APPUNTI DI TRADING

N. 78 – sabato 1 giugno 2024

 

Operazioni in essere : merc 22.5 comprato 1 JULY COTTON a 79 e ven 31.5 comperato il secondo JULY COTTON a 77, entrambi ora con stop loss a 70

GOLD AGOSTO 24

GOLD, dopo che avevo provato a vendere a 2420, mi ha stoppato a 2450, galleggiando solo poche ore sopra tale livello e poi è crollato a 2325 cash.

Ora è quasi immobile.

A questo prezzo è troppo distante da 2455 per venderlo e certamente non posso comprarlo a 200 usd dalla fascia “tecnica” di 2146 – 2088.

Per chi vuole rileggere, di seguito trovate quindi i commenti precedenti, invariati.

GOLD, dopo la chiusura mensile sopra 1998 del 30 nov 2023, ha cambiato comportamento e si può stare su questo Mercato solo accettando stop loss % molto più ampi di prima, come annunciato ben prima di tale evento.

Cercherò una strategia sopportabile per la Lettera.

SILVER LUGLIO 24

SILVER richiede pazienza, a costo di un lungo rinvio.

SILVER resta utile, nel breve termine, solo per visualizzare cosa succede quando un Mercato allarga i range giornalieri – settimanali.

SILVER ha fatto un movimento al rialzo di 24,9 % dal 2 maggio ( 26,02 cash ) al 20 maggio ( 32,51 cash ) in sole 12 sedute.

Se qualche lettore ancora ritenesse che gli stop loss fanno perdere soldi ( vero ) e quindi è meglio non metterli ( falso ), questo grafico ben illustra quale distruzione di ricchezza porti essere posizionati rovesci, senza stop loss inserito.

DOW JONES INDU CASH
Avevo scritto :
“Ha segnato un nuovo massimo di pochi ticks a 40077, per poi esprimere un ampio outside settimanale, giù fino a 39023. Crollo di 1000 punti tutti in poche ore, dicono………………………………perché i dati USA sono da economia forte e quindi i Mercati temono rinvio nel taglio dei tassi. Ingestibile.”

E poi…..

“ Secondo l’analisi tecnica, si può solo acquistare. Lo ritengo molto pericoloso. La salita dal minimo di 32327 cash di fine ottobre 2023 è ormai del 25 % Attendo i primi 15 gg di giugno per valutare se, con la mini discesa da 39889 a 37611 cash, abbiamo azzerato il contatore dei 180 mesi di rialzo e si riparte al rialzo”

Ho studiato questo Mercato più del solito questo sabato 1.6 , avendo osservato che dal top storico assoluto del 20 maggio a 40077 è sceso in 7 gg di trading a 38001 , con una caduta che non si riscontra sul NASDAQ 100 ( e nemmeno su SP 500, che beneficia molto più di DJ delle accelerazioni di forma iperbolica del MAGNIFICI 7 – con recente contributo esplosivo di NVIDIA )

Segnalo quindi che :

– Dal grafico settimanale si può ricavare che DOW JONES prosegue da ottobre 2022 ( casualmente questa Lettera esordì l’ormai lontano 1 ott 2022 ) il suo cammino intorno alla trend line toccata molte volte – evidenziate in giallo, con una unica forte discesa in ott 2023 a 32327, sfiorando nell’occasione l’altra trend line, costruita ben prima utilizzando la più importante frazione di Fibonacci; nessuno può negare che la trend line principale, da me tracciata oltre un anno fa, rappresenti la inclinazione di questo Mercato;
– Tale trend line si trova ora poco sotto 40000, sostanzialmente pari al top di marzo ( 39889 in corrispondenza del ciclo di 180 mesi dal marzo 2009, che fu inizio di un bull market figlio del denaro sottozero ben più che dell’incremento del GDP, vale a dire PIL Stati Uniti ) e vicino al nuovo top di 40077, dal quale è partita una caduta di 2076 punti in sole sette sedute, salvo poi invertire con violenza al rialzo ieri ve 31.5;
– Dal grafico giornaliero dal 1.1.2024 osservo che il minimo del 2024 è a 37122, molto avvicinato a marzo nella caduta dopo il ciclo di 180 mesi e che tale minimo di 37611 è stato sfiorato l’altro ieri a 38001, quindi abbiamo tra 37122 e 38001 tre minimi molto vicini che, nel caso oggi da nessuno creduto, una volta rotti, darebbero qualche brivido, quanto meno a chi fa analisi tecnica.

