QUANTO DURERÀ IL “TORO” DELLE BORSE ?

L’ondata di ottimismo che si è riversato sulle borse valori ha letteralmente colto dí sorpresa quasi tutti, tanto per il tempismo (contro le tipica stagionalità dei corsi) quanto per la sua rapidità. Ma ora ci si chiede se sia un fuoco di paglia o se il ciclo ascendente dei mercati finanziari potrà durare. E la sensazione di molti commentatori è che, nonostante il “sentiment” sia cresciuto fino al limite della razionalità e che al tempo stesso la volatilità sia tornata a livelli contenuti, l’impetuosa ripresa dei listini vista fino ad oggi poggi sulle gambe di pochi grandi investitori e che di conseguenza le potenziali sorprese per i risparmiatori che si affidano ai mercati borsistici non siano affatto terminate. Né al di qua né al di là dell’Atlantico E neppure in Asia.

 


IL RIALZO È STATO GENERALIZZATO

Ovviamente l’eziologia di quanto accade in Europa appare piuttosto diversa da quella delle vicende di Wall Street, così come le dinamiche dei mercati asiatici sembrano anch’esse molto diverse, ma l’andamento globale dei mercati azionari sembra essere stato fino ad oggi piuttosto uniforme. Nel grafico sopra riportato possiamo vedere l’andamento dell’indice azionario globale di Morgan Stanley, il cui andamento risulta decisamente simile a quello di ciascuno delle aree del mondo citate.

Ad esempio uno dei mercati azionari migliori nello stesso periodo è stato quello italiano, come si può vedere qui sotto, con relativamente poche differenze andamentali:


Forse l’unico vero “perdente” dell’ultimo anno è stato invece l’indice dei mercati azionari dei paesi emergenti, rimasto significativamente ”al palo” negli ultimi anni (linea bianca) rispetto a Wall Street (linea azzurra):


WALL STREET E MAIN STREET

Ma la sensazione è quella che, quali che siano state le cause delle vistose risalite dei corsi azionari, esse poggino su basi non troppo stabili. Nel grafico che segue possiamo vedere quale sia stato l’andamento della borsa americana, comparato con l’andamento dell’umore dei consumatori americani, decisamente peggiorato soprattutto a partire dall’inizio del 2025:


E’ un po’ come si confrontassero in quest’ultimo grafico “Wall Street” (cioè l’indice principale della borsa americana, che tutto sommato nell’ultimo anno e mezzo ha messo a segno un significativo incremento) con “Main Street” (cioè l’andamento dell’economia reale, in questo caso il “sentiment” dei consumi dell’uomo della strada americano), che ha viaggiato decisamente meglio fino all’epoca della pandemia, per poi calare bruscamente e non riprendersi mai più veramente, nonostante le forti impennate del mercato azionario.

D’altra parte che la crescita economica su sia “raffreddata” a livello globale sembra testimoniato dall’andamento decisamente discendente del prezzo del petrolio, in modo più accentuato a partire dall’inizio del 2025:


LA VOLATILITÀ SI E’ PLACATA ?

Nel grafico che segue il cosiddetto “indice della paura” che misura la volatilità dell’indice principale della borsa americana (SP500):


Se dunque l’indice della volatilità dei corsi azionari sembra essere ritornato ai livelli visti nei tempi migliori, potremmo dedurne che la saga della caduta è risalita del mercato azionario possa risultare quasi conclusa. Si pensava che il recupero dei corsi azionari e di una conseguente relativa tranquillità dei mercati sarebbe stato meno veloce, ma il risultato finale sembra essere più o meno quello atteso fin dal primo giorno: la manovra speculativa conseguente alle forti dichiarazioni di Donald Trump sembra infatti oggi interamente riassorbita.

Eppure una serie di indicatori lasciano supporre che il veloce recupero impetuoso delle borse (occidentali soprattutto) non debba lasciare del tutto tranquilli gli osservatori. I motivi sono -appunto come già indicato più sopra- apparentemente molto diversi per ciascun mercato, ma la sostanza non sembra cambiare, soprattutto alla luce della progressiva svalutazione del Dollaro americano:


CHI COMPERA A WALL STREET ?

Se confrontiamo infatti nel grafico a seguire l’andamento dei corsi per i titoli dell’indice Standard & Poor’s 500 con l’andamento dei volumi dei medesimi titoli scambiati compresi nell’indice (istogrammi verdi sottostanti) notiamo che questi ultimi sono stati molto elevati quando i corsi sono impetuosamente grandemente calati e che sono stati molto minori proprio quando le quotazioni si sono riprese. Un segnale questo di scarsa affidabilità della ripresa in corso delle quotazioni americane! Come dire cioè che alle vendite di Aprile hanno partecipato molti più operatori di quanti siano stati invece i protagonisti dei rialzi di Maggio.


