APPUNTI DI TRADING

N. 59 – sabato 20 gennaio 2024

 

Operazioni in essere : nessuna

lu 27 nov 2023 comperato 1 FEB MICRO GOLD FUT a 2035 e martedì 16 gen 2024 comperato un secondo FEB MICRO GOLD FUT a 2030, entrambi stoppati mercoledì 17 gen a 2015 con una perdita di 2035 – 2015 = usd 200 e 2030 – 2015 = usd 150

mart 16 gen venduto 1 MAR MINI DJ a 37440, stoppato ven 19 genn a 38115 con una perdita di (38115 – 37440 = 675 punti x usd 5 pari a usd 3375 )

GOLD FEBB 24

La rottura del TRIPLO MASSIMO ( 2075 – 2070 – 2060 ), che attendo, ancora non si vede.

Se e quando ci sarà (la dichiarerò dopo una chiusura settimanale sopra 2090 cash ) mi aspetto un forte movimento al rialzo con obiettivi anche molto lontani.

La mia ipotesi è che, molto lentamente, GOLD riceva denaro in uscita dalla liquidità mondiale, per fare una passeggiata al rialzo.

La settimana 8 – 12 aveva segnato la scadenza di un ciclo di medio rilievo e avevo utilizzato il minimo come nuovo e più alto livello di stop loss ( alzando da 1970 a 2015 ) con incremento della posizione a 2030.

GOLD ha rotto il minimo della settimana precedente, ma si è fermato, al momento, a 2002, sfiorando il noto livello di 1998. Credo che GOLD non abbia invertito al ribasso, ma che si tratti di un secondo pull back in zona 1998, dopo quello a 1973, appena seguente alla sfuriata notturna a 2146.

Dopo la consueta settimana di pausa, le operazioni saranno eseguite sul future con scadenza aprile, in quanto febbraio presto andrà in consegna.

Resto convinto di un rialzo, finchè GOLD CASH non rompesse 1973.

SILVER MAR 24

Avevo scritto :

SILVER è sceso molto più di GOLD, ma solo fino a 22,43 USD, senza raggiungere il livello di 22 che mi interessava, pertanto l’acquisto avrebbe richiesto uno stop loss troppo ampio.

Al momento la Lettera lo monitora, senza inserire ordini.

DOW JONES INDU CASH

NUOVO MASSIMO ASSOLUTO

E’ stato rotto il top di 36952 dell’inizio gen 2022 e il Mercato è salito a 37933 DJ CASH. Continua a segnare nuovi record, di pochi punti ogni volta, ma non molla.

DOW JONES CASH nell’ultima settimana, dopo che la Lettera ha venduto alla rottura di 37440 di FEB FUT, è sceso poco, ha toccato la trend line che sale da 28660 e che avevo colorato in GIALLO nel grafico che accompagnava la prec. Lettera 58 ed è schizzato su in outside.

Sapevo che c’era un ostacolo ? Certamente, sennò non avrei colorato di giallo la zona della trend line, ma l’uscita al ribasso dalle due settimane dal 2 gen al 12 gen aveva un medio significato ciclico e meritava l’apertura dello short.

Il punto è che un segnale di simile valenza interesserà NAS 100 tra due settimane ( 29 gen – 2 feb ) con obiettivi intorno a 17500 – 17700, ormai quasi raggiunti e sembra che la forte positività che sta interessando NAS 100 sostenga anche DOW JONES.

Con minore forza, ma sostiene.

NASDAQ 100 CASH

E’ il momento di questo Mercato.

Ha ritrovato molta forza relativa rispetto a DOW JONES e tre dei sette titoli FAANG + MICROSOFT + TESLA hanno registrato il top storico in questa ultima settimana.

Una quota che oscilla tra il 70 e il 100 % del rialzo dell’intero indice, composto da 100 titoli, deriva dall’incremento ( inesauribile ? ) dei più volte citati FAANG + 2 ( ho tolto Netflix perché nessuno più ne parla ).

Storicamente queste situazioni hanno provocato gravi danni ai frequentatori del mercato, quindi sto lontano.

