.30 di domani lu 13 maggio, inserirò i seguenti ordini :

– vendita di 1 GIU MICRO NAS 100 a 18200 stop ( in rottura ) con stop loss a 18400 oppure, se più alto, al top registrato da lu 13.5 fino alla rottura di 18200
– vendita di 1 GIU MICRO NAS 100 a 17950 stop ( in rottura ) con stop loss a 18400 oppure, se più alto, al top registrato da lu 13.5 fino alla rottura di 18200

Sarò forse influenzato dalla grande forza dimostrata dal DAX che, in solitudine, ha rotto il top del ciclo di 180 mesi, ma ho dubbi su una inversione entro breve.

COTTON JULY FUTURE

Un caro amico, professional negli investimenti in commodities, ai primi di maggio ha manifestato preoccupazione per la discesa insistente del prezzo del cotone.

Ho esaminato grafico mensile dal 2020 e settimanale più recente, maturando una sensazione di possibile svolta, anche vicina.

Certe volte, stendendo la mano ad un amico, si scopre qualcosa di stimolante.

Segnalo ai lettori che dispongo solo di grafici futures e non del cash, che invece ho su indici azionari e metalli preziosi.

Si tratta di serie storiche che “accostano” scadenze consecutive di futures, archiviando la nuova scadenza dal giorno in cui essa supera i volumi della precedente.

Ovviamente nessun asset manager desidera la consegna del sottostante, che invece interessa ai produttori di tessuti.

Dal grafico settimanale osservo che JULY COTTON è sceso per 8 settimane, poi ha illuso per una settimana, con successivo outside ribassista, per poi servire un inside il 6 – 10 maggio.

Il tutto con una discesa da 103,80 a 74,93.

Crollo del 28 % dai primi di marzo 2024.

Fin qui le cattive notizie.

Dal grafico mensile osservo che :

la metà in più di 48,35 è 72,525

tre quarti di 103,8 è 77,85

metà di 155,95 è 77,975

Una rilevante concentrazione di impulsi intorno ai prezzi registrati in maggio.

Normalmente non provo ad indovinare una possibile inversione e attendo che un Mercato svolti, per provare poi a salire a bordo, se lo consente con una figura gestibile ( doppio – triplo minimo, o massimo, o qualcosa che comprendo )

Nel caso che mi occupa, ringraziandolo di avermi fatto partecipe del suo cruccio, ho detto al caro amico che COTTON si trova in un punto di possibile inversione e pertanto , sin dal mattino di lu 13.5, inserirò i seguenti ordini :

– acquisto di 1 LUGLIO COTTON a 72 con stop loss a 68
– acquisto di 1 LUGLIO COTTON a 81 STOP ( in rottura del top del 6 – 10 maggio ) con stop loss a 68

Segnalo infine che il contratto che mi appresto ad acquistare misura 50.000 libbre ( per 0,80 usd equivale a usd 40.000 )

Leonardo Bodini

 

 

 




L’OCCIDENTE RALLENTA

La recente dinamica dell’inflazione e quella del suo contrasto hanno dapprima fatto temere una recessione e poi hanno lasciato adito alle migliori speranze. Ma gli effetti delle manovre delle banche centrali sembrano soltanto posticiparne l’arrivo, mentre è quasi soltanto l’Occidente che arranca: lo sviluppo economico parrebbe perdurare tra i paesi emergenti, che tendono ad affrancarsi dalle valute forti e dalle esportazioni verso i soli paesi OCSE.

ESTERNALITÀ NEGATIVE

L‘aumento dei tassi d’interesse posto in essere dalla maggior parte delle banche centrali occidentali a partire dal 2022 in risposta alla fiammata inflazionistica registrata è stato molto violento, e ha alimentato l’attesa di una possibile recessione, che sino ad oggi però si è manifestata soltanto in alcuni paesi dell’Europa continentale, risparmiando gli Stati Uniti d’America e parte del vecchio continente.

IL RIALZO DEI TASSI D’INTERESSE QUESTA VOLTA È STATO PIÙ VIOLENTO CHE IN PRECEDENZA

Tuttavia non si può parlare di una vera e propria ”stretta monetaria” come si sarebbe dovuto fare per contrastare decisamente l’inflazione, perché poco dopo gli annunci di “tapering” (assottigliamento) della liquidità ovvero di “quantitative tightening” (restrizione quantitativa), soprattutto da parte della Federal Reserve americana, la prima e la più decisa a innalzare i tassi, si sono viste traballare (quasi fallire) parecchie banche di piccola e media dimensione.