D’altra parte si era detto più volte in precedenza che la borsa americana risultava -prima dei crolli- in molti casi grandemente sopravvalutata e che con la discesa delle quotazioni di Aprile essa aveva compiuto un percorso di ridimensionamento strutturale verso livelli più accettabili.

E invece apparentemente non è stato così: Wall Street è tornata a superare i livelli antecedenti al famoso 2 Aprile (Liberation Day) e i titoli che hanno maggiormente decretato la ripresa sono ancora una volta quelli del comparto tecnologico, caratterizzati da valutazioni estremamente elevate. Ecco infatti -nel grafico qui sotto- quali sono oggi i moltiplicatori del valore dei diversi indici di Wall Street:


La Borsa americana cioè sembra ancora -in media- maledettamente “cara” in termini di parametri di valutazione delle aziende (qui osservato è il rapporto Prezzo/Utile) e orientata soprattutto verso il comparto più presente sul mercato del NASDAQ: quello delle tecnologie.

GLI STRANIERI CONTINUANO A COMPERARE I TITOLI DEL TESORO U.S.A.

Peraltro ciò avveniva nell’ultima settimana addirittura contemporaneamente alla storica discesa al di sotto delle tripla A del rating relativo al debito del Tesoro Americano, operata da Moody’s, che apparentemente non ha stupito nessuno dal momento che i titoli del Tesoro americano continuano ad essere acquistati soprattutto dall’estero, come si può leggere dal grafico qui sotto riportato:


Dunque la narrativa prevalente della stampa recente, secondo la quale buona parte dei capitali stanno abbandonando gli Stati Uniti d’America, spaventati dalle manovre di Trump, e qui sotto evidenziata in un grafico tratto dal Financial Times della scorsa settimana, sembra non reggere completamente alla prova dei fatti:


LE BORSE EUROPEE SI AFFIDANO ALLE BANCHE

Sicuramente il rialzo delle borse europee -il più impetuoso tra le varie aree del globo- sembrano aver beneficiato dell’afflusso di capitali dall’estero, ma tracciare questi ultimi non è mai facile e potrebbero aver avuto prevalenza quelli asiatici piuttosto che quelli americani. Certo è che buona parte del rialzo dei corsi di borsa europei sembra essere dovuto all’andamento più che positivo dopo gli scrolloni di inizio 2025 da parte dei titoli bancari e finanziari (giunti ai massimi storici di sempre), come si può leggere dal grafico relativo all’indice Euro Stoxx Banks qui sotto riportato:


Se sono state cioè le banche a trainare al rialzo i listini borsistici europei allora qualche domanda sul possibile futuro della ripresa in corso delle borse occorre farsela: la discesa costante dei tassi europei riuscirà alla fine ad affossare il loro conto economico? Oppure la prospettiva di finanziare il riarmo e la conseguente riconversione industriale che si prospetta per l’intero vecchio continente costituisce un serbatoio di buone notizie per il comparto finanziario tale da controbilanciare la prospettiva di riduzione dei margini sull’intermediazione del denaro?

Difficile dare una risposta in generale ma, come sempre, quando i mercati si muovo alle velocità recentemente osservate, l’unica risposta razionale possibile è quella dell’antica saggezza (alla Warren Buffett) che suggerisce di vendere quando tutti comperano e acquistare quanto tutti vendono!

Stefano di Tommaso




APPUNTI DI TRADING

N. 122 – sa 16 mag 2025

Operazioni in essere : lu 12.5 venduto 1 GIU MICRO DJ a 42400, ora con stop loss a 43200

GOLD AGO 25

Il contratto giugno andrà in consegna, quindi farò le prossime operazioni sul future agosto, che costa 28 USD in più.

Dopo molte settimane, allego nuovamente il grafico mensile, oltre ai consueti settimanale e giornaliero, per ricordare ai lettori dove ci troviamo.

Sento in certi clienti una impazienza all’acquisto e ciò denoterebbe una assuefazione a questi prezzi.

Le catene a oltre 90 euro al grammo continuano a non vendersi.

Visto da lontano, l’acquisto di GOLD appare ad alto rischio sopra la fascia da 2956 a 2790.

Cercherò quindi l’acquisto in eventuale avvicinamento a 2956 e una vendita non sotto 3400.

Si attende.