Al pari di DOW JONES, NAS 100 non può certamente essere comprato, ma non vi è una figura gestibile per vendere con stop loss contenuto.

La mia analisi del tempo porta ad attribuire un certo rilievo alla settimana da lu 29.1 a ven 2.2

Se poi NAS 100 salisse e si fermasse intorno a 17500-17700 ( + 1-2 % da ora ) proverei una grande soddisfazione.

Giunti eventualmente a quei prezzi, tutto da verificare che il Mercato inverta, ma si creerebbe un pattern interessante.

Se in gennaio ci fossero eventi esogeni negativi, quei gg a cavallo del primo feb 2024 potrebbero diventare un minimo da comprare.

NOTA FINALE

Con il senno di poi, che non fa ricchi, ma serve ugualmente, forse dovevo tenere più largo lo stop loss su GOLD, su cui resto comunque positivo ed attendere che anche NAS 100 vedesse scadere il ciclo del 29 gen – 2 feb prima di andare a ribasso su DOW JONES.

Come avevo anticipato :

– il profitto del 32 % che avevo conseguito in 10 mesi al 28 ago 2023 era sopra ogni media di settore, il conto arriva sempre;
– SILVER è veramente un Mercato molto difficile, poco adatto alla cadenza settimanale di questa Lettera.

Aumenterò l’impegno

Leonardo Bodini

 

 

 




LCH COMMUNICATION & PUBLIC AFFAIRS

LCH COMMUNICATION & PUBLIC AFFAIRS  è una divisione della Compagnia Holding Merchant Banking che fornisce tutta una serie di servizi di comunicazione istituzionale per le imprese. In particolare modo per il settore finanziario.

 

Ma cosa sono esattamente le PR finanziarie e perché sono importanti?

Le PR finanziarie sono una pratica specializzata di relazioni pubbliche incentrata sul settore finanziario. Il focus delle PR finanziarie è sulla gestione e il miglioramento della reputazione e del profilo delle organizzazioni con le parti interessate, inclusi investitori, pubblico in generale, enti governativi e altro ancora. L’obiettivo è creare un’immagine positiva, creare fiducia e credibilità e generare valore per l’organizzazione.

Le relazioni pubbliche creano fiducia e credibilità per le organizzazioni finanziarie. Gestendo la narrativa su un’azienda e le sue offerte, le aziende possono trarre vantaggio attraendo e fidelizzando investitori, clienti, fornitori e partner.

In modo proattivo, le PR aiutano a costruire la reputazione di un’organizzazione definendo per le parti interessate i valori, gli obiettivi e le offerte dell’organizzazione. Le PR migliorano non solo i prodotti e i servizi offerti da un’azienda, ma anche i suoi dipendenti. Facendo crescere dipendenti e leader come esperti nel loro campo, le PR aiutano le parti interessate a comprendere il risultato di qualità che possono aspettarsi da un’organizzazione.
Buone PR creano e rafforzano il vantaggio competitivo e possono aiutare a costruire una migliore partecipazione di tutti i collaboratori.

Le  relazioni pubbliche svolgono anche un ruolo reattivo, nel rispondere alle situazioni speciali che le organizzazioni devono affrontare. Se dovesse verificarsi un imprevisto, la funzione PR è in prima linea, rispondendo ai media, controllando la narrazione e istruendo leader, dipendenti e stakeholder chiave attraverso apparizioni e commenti pubblici.

Avere una strategia consolidata in atto aiuta a guidare la direzione di tutti gli sforzi di PR. Offre a tutti gli individui coinvolti nel processo di PR una voce unificata e una tabella di marcia da seguire. La strategia aiuta a posizionare l’organizzazione all’interno del mercato e nella prospettiva più ampia del pubblico definendo le principali parti interessate, messaggi e principi guida.

Le singole campagne dovrebbero avere ciascuna le proprie strategie che si adattino anche al contesto della strategia generale di PR dell’organizzazione.