Tutto ciò premesso, mi espongo, più ancora del mio solito, a ipotizzare che, se DOW JONES vuole proprio fabbricare tanti poveri, dovrebbe salire nei primi 15 gg di giugno tra 40000 e 40500 ( vedete un segno giallo proprio là ), possibilmente indugiare per una distribuzione e poi iniziare una robusta discesa, rompendo la linea che passa per i tre ravvicinati e vistosi minimi segnati nel 2024.

Volesse proprio DOW JONES, uno dei miei due Mercati preferiti con GOLD, darmi soddisfazione, potrebbe ruotare i prezzi dal top, ancòra ignoto, al punto di rottura, evidentemente non sotto 38001, verso il basso.

Gradirei 36000. Non oso pensare a 35000 – 34500.

Osserviamo insieme le prime due settimane di giugno.

Credo che farò qualcosa, ma temo che la vendita non sarà gestibile – inseribile in una Lettera di cadenza settimanale.

NASDAQ 100 CASH

Posso solo riproporre quanto già scritto.

“Da molto tempo NAS 100 è sostenuto dai MAGNIFICI SETTE e da poco altro, ma nell’ultima settimana la crescita di NVIDIA di oltre il 10 % è stata sufficiente a segnare un nuovo top assoluto. Di certo non compro, esattamente come in febbraio scrivevo che i preziosi si potevano comprare oppure guardare, ma assolutamente non vendere. Al momento guardo e venderò solo se NAS 100 mi offrirà uno stop loss non oltre il 2 -3 %.”

Segnalo solo che il FORTISSIMO NAS 100, sostenuto fino allo spasimo dai MAGNIFICI 7, è sceso poco rispetto a DOW JONES, ma ha ugualmente fatto male ai suoi fieri sostenitori, per il ribaltamento troppo rapido di ve 31.5 ( 400 punti in giù e poi 400 in su in poche ore )

COTTON JULY FUTURE

Vi ricordo perché questo Mercato mi interessa:

“…………………………….dal grafico settimanale osservo che JULY COTTON è sceso per 8 settimane, poi ha illuso per una settimana, con successivo outside ribassista, per poi registrare un nuovo minimo merc 15.5 a 73,68 .

Il tutto con una discesa da 103,80 a 73,68. Crollo del 29 % dai primi di marzo 2024.”

Dal grafico mensile osservo che :

la metà in più di 48,35 è 72,525

tre quarti di 103,8 è 77,85

metà di 155,95 è 77,975

Una rilevante concentrazione di impulsi intorno ai prezzi registrati in maggio.”

COTTON è veramente una belva feroce, di certo non adatta allo spirito di questa Lettera, ma ricorderete che ho fatto partecipi i lettori di una richiesta di aiuto di questo vecchio ( tempi del liceo ) e caro amico, che gestisce un comparto dedicato alle commodity e quindi ora devo occuparmi anche di COTTON, sotto bilanci.

Dopo l’ acquisto del primo contratto effettuato a 79 due settimane fa, in occasione della rottura del top della settimana precedente, COTTON è salito violentemente fino al top di 83,19, per poi letteralmente crollare fino a 76,07 – eseguendo nel pomeriggio di ieri ve 31.5, in chiusura di settimana, il mio secondo acquisto, inserito sin da lu 27.5

Lo stop loss resta a 70 per entrambi i contratti.

Vita dura; non invidio questo amico, molto competente, che si guadagna la vita sulle commodities.

Vedremo insieme a tutti voi se riesco a cavarne un profitto per me e una uscita decente dalla posizione per lui.

Se, sperabilmente, lo stop loss non verrà centrato, forse in seguito alzerò la protezione vicino a 73,69 – minimo di maggio, ora noto.

 

Leonardo Bodini

 

 

 

 




LA  BOLLA DELL’A.I.

Per fare una premessa adeguata al difficile argomento (siamo davvero al culmine di una bolla speculativa?) aiuta rispolverare la leggenda del lustrascarpe di New York: una volta che J. P. Morgan sedette da lui e il lustrascarpe iniziò a chiacchierare di titoli in borsa, il magnate -compreso che l’umile lavoratore vi aveva investito i suoi pochi spiccioli- fu colto dal terrore e corse a liquidare tutte le proprie posizioni azionarie, salvando così il suo patrimonio dal crollo finanziario del 1929. Il suo ragionamento cinico ma realistico: se anche il lustrascarpe si ritrovava a investire in azioni, forse c’era troppo ottimismo!