Si è corso ai ripari con il sostegno delle banche centrali tramite abbondanti rifinanziamenti a breve termine e riduzione dei programmi di taglio della liquidità. Manovre delle quali si è cercato di far parlare il meno possibile i media ma il cui risultato è stata un’elevata liquidità rimasta in circolazione, cosa che ha indebolito il contrasto all’inflazione ma ha peraltro permesso di attutire gli effetti negativi del rialzo dei tassi d’interesse e ha contribuito alle ottime performances delle borse valori.

L’ATTERRAGGIO È SOFFICE PER LA MAGGIOR SPESA MILITARE E LA GRANDE LIQUIDITÀ IN CIRCOLAZIONE

LE SPERANZE DI SOFT LANDING HANNO ALIMENTATO L’INFLAZIONE

Quando, a partire dallo scorso anno, è sembrato ci fossero possibilità di evitare la recessione o almeno limitare i danni provocati dalle banche centrali si è dunque iniziato a parlare sui mercati di un “soft landing” (cioè di un “atterraggio morbido”) dell’economia, addirittura arrivando a sperare in un “no landing” (cioè nell’assenza di ogni suo possibile rallentamento). Negli ultimi tempi tuttavia è divenuto sempre più evidente che questa possibilità non sarebbe stata indolore: il prezzo da pagare sarebbe stato quello di un’inflazione che avrebbe fatto molta più fatica a scendere o che avrebbe addirittura potuto riprendere l’ascensore.


Cosa di per sé non particolarmente problematica, alla condizione che all’inflazione persistente si accompagni uno sviluppo economico che ne neutralizzi le peggiori ricadute. Una scommessa che è parsa sino ad oggi sostenibile, anche a causa del fatto che il resto del mondo (cioè non meno di 5 miliardi di abitanti del pianeta), e in particolare i quasi 3 miliardi di cittadini delle sole Cina e India, sembra marciare verso uno sviluppo economico addirittura più sostenuto di quello dell’anno precedente.

IL RISCHIO DI STAGNAZIONE NON È COMPATIBILE CON L’INFLAZIONE

A partire dal mese di Aprile tuttavia sono arrivati i primi segnali di raffreddamento dell’economia, peraltro quasi esclusivamente in Occidente, che hanno iniziato a far temere per il rischio di una “stagflazione”, ovvero di un’inflazione che non si accompagna ad una crescita del prodotto interno lordo.


È anche per timore di una seconda ondata di inflazione che le banche centrali occidentali (FED, BCE, BOE, CBOC) hanno rinviato a data da definire la riduzione dei tassi d’interesse che era attesa dai mercati già per l’inizio del corrente anno. Occorre però rammentare che, quando le banche centrali tengono elevati i tassi d’interesse per combattere l’inflazione, di fatto esse peggiorano le condizioni alla base della domanda di beni e servizi, rendendo il credito più costoso e di fatto riducendo il potere d’acquisto di salari e stipendi, strangolando di fatto l’economia.

Quella di provocare una recessione tenendo i tassi d’interesse elevati è una vecchissima tecnica dei banchieri centrali, efficace ma anche molto primitiva e dolorosa soprattutto per la popolazione a basso reddito, che in passato io ho spesso paragonato all’uso della clava per dissuadere i consumi. Lo strumento genera tuttavia quasi inevitabili danni collaterali. Infatti, anche se non è possibile stabilire una correlazione diretta in termini di causa-effetto tra l’incremento dei tassi d’interesse e il calo dei consumi (cioè una recessione), statisticamente è proprio quello che di solito succede, sebbene avvenga quasi sempre con un ritardo significativo.

SEGNALI DI RALLENTAMENTO NEGLI USA

David Rosenberg, fondatore di Rosenberg Research, ha fatto osservare recentemente che negli U.S.A. ciò avviene in una media di 26 mesi, come si può leggere nella tabella qui riportata.


Lo stesso Rosenberg fa notare che il Maggio del 2024 corrisponde più o meno esattamente al 26.mo mese successivo al momento in cui la Federal Reserve ha iniziato a stringere sui tassi (Marzo 2022) e che, di conseguenza, si aspetta di vedere al ribasso già i dati relativi al secondo trimestre dell’anno, i quali però adesso ancora non si vedono, perché usciranno a Giugno.