Le strategie di PR possono supportare obiettivi organizzativi, storie uniche come transizioni di ruolo, annunci di prodotti e/o funzionalità, campagne di marketing e altro ancora.

Un team di PR finanziarie è essenzialmente un’estensione dell’azienda e che lavora per costruire e promuovere il marchio, sviluppare i messaggi chiave, la missione e garantire che i grandi annunci della azienda raggiungano le persone giuste al momento giusto.

Potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa, dall’espansione in uno spazio ufficio più grande, al lancio sul mercato azionario e tutto il resto: un’attività di PR assicura che si parli di ciò che conta per il pubblico target e che l’attività sia nella forma migliore per attirare nuovi clienti.

La specializzazione in  relazioni pubbliche  finanziarie, comprende le relazioni con gli investitori, con le banche, hedge fund, investitori, compagnie assicurative, associazioni di categoria, altre società di servizi finanziari e stakeholder

Mentre per il servizio di Public Affairs e Advocacy con partner specializzati che operano direttamente accreditati negli enti governativi. Lo scopo di questo servizio è di valutare come affrontare i rischi e le opportunità che emergono dalla legislazione, dalla regolamentazione e dall’attività politica più ampia nell’interesse dei clienti e azionisti con un servizio mirato al bisogno del cliente stesso.

LCH Communication & Public Affairs è un servizio di La Compagnia Holding che fornisce consulenza indipendente in:

• Institutional Communication
• Pubblic affairs & Advocacy
• Financial Communication
• Investor relations
• Crisis management
• Lobbying
• Stakeholder engangement
• Reporting

Inoltre ricerca e valorizzazione sulla gestione del patrimonio di privati, famiglie, aziende, family office. Analisi, gestione del patrimonio culturale, nonché l’individuazione di strategie di investimento, pianificazione del passaggio generazionale e consulenza in operazioni di acquisizione e fusione. Nonché assistenza economica, fiscale e legale attraverso le proprie partnership.

 




ORA I MERCATI FINANZIARI CERCANO LA QUALITÀ

Dopo un 2023 chiuso all’insegna di una relativa stabilità, del calo dell’inflazione e di un grande ottimismo relativo agli sviluppi economici, è divenuto sempre più evidente che sarebbe arrivati ad un momento della verità in cui i mercati finanziari si sarebbero confrontati con la dura realtà degli scontri armati e dei problemi che da questi derivano per il commercio internazionale per i prezzi delle principali materie prime. Investitori e risparmiatori stanno oggi prendendo atto di una congiuntura economica e politica che sta deteriorandosi velocemente, sebbene non ci sia panico nelle borse valori, la liquidità dei mercati resti elevata e, per il momento, le notizie relative alla dinamica dell’inflazione non siano tali da rovesciare le aspettative. È tuttavia normale che -in presenza di segnali contrastanti- si ritorni alla cautela e che, di conseguenza, gli operatori tornino a fare due conti e a prendere precauzioni. Il che tuttavia può contribuire a frenare ulteriormente lo sviluppo economico globale.

 

L’INFLAZIONE RIALZA LA TESTA
L’inflazione dei prezzi sta negli ultimi mesi “rimbalzando” dopo una rapida discesa negli ultimi mesi del 2023, come del resto era ampiamente prevedibile per chi avesse avuto voglia di osservare i segnali che arrivavano da ogni parte, ma ciò ha ugualmente stupito molti operatori finanziari che continuano a sperare in una prosecuzione delle buone notizie e a guardare le prime correzioni sui mercati come “scossoni” lungo la strada. Inizialmente si pensava che il dato potesse riguardare soltanto l’Europa, ma poi si è confermato il medesimo andamento anche negli U.S.A.

Che non si tratti di una situazione troppo semplice lo attestano oramai fatti e numeri, e già la dissonanza cognitiva degli operatori potrebbe risultare segnaletica dell’eccesso di ottimismo in circolazione sino alla settimana scorsa. Se i mercati cioè sono stati colti di sorpresa perché malati di troppo ottimismo, allora è lecito temere che i ribassi delle quotazioni potrebbero non essere terminati. I dati sull’inflazione, sebbene non preoccupanti, spingono quantomeno a posporre le attese di ulteriori ribassi nei tassi d’interesse e già solo questo può comportare qualche “storno” sul reddito fisso per riposizionare le aspettative in coerenza di uno scenario meno favorevole.