 

SEGNALI CONTRADDITTORI

Oggi come allora troviamo segnali contrastanti che provengono dai grandi investitori, molti dei quali hanno alleggerito decisamente le proprie posizioni azionarie proprio mentre i fondi d’investimento che rappresentano i piccoli investitori sono invece ai massimi dell’assunzione del rischio! Per di più la volatilità dei corsi a Wall Street è recentemente scesa ai minimi di sempre (qui sotto il grafico) fornendo così la medesima indicazione: c’è probabilmente un eccesso di compiacenza per le quotazioni di borsa.


Non per niente secondo l’ultimo sondaggio condotto tra i fund manager da Bank of America-Merrill Lynch, la liquidità in pancia alle gestioni di portafoglio sembra oggi essere scesa ai minimi termini: il 4% del totale vale a dire il 20% in meno del valore medio degli anni passati, pari al 5%.

LE REGINE DELL’A.I.

Nel frattempo tivù e giornali celebrano i nuovi massimi dell’indice Standard & Poor’s 500 della borsa americana, raggiunti peraltro ancora una volta quasi esclusivamente sulla base degli ultimi record di capitalizzazione di alcuni grandi titoli tecnologici, quelli più legati al successo senza precedenti delle applicazioni derivanti dall’Intelligenza Artificiale (A.I.), quali ad esempio Microsoft e NVIDIA.

La prima delle due società è oggi quella che capitalizza di più a Wall Street: 3.100 miliardi di Dollari, dopo aver rubato il primato alla Apple che è scesa ad una “market cap” di 2.900 miliardi, e ovviamente perché controlla di fatto Chat GPT, oggi il più diffuso sistema di A.I. a disposizione del pubblico. La seconda società perché è quella che sta più beneficiando del boom delle vendite di microchip di ultima generazione (quelli necessari per i supercomputer dell’A.I.) e perché è riuscita a più che raddoppiare la propria capitalizzazione in pochi mesi arrivando al terzo posto della classifica globale con un valore di borsa che supera i 2.600 miliardi di Dollari.


Le cose però non vanno altrettanto bene per il resto del mercato. Nella stessa Wall Street l’indice delle imprese di piccola e media taglia (Russell 2000) ha realizzato una performance molto minore (il 16% contro il 26%) come si può vedere qui sotto:


Nello stesso periodo (un anno) l’indice delle principali 600 azioni europee realizza una performance ancora inferiore (il 12% contro il 26%) come si può vedere dal grafico:


I GRANDI INVESTITORI RESTANO LIQUIDI

Ma soprattutto ci sono i comportamenti dei maggiori investitori internazionali che dovrebbero fare paura al mercato: da Warren Buffett che ha portato a quasi 190 miliardi di dollari la liquidità complessiva detenuta dalla sua holding Berkshire Hathaway (contro i 163 di fine 2023) (si veda il grafico qui sotto in cui si evidenzia lo straordinario tempismo di Buffett circa la liquidità accumulata in prossimità dei picchi di valutazioni azionarie), fino a Jeff Bezos che ha venduto circa 2 miliardi di Dollari di azioni della propria società (Amazon).

Insomma le straordinarie performances raggiunte dal principale mercato azionario globale e al tempo stesso i piccoli passi indietro che vediamo compiere da parte delle vecchie volpi del mercato lasciano ritenere che sia maturato nell’aria forse un eccesso di ottimismo.


MA I PROFITTI ABBONDANO

Intendiamoci: l’A.I. sta davvero creando una rivoluzione economica globale paragonabile forse soltanto a quella della digitalizzazione (di cui è peraltro la più importante delle conseguenze). Ma è altrettanto vero che la crescita impetuosa del valore di capitalizzazione di borsa dei grandi colossi tecnologici americani ha superato ogni aspettativa. Dunque si tratta probabilmente di una bolla speculativa, anche se non appare così scontato che quella bolla possa esplodere, dal momento che il mercato è divenuto molto selettivo e la crescita di valore di borsa o si accompagna a crescite altrettanto impressionanti dei profitti oppure ne vengono penalizzati, come nel caso di Intel.