SILVER LUGLIO 25

Avevo scritto :

“Potrei quindi eseguire un acquisto tra 32 e 31,70 SILVER CASH per vendere intorno a 33,5 – 33,70 – ovviamente cash.

Serve una riduzione della volatilità settimanale, per contenere gli stop loss.

Mi piacerebbe che intorno a 31,7 – 32 vi fosse un doppio minimo che reggesse almeno fino a ve 23.5, per dare maggior significato a questo livello, che regge solo da 6 gg di trading.”

Dopo aver scritto la precedente N. 121, ho avuto modo di osservare SILVER su base settimanale, riscontrando che la scorsa settimana 12-16 maggio scadeva un segnale di Tempo di media importanza e quindi, nemmeno con il mio denaro, ho comperato sotto 31,70 SILVER CASH (gio 15.5 fu registrato 31.66 cash e 31.78 fut luglio ) per osservare il comportamento.

Il range settimanale non è eccessivamente ampio e pertanto, da lu 19.5 a partire dalle 16, inserirò il seguente ordine :

vendo 1 LUGLIO MICRO SILVER a rottura di 31,60 con stop loss a 33,5

DOW JONES INDU CASH

Lu 12.5 DJ è salito molto, per le voci di possibili accordi sui teatri bellici, eseguendo la vendita a 42400 fut e proseguendo poi in giornata fino a 42563 fut, per scendere gio 15.5 a 41841 fut ( veniva voglia di portare a casa, visto che i profitti mancano da tempo ) e impennarsi venerdì fino a 42763, intorno alle 21.00 ora europea, ante chiusura.

Con una volatilità così evidente, lascio lo stop loss dove si trova ( a 43200 giu fut )

Poiché anche MOODY’S non ha più potuto evitare di constatare l’enormità del debito U.S.A., togliendo per ultima il top rating al T – BOND, non mi sorprenderei se lu 19.5 vi fosse un ulteriore supplemento di volatilità.

Mi da fastidio, perché richiederebbe di allargare lo stop loss sull’eventuale raddoppio della posizione short che avrei in programma.

Ciò premesso,

confermo lo stop loss a 43200 fut per il MICRO DJ venduto a 42400

e, dopo le 16.30, aggiungerò il seguente ordine :

vendo 1 GIUGNO MICRO DJ FUT in rottura di 41800.

Dopo aver eseguito la vendita a rottura di 41800, lo stop loss verrà abbassato da 43200 al top segnato da lu 12.5 in poi.

Quando GIUGNO DJ FUT dovesse scendere a 41000, abbasserò lo stop loss a 41800 per le vendite effettuate, una o due che siano.

Immagino di no, ma se il Mercato dovesse trovarsi, dopo le 16.30 di lu 19.5, sotto 41800, la seconda vendita potrebbe non essere eseguibile.

Ipotesi remota, ma il rating del debito U.S.A. è argomento serio, di cui parlano molto gli addetti e poco i TG.

NASDAQ 100 CASH

Avevo scritto :

“Dopo essere sceso del 25.5 % da 22222 ( segnalato come un numero quanto meno strano, mi ricordava SP 500 a 666 nel marzo 2009 ) a 16542, NAS 100 sembra aver ripreso una forza relativa superiore a DOW JONES.

Tra 20500 e 22000 esaminerò il comportamento, per eventuale vendita.

Annoto che finora NAS 100 ha segnato gio 8.5 il suo top post crollo di 20249, non granchè.”

Nell’ultima settimana NAS 100 ha accelerato ed è entrato nel range che mi interessava per vendere.

Come al solito è un Mercato molto veloce, paga molto e rovina molta gente.

Non ho ancòra trovato un segnale che mi suggerisca il tempo di inversione e semplicemente lo osservo.

Cercherò un pattern a rischio limitato, come sempre.

NOTA FINALE

I lettori più attenti avranno constatato che ho allargato in % gli stop loss, come avevo annunciato.

Si tratta della dimensione che mediamente applico al mio trading personale, ma questa Lettera è iniziata il primo ott 2022 con una logica molto conservativa e conseguenti stop loss estremamente contenuti, che venivano colpiti poche volte fino al 28 ago 2023.

Uno dei lettori che talvolta si fanno vivi mi ha invitato a rileggere le prime due pagine della N. 54 di sa 2 dic 2023, che scrissi dopo che per la prima volta GOLD cash chiuse un mese ( 30 nov 2023 ) sopra 1998, che era un top fondamentale secondo la mia analisi, ma invisibile ai più.

Ricevuto l’invito e constatata l’importanza di quelle riflessioni, a mia volta invito voi lettori a riprendere quelle pagine; per vs. comodità riallego quella lettera, che non invecchia, anzi.