Un barometro spesso anticipatore della recessione è storicamente l’inversione della curva dei rendimenti, ovvero la situazione in cui i tassi a lungo termine (tipicamente i 10 anni) risultano inferiori a quelli a breve (2 anni). Nel grafico qui sotto riportato si può vedere che il fenomeno dell’inversione (la discesa al di sotto dello zero del rapporto tra il rendimento a 2 anni e quello a 10 anni) negli ultimi quarant’anni si è quasi sempre verificato un paio d’anni prima della recessione, annullandosi poco prima che quest’ultima si verificasse:


La stranezza (ma anche l’affidabilità) di questo indicatore casomai riguarda il fatto che l’inversione si è manifestata anche poco prima della recessione provocata dalla pandemia da Covid, quasi che i mercati potessero scontare in anticipo un evento (il lockdown conseguente) che ai più risultava del tutto imprevedibile.

Quest’anno l’annullamento dell’inversione peraltro non si è ancora manifestato ma ci siamo quasi, e ciò non tanto a causa della discesa dei tassi d’interesse a breve termine (quelli controllati dalle banche centrali) bensì a causa della risalita dei rendimenti a medio-lungo termine.

SE I TASSI NON SCENDONO L’ECONOMIA STENTA…

Il fenomeno è preoccupante dal momento che la causa principale è l’eccesso di debito che non ha precedenti nella storia economica, che peraltro genera indirettamente una svalutazione monetaria presto tradotta in ulteriore inflazione. Oggi i mercati scontano ancora una discesa dei tassi dei Fondi Federali americani ma meno pronunciata che non un paio di mesi fa, come si può leggere da questo grafico:


Il mantenimento più a lungo del prevedibile a livelli elevati dei tassi d’interesse che ne consegue fa poi paura anche per un altro motivo: tanto più è elevato il debito quanto più doloroso sarà per i debitori il maggior costo del denaro! Cosa che non può non generare un effetto recessivo: se una quota crescente del reddito disponibile va pagata in interessi sul debito, l’ammontare di denaro disponibile per i consumi e gli investimenti che ne residua sarà ovviamente minore.

E come ben sappiamo i debiti dell’Occidente sono cresciuti a dismisura negli ultimi tempi, tanto per le esigenze di spesa pubblica, come pure per le crescenti esigenze di investimento da parte delle imprese, quanto infine per il peggioramento dell’attitudine al risparmio da parte dei privati.

LA RISALITA DEI RENDIMENTI IMPLICITI DEL REDDITO FISSO È COMUNE A TUTTO L’OCCIDENTE

…E LA DISOCCUPAZIONE RISALE

L’inflazione poi, unita all’eccesso di indebitamento, genera un altro pesante effetto collaterale: la riduzione dei posti di lavoro, conseguente alla necessità delle imprese di tagliarli che deriva dalla rincorsa dei salari rispetto all’incremento dei prezzi al consumo. Cosa che impone alle imprese la ricerca di nuova efficienza e produttività, finendo per ridurre l’occupazione (altro elemento che contribuisce al calo dei consumi e, in definitiva, al rallentamento dell’economia). Guarda caso negli ultimi mesi la disoccupazione è tornata a crescere, persino in America. Un pessimo segnale che fa temere che, seppure in ritardo, anche stavolta la clava delle banche centrali possa aver generato un effetto recessivo che deve ancora manifestarsi.

LA DISCESA DEL REDDITO LORDO PRO CAPITE IN AMERICA

Man mano che i dati statistici (e le serie storiche dei dati di mercato) vengono fuori, le dinamiche sopra indicate si delineano purtroppo sempre più distintamente, facendo temere dunque che l’elevata liquidità in circolazione e le politiche fiscali estremamente espansive da parte dei governi di tutto l’Occidente possano non riuscire a contrastare la tendenza di fondo al rallentamento dello sviluppo economico dell’Occidente e della sua dinamica dei consumi.