È importante notare che, laddove la crescita dei profitti dovesse proseguire, la bolla speculativa intorno all’A.I. potrebbe non esplodere affatto. In questo periodo ad esempio molte imprese stanno performando meglio di quanto previsto e ciò fornisce supporto all’elevatissimo livello dell’indice americano S&P500: gli analisti stanno aumentando le previsioni sugli utili per il trimestre in corso al ritmo più rapido degli ultimi due anni. Con quasi il 90% delle società dell’indice che hanno presentato i loro bilanci per questa stagione degli utili, i risultati positivi del primo trimestre hanno spinto Wall Street ad aumentare le previsioni di profitto per il secondo trimestre 2024. Eventuali indicazioni positive potrebbero essere ulteriore benzina nel motore degli acquisti.


E ci sono buone ragioni per crederlo, anche se occorre anche tener presente il fatto che esistono al momento anche dei limiti strutturali alla diffusione dell’A.I. Il primo dei quali risiede nel forte consumo di energia degli enormi calcolatori che la mettono a disposizione. Il giorno invece in cui dovessero finalmente diffondersi a prezzi accettabili i nuovi calcolatori “quantistici” questo problema potrebbe attutirsi. Così come è possibile che cresca in maniera significativa la capacità di generare più abbondante energia da fonti rinnovabili, con la quale potranno cadere gli attuali limiti allo sviluppo delle applicazioni basate sull’A.I.

I LIMITI ALLA DIFFUSIONE DELL’A.I.

Un altro importante passo verso lo sviluppo delle applicazioni dell’A.I. risulta essere la velocità di circolazione delle informazioni in rete, a causa della vetustà delle attuali tecnologie di trasmissione rispetto a quanto sarebbe necessario per una diffusione capillare dell’A.I. La tempistica di costruzione di nuove “autostrade informatiche” al momento impone qualche strozzatura. L’eventuale possibilità di accelerare lo scambio di informazioni in rete potrebbe invece fare una grande differenza.

Per tutti questi motivi l’intelligenza artificiale può sì contribuire all’inaugurazione di una nuova rivoluzione tecnologica e culturale, che però non può che passare dall’allargamento di tutte le altre infrastrutture necessarie e quindi non potrà accrescersi verticalmente. Un significativo grafico redatto da GARTNER quasi un anno fa evidenziava questi concetti:


Esistono tuttavia anche ragioni diverse dagli sviluppi dell’A.I. alla base dell’attuale euforia dei mercati finanziari. Ad esempio la grande liquidità totale in circolazione, che resta elevata nonostante tutto e che sorregge molti valori.

LE BORSE SEGUONO L’ANDAMENTO DELLA LIQUIDITÀ

Nel grafico sotto riportato vediamo l’indice globale del valore azionario Morgan Stanley Capital International che segue negli anni più o meno esattamente l’andamento della liquidità globale.


L’ottimismo delle borse peraltro si accompagna a cocenti delusioni da parte di quasi tutti gli acquirenti di titoli a reddito fisso, recentemente scesi ai minimi dal momento che i tassi d’interesse impliciti che il mercato esprime non sono calati come ci si aspettava ma anzi rimangono a livelli decisamente elevati e quasi vane sembrano risultare le aspettative circa i tagli dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali.


Dunque il disinvestimento dai titoli a reddito fisso genera liquidità per le borse. Da questo punto di vista però potremmo oramai essere giunti al capolinea, a meno di nuove importanti (e ad oggi imprevedibili) ondate inflazionistiche che portassero i tassi ad ulteriori rialzi. A giorni ci saranno le nuove rilevazioni dell’inflazione americana.


La maggior parte delle borse occidentali, in definitiva, ha raggiunto rapidamente quotazioni elevatissime che corrispondono sì alla crescita dei profitti, ma si potranno giustificare soltanto con una loro prosecuzione e una moderata inflazione, ma al tempo stesso con una tenuta dei consumi tale da dimenticare ogni possibilità di recessione o anche soltanto di “atterraggio morbido”. Un’aspettativa di congiuntura decisamente favorevole che non è detto possa trovare fondamento nella realtà dei prossimi mesi.