ADDIO “SOFT LANDING”?
Anche la narrativa a proposito dell’economia reale, per la quale si parlava da parecchio tempo di “soft landing” o addirittura di “no landing” cioè di un rallentamento ciclico dell’attività economica così moderato da non generare quasi delle conseguenze negative (o di nessun rallentamento), rischia – almeno per l’Europa – di non venire riscontrata dai fatti. L’Italia ad esempio, che è la seconda potenza industriale del vecchio continente, sta purtroppo seguendo l’andamento della prima, cioè dell’economia tedesca, nel calo costante della produzione industriale e dei consumi.

I dati sulla sostanziale tenuta del prodotto interno lordo italiano sono da considerare con circospezione perché le altre variabili macroeconomiche rivelano una situazione peggiorativa. Se i prossimi sviluppi dovessero restare negativi l’Occidente sarebbe costretto a prendere atto dell’arrivo di una recessione, che porterebbe con sé instabilità finanziaria e minori prospettive di profitto rispetto a quelle attualmente scontate dalle quotazioni dei listini di borsa.

Tuttavia si sa che l’economia reale appare spesso in contrapposizione con i mercati finanziari. E perché questi volgano al pessimismo molto dipenderà -come sempre— dall‘acuirsi delle tensioni geopolitiche e dall’eventuale prosecuzione dei conseguenti rialzi dei prezzi di materie prime ed energia. Ma non si può non registrare qualche preoccupazione anche in questa direzione, dal momento che -dopo i bombardamenti in Yemen- il petrolio è subito ritornato intorno agli 80 Dollari al barile: un livello che, se dovesse rimanere a lungo (o addirittura peggiorare) scatenerebbe la risalita dei costi industriali.

LA LIQUIDITÀ IN CIRCOLAZIONE
A complicare la situazione però -mentre nelle ultime ore si diffondono notizie negative per le quotazioni di borse e titoli a reddito fisso- resta il fatto che circola ancora moltissima liquidità, e quest’ultima da qualche parte deve pur essere investita, anche perché se l’inflazione resta viva allora il “costo” in termini di perdita di valore nel mantenere il denaro liquido dev’essere giustificato. Un fulgido esempio (e anche forse una conseguenza) ne è la risalita del cambio dei Bitcoin.

Questi ultimi, al pari dell’oro e di altri beni-rifugio, non recano un rendimento e non aiutano lo sviluppo dell’economia reale. Anche se sono divenute una vera e propria “asset class” (categoria di investimento finanziario) le criptovalute restano dunque una riserva di valore a carattere fortemente speculativo. Nel grafico qui sotto la stima del “sentiment” di mercato a fine anno:

La grande liquidità in circolazione sembra peraltro destinata a restare a lungo (almeno a Wall Street) perché le banche centrali si sono accorte che riducendola mettono a forte rischio di instabilità l’intero sistema finanziario (con la possibilità che questo alimenti una nuova crisi di fiducia come quella del 2008). E se sui mercati continuerà a circolare molta liquidità allora quegli analisti che iniziano già ad attendersi decisi ridimensionamenti delle borse potrebbero rimanere delusi, perché molti altri faranno buon viso a cattivo gioco evitando di restare in balia dell’inflazione che erode valore alla liquidità.