LE ASPETTATIVE PEGGIORANO…

Ma ciò è indubbiamente aggravato dal contrasto crescente tra Oriente e Occidente, ovvero tra i paesi OCSE e quelli cosiddetti BRICS (oggi allargati nel numero). Questo riduce l’interscambio tra i paesi più industrializzati e le economie più giovani e oggi più dinamiche, e spinge queste ultime ad investire sempre meno sui mercati finanziari occidentali, cosa che in passato è invece risultata molto utile per pareggiare i nostri disavanzi commerciali.


Le tensioni geopolitiche tuttavia oggi prevalgono e causano una minore disponibilità dei paesi emergenti a investire sui mercati finanziari occidentali, a detenere meno attività denominate in Dollari e Euro e a preferire metalli preziosi e risorse naturali come riserve di valore. Questo comportamento favorisce una progressiva svalutazione delle divise monetarie occidentali, e alimenta un processo di inflazione dei prezzi limitato al solo Occidente (dove l’inflazione è più elevata) senza che la svalutazione favorisca la competitività delle esportazioni e dunque la progressione nello sviluppo economico.

…E LE TENDENZE DEI DUE “BLOCCHI” SI DIVARICANO

Non per niente le ultime stime pubblicate forniscono elementi a supporto di quanto sin qui ipotizzato: una crescita dei PIL dei paesi emergenti ben superiore a quella dei paesi OCSE e, parallelamente, uno sviluppo positivo anche dei loro mercati finanziari, i quali indubbiamente non devono scontare gli elevati tassi d’interesse che l’America ha di fatto imposto a tutto l’Occidente.


Difficile prevedere se ciò potrà durare, dal momento che il “decoupling” (lo sdoppiamento) degli andamenti economici questa volta sembra funzione di un qualcosa di relativamente nuovo che nelle precedenti recessioni non si era manifestato: la tendenza ad una riduzione della dipendenza delle economie emergenti dalla forza del Dollaro americano e dalle loro esportazioni verso i paesi OCSE. Staremo a vedere!

 

Stefano di Tommaso




APPUNTI DI TRADING

N. 74 – sa 4 mag 2024 – la Lettera torna al sabato

 

Operazioni in essere : nessuna

La settimana 6 – 10 maggio segna un ciclo significativo per NAS 100, ma il residuo azionario U.S.A. non può agire contro il ciclo del NAS 100, quindi si tratta del primo segnale, dopo alcuni mesi, che può invertire l’intero azionario U.S.A.

Se così non fosse, incontreremo un tempo simile circa 30 gg innanzi.

GOLD GIUGNO 24

Nessuna novità, salvo che il range giornaliero medio supera 40 USD, costringendo ad allargare gli stop per chi si vuole cimentare.
Ciò premesso, ripropongo il testo consueto, che merita di essere letto più volte.

“Posso ugualmente riprovare un acquisto di GOLD ? Forse sì …. I punti a basso rischio dove proverò a comperare sono :

– 2146 ( top dic 2023 )
– 2088 – 2040 ( svolta long a metà febbraio )”

Mi auguro che tutti ricordino che dal 30 nov 2023 ( prima chiusura mensile sopra 1998 GOLD CASH ) la Lettera cerca di piazzare solo acquisti strategici, mai vendite.

Continuo a cercare una vendita in forza con il solo scopo di guadagnare al ribasso qualche punto percentuale per finanziare il futuro acquisto, che difficilmente potrà avvenire a livelli vicini allo stop loss, che non può essere più alto di 1984 cash, doppio minimo di dic 2023 – feb 2024, quindi con un rischio di 3 – 8 % ( acquisto da 2146 a 2040, con stop loss a 1984 cash )

Ciò premesso, spiegato il senso di questo tentativo di vendita, sin da lu 6 maggio, inserirò il seguente ordine :

vendo 1 GIU MICRO GOLD a 2390 con stop loss a 2440

SILVER LUGLIO 24

Anche per SILVER trovate solo un aggiornamento numerico del testo precedente.

Segnalo che il contratto di maggio è in consegna e quindi un eventuale ( improbabile a breve ) posizione verrà aperta su luglio, che costa circa 25 cents in più, pari all’uno per cento.

Come ho più volte evidenziato, in questa enorme volatilità si possono assumere posizioni su SILVER solo in caso di pull back sotto 25,01 SILVER CASH fino a 23,49 che è stato il top di feb 2024; ricordo infine che feb 24 era il primo dei due mesi consecutivi di possibile cambio di trend.