Si tratta evidentemente di attese molto ottimistiche, e occorre notare peraltro che gli attuali record o di borsa sono comunque da ascrivere ad una fortissima concentrazione dei rialzi su pochi grandi titoli ed una molto minore attenzione agli altri comparti dei mercati borsistici. Per una lunga serie di ragioni è pertanto possibile che la corsa delle borse, se anche dovesse proseguire, possa prendersi una pausa.

I POSSIBILI ARBITRAGGI

Innanzitutto è cresciuto così significativamente il divario tra le blue chip tecnologiche e tutte le altre aziende che, sino a quando non dovessero calare significativamente i tassi d’interesse (e al tempo stesso dovessero rimanere immutate le prospettive di incremento dei profitti), iniziano a crearsi tali spazi per arbitraggi tra titoli sopravvalutati e sottovalutati che si può pensa resti difficile pensare a una prosecuzione pedissequa verso l’alto delle tendenze osservate sino ad oggi.


In secondo luogo occorre notare che la prima ondata inflazionistica ha costituito essenzialmente un vantaggio per le imprese poiché in molti casi ha consentito un rialzo dei prezzi di vendita più che proporzionale all’incremento dei costi. Man mano però che i salari si adeguano alla svalutazione monetaria e qualora i consumi primari dovessero rivelarsi più deboli che in passato allora molte imprese potrebbero subire l’effetto opposto: i costi di produzione potrebbero crescere più velocemente dei prezzi di vendita.

L’A.I. FAVORISCE I PAESI CHE POSSONO INVESTIRE DI PIÙ

E’ vero che molte imprese potrebbero riuscire a vincere la sfida di una maggior efficienza gestionale affidandosi alle nuove tecnologie di A.I., ma è altrettanto vero che questo potrà succedere soltanto in presenza di abbondanti capitali a disposizione per effettuare gli investimenti necessari. Una cosa relativamente probabile nei paesi più industrializzati e, al contrario, piuttosto difficile da realizzare presso molte economie emergenti. Uno scenario relativamente distopico che potrebbe tuttavia alimentarsi con l’erigersi di barriere commerciali tra Oriente e Occidente del mondo.

 

Stefano di Tommaso




APPUNTI DI TRADING

N. 77 – sa 25 mag 2024

 

Operazioni in essere : merc 22.5 comprato 1 JULY COTTON a 79 ( dollar cents per 50.000 libbre )

Segnalo che lu 20.5 GOLD giugno alle 8.20 del mattino, orario di apertura della SIM che ospitava la vendita eseguita a 2420, era già poco sopra il livello di stop loss di 2450; pertanto ho dato ordine di chiusura a Mercato, che è stato eseguito a 2451,3 registrando una perdita di ( 31.3 x 10 usd ) = 313 usd, pari a 290 euro.

GOLD FUTURE è rimasto veramente poco tempo sul prezzo di stop loss, per poi galleggiare 2 gg e crollare di 125 usd tra merc 22 e gio 23.

Cosa succede dopo uno stop loss non ci deve interessare, anche se infastidisce.

GOLD AGOSTO 24

Le prossime posizioni verranno aperte sul contratto di agosto, che costa 22 usd in più, perché giugno va in consegna.

GOLD, dopo la chiusura mensile sopra 1998 del 30 nov 2023, ha cambiato comportamento e si può stare su questo Mercato solo accettando stop loss % molto più ampi di prima, come annunciato ben prima di tale evento.

Cercherò una strategia sopportabile per la Lettera.

Credo di non aver mai allegato per GOLD tre grafici con le diverse compressioni temporali.

Oppure raramente.

Lo faccio ora perché è importante che i lettori visualizzino :

– Perché un acquisto non può essere a basso rischio sopra 2088 – 2146 ( mensile )
– La accelerazione è partita alla rottura di 2088, come al tempo fu annunciato ( settimanale )
– Il pull back millimetrico a 2146 – purtroppo – potrebbe aver fatto una base solida, che renderà difficile scendere fino alla zona gradita, intorno 2088 ( giornaliero )

SILVER LUGLIO 24

Attualmente SILVER percorre furiosamente range enormi ed è fuori portata per il profilo di questa Lettera, ma anche per me personalmente, pur potendo intervenire durante la settimana.

SILVER resta utile, nel breve termine, solo per visualizzare cosa succede quando un Mercato allarga i range giornalieri – settimanali.

SILVER ha fatto un movimento al rialzo di 24,9 % dal 2 maggio ( 26,02 cash ) al 20 maggio ( 32,51 cash ) in sole 12 sedute.