LO SGUARDO VOLGE DUNQUE ALLE PROSSIME TRIMESTRALI
A meno che -ovviamente- la tensione nei rapporti tra Oriente e Occidente del mondo non arrivi a degenerare, ampliando e moltiplicando a dismisura le “zone calde” del pianeta fino a mettere seriamente a rischio le prospettive di profitto delle maggiori imprese quotate. Se il rischio è concreto tuttavia lo si vedrà soltanto con l’arrivo dei nuovi conti economici delle maggiori imprese, che per il momento non sono quasi state toccate dalla frenata dei consumi.
Se invece i profitti delle aziende dovessero subire decisi ridimensionamenti allora si creerebbe spazio per giganteschi arbitraggi tra le valutazioni d’azienda impliciti nelle quotazioni di borsa e gli effettivi minori valori che le imprese industriali sarebbero disponibili a riconoscere nelle operazioni di fusioni e acquisizioni (M&A). Un primo segnale in tal senso è peraltro già arrivato tanto dagli investimenti del Private Equity quanto dall’M&A industriale, entrambi in forte frenata già dalla seconda parte dello scorso anno.


LE NUOVE TECNOLOGIE TRAINANO LA CRESCITA
Un rischio, quello del calo dei profitti, quantomai concreto sì, ma non ancora una certezza, anzi! A favore di chi preferisce guardare ai mercati con ottimismo restano molte buone notizie relative all’andamento positivo di consumi e investimenti nelle economie emergenti come pure agli sviluppi delle nuove tecnologie, che migliorano l’efficienza energetica con la riduzione del consumo di energia e il moltiplicarsi delle fonti “rinnovabili” e -soprattutto- incrementano la produttività industriale con il diffondersi delle applicazioni dell’intelligenza artificiale (AI) : una vera e propria rivoluzione dentro la rivoluzione digitale che sembra soltanto agli albori e destinata a cambiare permanentemente il modo di vivere e lavorare dell’umanità.
Da sempre le nuove tecnologie generano aspettative positive, aprono nuove opportunità di business, creano nuova ricchezza e stimolano importanti investimenti. E da sempre esse hanno determinato l’avvento di periodi di grande prosperità. Stavolta potrebbe essere giunto il momento dell’AI. Lo attesta ad esempio il sorpasso di Microsoft sulla precedente “regina delle borse”: l’Apple. Da considerare pur sempre un titolo tecnologico ma appesantito dal calo dei consumi nel mondo e non sufficientemente trainato dagli sviluppi dell’AI.


MA QUALCUNO SI ATTENDE CALI DELLE BORSE ATTORNO AL 10-15%
Ovviamente la tempistica di tali effetti positivi delle nuove tecnologie è tutta da verificare e nulla toglie che, prima di poter registrare nuovi periodi di crescita economica e dei mercati finanziari, si possa passare da un periodo di “storno” delle quotazioni espresse sui mercati. Un potenziale calo, stimato nel 10-15% dai valori attuali potrebbe vantare numerose giustificazioni (la presa di beneficio degli importanti guadagni pregressi e la possibilità che prosegua la rotazione dei portafogli) ma avrebbe ugualmente conseguenze pesanti in termini di “fiducia” dei risparmiatori nella prosecuzione dell’attuale ciclo economico.
Ne consegue che, al momento, in assenza di segnali “forti” di rassicurazione, la situazione congiunturale dell’economia e le elevate tensioni geopolitiche potrebbero spingere gli operatori ad una doverosa cautela, che si può tradurre quantomeno in una rotazione dei portafogli verso titoli più liquidi, emessi da aziende più solide o che possano vantare minore volatilità o infine che possano garantire l’erogazione di buoni dividendi anche in presenza di difficoltà.

FLIGHT TO QUALITY
Si tratterebbe del classico “volo verso la qualità” che quasi nulla potrebbe togliere al valore degli indici di borsa ma che contribuirebbe a generare conseguenze negative per l’economia reale, già afflitta da un elevato costo del denaro e dalle restrizioni del credito che ne derivano.

La rotazione dei portafogli potrebbe dunque collaborare al temporaneo “storno” dei mercati che oggi molti si aspettano, a causa della differente tempistica di vendita e di riacquisto dei titoli nelle gestioni patrimoniali.