Buona lettura e riflessione.

Leonardo Bodini


 

N. 54 – sabato 2 dicembre 2023

Operazioni in essere :

lu 27 nov comperato 1 FEB MICRO GOLD FUT a 2035, ora con stop loss a 1940

( so bene che lo stop loss è molto più ampio dello standard della Lettera, ma vale quanto scritto nella “premessa” della precedente N. 53 )

Premessa alla N. 54 :

Nella settimana 27 nov – 1 dic GOLD CASH ha chiuso un mese ( 30 nov ) sopra 1998 e, contemporaneamente, SILVER CASH ha rotto 25,01 – che avevo indicato molto tempo fa essere un livello di medio alto significato tecnico – ed ha chiuso tre gg sopra.

Se avevo visto correttamente, l’energia di entrambi questi Mercati dovrebbe aumentare sin da ora.

GOLD FEBB 24

Avevo scritto :

“Sembra avvicinarsi un pattern che mi consenta di operare di nuovo su GOLD, con il quale questa Lettera iniziò oltre un anno fa.

Per aprire una posizione strategica, anche per la dimensione, al rialzo su GOLD serve la chiusura mensile di GOLD CASH sopra 1998.

Vedremo insieme se ci riuscirà gio 30 novembre. “

E’ riuscito.

Poiché più volte aveva assaggiato il livello di 2010 cash, senza riuscire ad andare oltre, tale sarà il livello ( assunto come area, non come valore puntuale ) ove inserirò un acquisto in pull back.

Tenete presente che la chiusura del 30.11 sopra 1998 cash secondo me può aver cambiato il comportamento di questo Mercato.

Se fosse seguita dalla rottura del TRIPLO MASSIMO ( 2075 – 2070 -2060 ) che evidenzio sul grafico mensile da molte settimane, non escludo un forte movimento al rialzo con obiettivi anche molto lontani.

Potrebbe ruotare il range da 1998 a 1810 verso l’alto con un obiettivo di 2200 circa.

Potrebbe ruotare il range da 1998 a 1616 verso l’alto sfiorando 2400.

Nella precedente Lettera N. 53, per GOLD avevo inserito solo ordini di acquisto, dei quali è stato eseguito unicamente quello in rottura.

Sembra che GOLD abbia una forza enorme; qualcuno dice che ciò derivi dalla debolezza di USD contro EURO.

Non sono d’accordo e, per chi invece lo credesse, invito ad osservare i 3 gg più recenti, nei quali USD ha guadagnato su EURO ed ugualmente GOLD si è impennato, anche se espresso in USD.

Per chi non si arrende nemmeno di fronte all’evidenza, invito a verificare che GOLD espresso in EURO ieri ha segnato il nuovo massimo storico.

Ciò premesso, da lu 4.12 , dalle 15.30 inserirò il seguente ordine :

compero 1 FEB MICRO GOLD FUT a 2110 stop ( in rottura di 2110 )

Tutti gli eseguiti ( compreso il long 2035 fatto lu 27.11 ) avranno stop loss a 1940, molto più ampio dello STD, come illustrato in epigrafe.

SILVER MAR 24

Avevo scritto :

“La barra dell’ultima settimana è enorme, un mega outside.

Intervenire su SILVER, dopo questo outside che contiene le 4 settimane precedenti, è molto difficile.”

Poiché da tempo attribuivo grande importanza alla eventuale rottura del top di fine agosto a 25,01 cash e volevo evitare di acquistare alla rottura di quel livello, avevo inserito ordini di acquisto intorno a 23 USD, senza eseguire.

Ricorderete che da tempo non prevedo vendite su SILVER; ora 25,01 è stato rotto, con chiusura sopra.

Quasi impossibile affrontare l’ampiezza dello stop loss necessario ad entrare ora al rialzo; comunque è impossibile vendere.

Convinto che la rottura di 25,01 è importante, con grande incremento del rischio, da lu 4.12 inserirò il seguente ordine :

compero 1 MARZO MINI SILVER FUTURE a 24,00 con stop loss a 23,50

DOW JONES INDU CASH

Abbiamo assistito ad una salita verticale dal 27.10 ( 32327 ) ad ora ( 36264 )

Si tratta di 3937 punti in 24 gg di trading, dopo che una discesa simile da 35679 ( 1 ago 2023 ) a 32327 aveva occupato tutto agosto, settembre e ottobre, in totale 62 gg di trading.

Le ultime due giornate hanno visto espansione delle barre, come se non ne vendessero mai più……………………….