Nessun commento.

Se qualche lettore ancora ritenesse che gli stop loss fanno perdere soldi ( vero ) e quindi è meglio non metterli ( falso ), questo grafico ben illustra quale distruzione porti essere posizionati rovesci, senza stop loss inserito.

SILVER richiede pazienza, a costo di un lungo rinvio.

DOW JONES INDU CASH

Ha segnato un nuovo massimo di pochi ticks a 40077, per poi esprimere un ampio outside settimanale, giù fino a 39023. Crollo di 1000 punti tutti in poche ore, dicono………………………………perché i dati USA sono da economia forte e quindi i Mercati temono rinvio nel taglio dei tassi.

Ingestibile.

Avevo scritto “ Secondo l’analisi tecnica, si può solo acquistare. Lo ritengo molto pericoloso. La salita dal minimo di 32327 cash di fine ottobre 2023 è ormai del 25 % Attendo i primi 15 gg di giugno per valutare se, con la mini discesa da 39889 a 37611 cash, abbiamo azzerato il contatore dei 180 mesi di rialzo e si riparte al rialzo

Così resta lo scenario.

NASDAQ 100 CASH

Da molto tempo NAS 100 è sostenuto dai MAGNIFICI SETTE e da poco altro, ma nell’ultima settimana la crescita di NVIDIA di oltre il 10 % è stata sufficiente a segnare un nuovo top assoluto.

Di certo non compro, esattamente come in febbraio scrivevo che i preziosi si potevano comprare oppure guardare, ma assolutamente non vendere.

Al momento guardo e venderò solo se NAS 100 mi offrirà uno stop loss non oltre il 2 -3 %.

COTTON JULY FUTURE

Dei due ordini inseriti lo scorso lu 20.5 JULY COTTON non è stato così collaborativo da scendere a 71 cents e quindi, purtroppo, l’acquisto è scattato a 79 cents, alla rottura del top della settimana precedente.

Questo prezzo “alto” ostacola un secondo acquisto, perché mi farà salire il prezzo medio.

Vi ricordo perché questo Mercato mi interessa:

“…………………………….dal grafico settimanale osservo che JULY COTTON è sceso per 8 settimane, poi ha illuso per una settimana, con successivo outside ribassista, per poi registrare un nuovo minimo merc 15.5 a 73,68 .
Il tutto con una discesa da 103,80 a 73,68.

Crollo del 29 % dai primi di marzo 2024.

Dal grafico mensile osservo che :

la metà in più di 48,35 è 72,525

tre quarti di 103,8 è 77,85

metà di 155,95 è 77,975

Una rilevante concentrazione di impulsi intorno ai prezzi registrati in maggio.”

Segnalo infine che nella settimana 20 – 24 maggio :

– a 78,43 cents è stato rotto il top settimana precedente
– circa 77 è stato il top dal 16 al 20 maggio, ante accelerazione
– 78,14 è il 50 % dell’impulso rialzista da 73,68 a 82,60

Nel caso che mi occupa, ringraziandolo di avermi fatto partecipe del suo cruccio, ho confermato al caro amico, che gestisce un comparto dedicato alle commodity, che COTTON si trova in un punto di possibile inversione, anche significativa, se in giugno verrà rotto il top di maggio, ancòra non conosciuto e pertanto, sin dal mattino di lu 27.5, inserirò il seguente ordine :

– acquisto di 1 LUGLIO COTTON a 77 con stop loss a 70 per entrambi i contratti

Se, sperabilmente, lo stop loss non verrà centrato, forse dal 1 giugno alzerò la protezione vicino al minimo di maggio, oggi ancora non conosciuto.

 

Leonardo Bodini

 

 

 




BORSE, RAME E INFLAZIONE

Il prezzo del rame è aumentato del 29% da inizio anno (una performance da moltiplicare quasi per tre se vogliamo annualizzarla) raggiungendo gli attuali livelli record a causa delle prospettive crescenti di domanda della materia prima. Dobbiamo preoccuparci? La risposta che diamo è: “non troppo”. Nel senso che la probabilità di un ritorno dell’inflazione è inversamente proporzionale alla probabilità dell’arrivo di una recessione. La brutta notizia dunque si accompagnerebbe ad una bella prospettiva. Le borse poi non è affatto detto che ne risentiranno negativamente. Anzi!