SILVER cash è sceso gio 2 mag fino a 26,02; sembrava impossibile, dopo lo spike a 29,79 e quindi anche il range da 25 a 23,50 si potrebbe rivedere.

In caso di acquisti, lo stop loss iniziale non potrà essere sopra 21,93 di SILVER CASH, con assunzione di un rischio percentuale molto elevato, tra il 6 e il 13 %, fuori dai parametri che avevo stabilito per questa Lettera.

SILVER richiede pazienza, a costo di un lungo rinvio.

DOW JONES INDU CASH

La discesa di DJ CASH è stata lenta e lunga , con perdita in percentuale solo del 5,5 %.

Potrò considerare una vendita solo dopo un eventuale rimbalzo intorno a 39300 – 39500 di DJ CASH, con stop loss sopra il top assoluto di 39889, registrato in marzo 2024 ( ciclo di 180 mesi da marzo 2009, inizio di una moltiplicazione per 6 volte di DOW JONES )

Non posso valutare un acquisto strategico, dopo tutto quello che ho scritto del ciclo di 180 mesi.

Se volessi cercare di guadagnare sul rimbalzo in corso, dovrò tener conto che il recente minimo di 37611 DJ CASH sarà lo stop loss.

Dopo lo strappo in sù di ve 3 maggio, appare poco probabile avvicinarsi a 38000 cash, che consentirebbe uno stop loss limitato all’ uno per cento.

Non sono disposto a rischiare oltre, per aprire una posizione long che non ha carattere strategico.

Si tratta evidentemente di operazioni da decidere giorno per giorno, fuori dalla portata di una Lettera settimanale, anche perché la chiusura di ieri ve 3 maggio a 38675 DJ CASH è molto lontana dal livello di 38000; quindi, nell’eventualità che tale livello venga raggiunto nei prossimi gg per una caduta di questo Mercato, occorre anche sapere il perché della caduta.

Diversamente, per riuscire ad aprire un ribasso, che mi interessa di più, la Lettera dovrà essere disposta a rischiare anche oltre il 2 %

NASDAQ 100 CASH

Avevo segnalato che nella settimana dal 6 al 10 maggio scade un ciclo di media importanza che spinge ad assumere il rischio di aprire una posizione short, intorno ad un eventuale doppio massimo rispetto a 18464 registrato il 21 marzo scorso, top di marzo e di sempre.

Come sempre devo fissare uno stop loss contestualmente all’apertura della posizione, perché così ho stabilito sin dall’esordio della Lettera.

In realtà, per gestire bene questo tentativo di short, si dovrebbe vendere “ in inversione “, vale a dire : attendere che NAS 100 CASH salga almeno a 18400 cash e, solo da quel giorno in poi, vendere alla rottura di ogni giorno precedente, anche in outside giornaliero.

Tutto ciò premesso, sin dal mattino di domani lu 6 maggio, inserirò i seguenti ordini :

– vendita di 1 GIU MICRO NAS 100 a 18500 con stop loss a 19000
– a prescindere dalla vendita a 18500, dopo che NAS 100 CASH fosse salito almeno a 18200, vendere 1 GIU MICRO NAS 100 ogni giorno in cui venisse rotto il minimo di ogni giorno precedente; tutte queste vendite avranno stop loss 50 punti sopra il massimo toccato da lu 6.5 fino al giorno dell’eseguito.

( Non riesco a formulare la seconda strategia in modo più chiaro. Spero che si comprenda che, nell’ipotesi in cui già lu 6.5 venga eseguita la vendita a 18500 NAS FUT, vi possono essere al massimo altri 4 MICRO NAS 100 venduti nella settimana 6 – 10 maggio per un totale di 5 MICRO )


Leonardo Bodini

 




APPUNTI DI TRADING

N. 73 – merc 1 mag 2024

Operazioni in essere : nessuna

Ricordo che lu 15.4 avevo venduto 1 GIU MICRO NAS 100 a 17900, stoppato in pari venerdì 26 apr a 17900.

La Lettera è rimasta al ribasso 9 sedute, vedendo una discesa fino a 17116 GIU NAS FUT, ma senza passare alla cassa, per tentare di creare una posizione strategica; intendo con altre successive vendite.