TASSI D’INTERESSE ANCORA ALTI ?
Anche per i titoli a reddito fisso, è relativamente probabile che rimangano deluse le attese dei mercati finanziari circa i tagli dei tassi d’interesse che si presupponeva venissero operati dalle banche centrali già nella tarda primavera. Questa delusione tuttavia poco potrebbe cambiare nelle quotazioni dei bond a lungo termine, i cui tassi sono quelli che davvero possono orientare tanto le aspettative dei risparmiatori quando anche le valutazioni d’azienda e di conseguenza la “salute” delle borse. E al momento i tassi a lungo termine non hanno subìto grandi scossoni.
Dunque seppure molte aspettative circa i ribassi dei tassi d’interesse resteranno deluse, non è così scontato che questo significhi un crollo dei valori. Piuttosto il prolungamento della stagione dei tassi elevati non potrà che portare buone notizie per i bilanci di banche e finanziarie, che continueranno a vivere ottime stagioni dei profitti, mentre rischierà di creare ulteriori problemi all’industria, la quale necessita oggi più che mai di effettuare grandi nuovi investimenti.


LA BANCA CENTRALE EUROPEA POTREBBE STUPIRCI ?
Quest’ultima considerazione potrebbe lasciar pensare che la Banca Centrale Europea (BCE) prenderà addirittura il posto della Federal Reserve Bank of America (FED) nel lanciare per prima una nuova stagione di tagli ai tassi di sconto, ma personalmente -per quanto la cosa avrebbe molto senso con i problemi industriali che sta attraversando l’Eurozona- temo che non succederà ugualmente.
Non sembra proprio di scorgere grandi personalità al governo della BCE in questo momento ed è possibile che coloro che la governano abbiano ancora una volta un’ottima occasione per dimostrare tutta la loro mediocrità! Spero ovviamente di essere smentito dai fatti, perché questa sarebbe una buona notizia per tutti…

Stefano di Tommaso




APPUNTI DI TRADING

N. 58 – sabato 13 gennaio 2024

 

FASE IMPORTANTE PER DOW JONES e GOLD

Operazioni in essere :

lu 27 nov comperato 1 FEB MICRO GOLD FUT a 2035, ora con stop loss a 2015

GOLD FEBB 24

La rottura del TRIPLO MASSIMO ( 2075 – 2070 – 2060 ), che attendo, ancora non si vede.

Se e quando ci sarà (la dichiarerò dopo una chiusura settimanale sopra 2090 cash ) mi aspetto un forte movimento al rialzo con obiettivi anche molto lontani.

La mia ipotesi è che, molto lentamente, GOLD riceva denaro in uscita dalla liquidità mondiale, per fare una passeggiata al rialzo.

La settimana 8 – 12 che si è appena conclusa ha segnato la scadenza di un ciclo di medio rilievo e può essere utilizzata in due modi, anche complementari : utilizzo il minimo come nuovo e più alto livello di stop loss ( alzando da 1970 a 2015 ) e incremento la posizione, se vi sarà la rottura del top di 2070 di FEB GOLD FUT

Pertanto lu 15 gen, inserirò i seguenti ordini :

sin dal mattino compero 1 FEB MICRO GOLD FUT a 2030 e

dalle 16.30 ( ora italiana ) compero 1 FEB MICRO GOLD FUT in rottura di 2070,

con stop loss a 2015 per tutti gli acquisti effettuati.

SILVER MAR 24

Avevo scritto :

SILVER è sceso molto più di GOLD, ma solo fino a 22,63 USD, senza raggiungere il livello di 22 che mi interessava, pertanto l’acquisto avrebbe richiesto uno stop loss troppo ampio. Potrei personalmente acquistare il future marzo a intorno a 23 con stop loss a 22,60, ma una simile operazione, se realizzata, non parteciperà ad utili e perdite della Lettera, perché questa strategia va decisa e gestita con tempestività maggiore di quella settimanale.

Al momento la Lettera lo monitora, senza inserire ordini.

Segnalo che, rispetto a GOLD, SILVER appare più debole nelle ultime settimane.

Per comprendere l’ultima affermazione, basterà vedere che SILVER oscilla a metà del range da 20,69 a 25,51, mentre GOLD è nella parte alta del range da 1810 a 2146.