 


IL RISCHIO DI UNA SECONDA ONDATA D’INFLAZIONE

Esattamente cinquant’anni fa l’inflazione, dopo una prima importante discesa, era ritornata a mordere esattamente come promette di fare nei prossimi mesi, come mostrato nel grafico comparativo sotto riportato:


Certamente , c’è più domanda di rame nel mondo a causa dell’espansione degli investimenti in elettricità da fonti rinnovabili, della necessità di incrementare le portate delle interconnessioni elettriche cittadine (più colonnine per le auto elettriche, ad esempio) di computer super-potenti per usare l’intelligenza artificiale, ma anche a causa della crescente digitalizzazione e della necessità di accrescere l’efficienza energetica, la cui risposta passa -quasi sempre- dall’elettrificazione di apparecchiature che prima consumavano carburanti di origine fossile e oggi elettricità (come ad esempio le pompe di calore).

LA SCARSITÀ DI OFFERTA

Ad esacerbare l’escalation dei prezzi del rame -come di molti altri metalli e materie prime- c’è tuttavia anche una certa scarsità di offerta. Un rapporto di Goldman Sachs indica che gli investimenti nelle società minerarie nel 2022 sono stati inferiori di quasi il 50% rispetto alla spesa nel 2010. E poi la scarsità di materia prima rispetto alla domanda deriva anche dalle tensioni geopolitiche recenti, dal momento che molte miniere e riserve di questi materiali risultano “oltre cortina”. Quella cortina artificiale costruita negli ultimi anni dall’Occidente che intende sanzionare i Paesi Emergenti rei di non sottomettersi.


Cosa che sta tra l’altro ponendo le premesse per un rialzo generalizzato dei prezzi delle materie prime, che per fortuna al momento non si è ancora concretizzato. La Cina ad esempio svolge un ruolo chiave nella catena di approvvigionamento del rame, ma ne è allo stesso tempo uno dei maggiori consumatori. E il recente programma governativo dell’ex celeste impero di spendere un trilione di yuan in infrastrutture fa temere che la cosa possa continuare. Anche per questo motivo l’impennata dei prezzi del rame è stata guidata anche dalla speculazione di numerosi fondi di investimento.

IL POTERE DIVINATORIO DEL RAME

Ma storicamente “dr.Copper” come veniva canzonatoriamente chiamato il rame, è sempre stato un indicatore fortemente anticipatorio di circa tre mesi sull’inflazione, come mostra il grafico qui riportato.


Il rischio vero quindi è un altro: quello che la congiuntura attuale possa portare a rincari generalizzati dei fattori di produzione che, tempo qualche mese, si traducano in prezzi più alti al consumo. Cosa riconosciuta dalla maggior parte degli economisti e qui sotto sintetizzato da Matteo Farci per Investing.com

L’INFLAZIONE IN ITALIA

Un recente studio della CGIA di Mestre ha indicato i rincari della spesa media delle famiglie italiane a fine 2023 in circa 4mila euro sui 22 mila spesi a fine 2021 (18,2% in due anni). Nella tabella qui sotto riportata gli incrementi più significativi :

https://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2024/05/inflazione-per-citta-18.05.2024.pdf

I TASSI RESTERANNO ALTI

Insomma il rischio di una seconda ondata inflazionistica è tutt’altro che definitivamente accantonato, e lo dimostrano le straordinarie performances del settore bancario (soprin Italia) che tengono conto della possibilità che i tassi d’interesse restino ancora alti per un po’, anche a causa della sempre strisciante svalutazione monetaria, spesso mal riportata dagli indici ISTAT .


LA SVALUTAZIONE MONETARIA

E infatti, se prendiamo il prezzo dell’oro come indicatore di lungo termine della svalutazione monetaria, possiamo vedere come la straordinaria crescita dell’indice Dow Jones negli ultimi due anni (quasi raddoppiato dai livelli pre-covid), essa rimane quasi a zero se misurata in rapporto al prezzo dell’oro (linea nera nel grafico qui riportato ):


L’indicazione è peraltro significativa della grande supremazia degli investimenti azionari di preservare il valore originario del capitale investito in epoche d’inflazione, ma al tempo stesso sta a indicare un livello di svalutazione “reale” molto diverso da quanto indicato dai nostri Istituti di Statistica!

Stefano di Tommaso