GOLD GIUGNO 24

Nelle precedenti Lettere avevo scritto :
“Posso ugualmente riprovare un acquisto di GOLD ? Forse sì .………………………………..Segnalo che ve 12 aprile 2024, GOLD ha segnato il top storico a 2431 cash ( 2448,80 per il contratto giu 24 ) per poi perdere in poche ore, 98 USD, cadendo come un sasso. I punti a basso rischio dove proverò a comperare sono :

– 2146 ( top dic 2023 )
– 2088 – 2040 ( svolta long a metà febbraio )”

Invito a osservare il grafico giornaliero ove ho evidenziato con numeri da zero a tre le quattro barre giornaliere di range più ampio.

Devo dire che spaventano per il loro range e ci ricordano che gli stop loss costano, ma sono indispensabili.

Mi auguro che tutti ricordino che dal 30 nov 2023 la Lettera cerca di piazzare solo acquisti strategici, mai vendite.

Unicamente nella scorsa N. 72 avevo cercato una vendita in forza a 2430 con SL 2460, ma non ha raggiunto il livello; non si trattava di una vendita strategica, ma solo un tentativo di guadagnare al ribasso qualche punto percentuale per finanziare il futuro acquisto, che difficilmente potrà avvenire a livelli vicini allo stop loss, che non può essere più alto di 1984 cash, doppio minimo di dic 2023 – feb 2024

Ciò premesso, spiegato il senso di questo tentativo di vendita, sin da gio 2 maggio, inserirò il seguente ordine :

vendo 1 GIU MICRO GOLD a 2390 con stop loss a 2440

SILVER MAGGIO 24

Come ho più volte evidenziato, in questa enorme volatilità si possono assumere posizioni su SILVER solo in caso di pull back sotto 25,01 SILVER CASH fino a 23,49 che è stato il top di feb 2024; ricordo infine che feb 24 era il primo dei due mesi consecutivi di possibile cambio di trend.

SILVER cash è sceso ieri 30 apr fino a 26,27 – sembrava impossibile, dopo lo spike a 29,79 e quindi anche il range da 25 a 23,50 si potrebbe rivedere.

In caso di acquisti, lo stop loss iniziale non potrà essere sopra 21,93 di SILVER CASH, con assunzione di un rischio percentuale elevato.

SILVER richiede pazienza, a costo di un lungo rinvio.

DOW JONES INDU CASH

La discesa di DJ CASH è stata lenta e lunga , con perdita in percentuale poco inferiore a NAS 100.

Potrò considerare una vendita solo dopo un eventuale rimbalzo ad almeno 39000 di DJ CASH.

Non posso valutare un acquisto strategico, dopo tutto quello che ho scritto del ciclo di 180 mesi.

Se volessi cercare di guadagnare su ipotesi di rimbalzo, dovrò tener conto che il recente minimo di 37611 DJ CASH sarà lo stop loss.

Quindi l’acquisto è fattibile solo se il prezzo sarà di poco superiore.

Si tratta evidentemente di operazioni da decidere giorno per giorno, fuori dalla portata di una Lettera settimanale.

NASDAQ 100 CASH

Avevo scritto :

“La posizione di 1 MICRO NAS 100 è la minima possibile e cerco di non chiuderla, anche se il profitto percentuale è interessante, ma non passo a riscuotere; quindi faccio un sacrificio e semplicemente abbasso lo stop loss in pari, vale a dire a 17900 NAS 100 future.”

Il mercato è risalito poco sopra il livello di 17900 e poi è ridisceso.

Amen.

Non escludo una rivendita dallo stesso livello di 17900 fino a 18200 circa; se facesse un nuovo massimo, sopra il top di marzo e quindi top assoluto, eviterei una vendita.

Segnalo che nella settimana dal 6 al 10 maggio scade un ciclo di media importanza che suggerisce due livelli di svolta di cui :

– Il primo è 17600 – 18100 cash e ci siamo
– L’altro è 15600 cash ( minimi ripetuti intorno all’inizio dell’anno 2022, livello che indico da mesi come di rilievo ) e certamente possiamo raggiungerlo solo sotto l’influsso di uno o più fattori esogeni, non augurabili.

I prezzi intorno a 18000 sarebbero per questa Lettera un top da vendere, mentre un crollo intorno a 15600 potrebbe rappresentare un acquisto a rischio moderato.

Tutto ciò premesso, sin dal mattino di domani gio 2 maggio, inserirò :

vendita di 1 GIU MICRO NAS 100 a 18200 con stop loss a 18700

Leonardo Bodini