Inoltre SILVER è rimasto ben poco sopra il livello rilevante di 25,01 cash, mentre GOLD sembra faticare a tornare sotto 1998 cash che, secondo me, aveva un certo rilievo in chiusura mensile. E’ rimasto sotto solo poche ore dopo il 4 dicembre.

DOW JONES INDU CASH

NUOVO MASSIMO ASSOLUTO

E’ stato rotto il top di 36952 dell’inizio gen 2022 e il Mercato è salito a 37825 DJ CASH.

Siamo a nuovi record e il grafico settimanale ci ricorda che DJ è riuscito a riprendere la pendenza che aveva mantenuto per 11 mesi da ott 2022 fino a metà sett 2023, quando iniziò una discesa di oltre 2500 in 40 gg.

Avevo scritto :

“Certamente non posso comperare. Di fronte ad un nuovo top assoluto le Regole dicono che non si può vendere……………………… Cercherò con i miei quattrini una vendita in forza, sempre molto rischiosa, e poi cercherò un raddoppio in rottura di un minimo che regga almeno 3 – 4 gg. Il livello potrebbe essere dal TOP assoluto di 37790 fino a 38000 circa, non credo molto ad un ulteriore allungo.”

e infine

“Dai miei calcoli del tempo, le due settimane da mart 2.1 a ve 12.1 hanno un rilevante significato ciclico per DOW JONES, non altrettanto per NAS 100.

Controllerò quindi il comportamento.”

Osservo che :

– il periodo dal 2 gen al 12 gen ha segnato una laterale di modesta ampiezza;
– sinora il TOP è stato 37825 DJ CASH, nel piccolo range che avevo indicato;
– ci sono scadenze di tempo che fanno attribuire una certa importanza alla eventuale rottura del minimo DI 37249 DJ CASH registrato nelle due settimane che avevo evidenziato;
– se tale livello venisse rotto ( corrisponde a 37470 del future marzo) lo stop loss non può essere piazzato più in basso del top assoluto, vale a dire 38115 FEB DJ FUT assumendo un rischio pari al 2 %;
– non ritengo che questo Mercato possa offrire in questo periodo un ingresso con stop loss minore del 2 %;
– non ritengo che una eventuale rottura verso l’alto ( sopra 38115 fut ) possa offrire un reward/risk altrettanto contenuto, direi nemmeno accettabile.

Tutto ciò premesso dalle 16.30 ( ora italiana ) di lu 15 gen, inserirò i seguenti ordini:

vendo 1 MAR MINI DJ in rottura di 37440 con stop loss a 38115

NASDAQ 100 CASH

Dopo DOW JONES, anche NAS 100 ha registrato un nuovo top assoluto, con salita piuttosto lenta.

Una quota che oscilla tra il 70 e il 100 % del rialzo dell’intero indice, composto da 100 titoli, deriva dall’incremento ( inesauribile ? ) dei più volte citati FAANG + 3.

Storicamente queste situazioni hanno provocato gravi danni ai frequentatori del mercato, quindi sto lontano.

Al pari di DOW JONES, NAS 100 non può certamente essere comprato, ma non vi è una figura gestibile per vendere con stop loss contenuto.

La mia analisi del tempo porta ad attribuire un certo rilievo alla settimana da lu 29.1 a ven 2.2

Se poi NAS 100 salisse intorno a 17500-17600 ( + 3 % da ora ) proverei una grande soddisfazione.

Giunti eventualmente a quei prezzi, tutto da verificare che il Mercato inverta, ma si creerebbe un pattern interessante.

Se in gennaio ci fossero eventi esogeni negativi, quei gg a cavallo del primo feb 2024 potrebbero diventare un minimo da comprare.

NOTA FINALE

Da ora potrebbero partire movimenti più vivaci su GOLD e, in misura minore, su DOW JONES.

La presente Lettera prova ad interpretarli, senza aumentare molto il coefficiente di rischio, privilegiando la conservazione del capitale.

Ovviamente a costo di perdere qualche treno.

Leonardo Bodini