Il prezzo appare sbilanciato rispetto al tempo, quindi :

– Un acquisto in corsa è troppo rischioso
– Una vendita sarebbe presuntuosa, perché contro trend

E allora ?

Inserirò da lu 4.12 il seguente ordine :

compero 1 DIC MINI DJ FUT a 34400 con stop loss 33900

……tentativo di partecipare a eventuale rally di Natale , senza rincorrere.

Possibile, ma non probabile che mi prenda a bordo; da adesso i Mercati, per l’ingresso, chiedono un biglietto che questa Lettera non può permettersi.

Non può perché non vuole, per tutela del capitale, sin dall’esordio del 1 ott 2022.

NASDAQ 100 CASH

NAS 100 nell’ultima settimana ha perso forza relativa rispetto al DJ, ma comunque resta pericoloso da acquistare, salvo un profondo ritracciamento, vicino al 38,2 %.

Comunque impossibile da vendere.

Attenderò con disciplina un pattern che offra stop loss gestibile.

Pensiero finale

Avevo annunciato da settimane che l’ingresso sui Mercati avrebbe richiesto di ampliare gli stop loss, ai limiti del profilo di rischio, molto basso, che questa Lettera si è data sin dall’esordio.

Avevo inoltre da settimane inserito solo ordini di acquisto, perché percepivo tale propensione nei mercati. ( non c’entra il rally di Natale; se ci fosse anche solo il 70 % degli anni, saremmo tutti ricchi e faremmo 320 gg di vacanza nel resto dell’anno )

Qualcuno ha lamentato che, con oltre 126.000 euro a disposizione, solo 20.000 risultano investiti e, di questo passo, non si diventa ricchi.

Succederà proprio questo alla mia Lettera.

Non diventerà ricca in qualche mese.

Cerco un comportamento tecnicamente logico, senza avidità, perché questa Lettera non diventi povera.

 




SELL IN MAY AND SAIL AWAY ?

Statisticamente ha (quasi) sempre funzionato. Esiste un’innegabile stagionalità nell’andamento mese per mese dei corsi di borsa. Basta guardare il grafico qui sotto riportato per rendersene conto: il rendimento di giardinetti di azioni corrispondenti all’indice della borsa di New York che sono state comperate a Maggio e tenute fino a Ottobre è stato in media (a seconda degli anni in cui il mercato è stato “toro” o “orso”) molto inferiore al rendimento del medesimo giardinetto di azioni comperate viceversa a Novembre e tenute fino ad Aprile.

 


COSA SUCCEDE DOPO IL RECUPERO DEL DIVARIO CHE SI ERA CREATO?

Se quindi da un lato c’è stato un deciso recupero rispetto all’ondata di vendite che avevano investito le borse di tutto il mondo dopo il cosiddetto “liberation day” (2 Aprile), dall’altro lato c’è anche un’altra questione sulla quale occorre riflettere: dopo che con la settimana scorsa il recupero delle borse si è completato (qui sotto il grafico dell’indice MIB della borsa di Milano) è lecito attendersi una prosecuzione della crescita dei corsi altrettanto impetuosa?


Addirittura l’indice della borsa di Francoforte ha superato i livelli precedenti (oltre a sopravanzare decisamente la performance dell’indice principale della borsa di Wall Street):


Dunque siamo di fronte all’ennesimo bivio: continueranno le quotazioni delle borse a crescere come hanno fatto fino ad oggi dopo il crollo iniziato lo scorso 2 Aprile? È probabile che la risposta sia positiva, ma non necessariamente subito.

E, come si sa, la tempistica in borsa conta più delle previsioni azzeccate. La stagionalità delle quotazioni suggerisce, al momento, una possibile pausa di riflessione, anche se non esiste un criterio “serio” al riguardo. Qui sotto ad esempio la media mensile dei rendimenti degli investimenti azionari della borsa americana negli ultimi 30 anni:


LE RAGIONI DELL’OTTIMISMO…

Il punto è che al momento esistono numerose ragioni per essere rialzisti sui mercati, quali ad esempio l’ottima stagione dei profitti del primo trimestre dell’anno, ai massimi di sempre come si può vedere dalla tabella riportata. Cosa che farebbe pensare ad un falso allarme circa il rischio di contrazione dei risultati aziendali.


E QUELLE DEL PESSIMISMO…

Ovviamente le preoccupazioni al riguardo si concentrano sul possibile futuro, sul quale al momento nessuno è in grado di fare buone previsioni. Ad esempio la “guidance” (qui sotto il grafico relativo) che le principali società dell’indice S&P500 hanno, per prudenza, rivisto al ribasso le loro previsioni circa gli utili dei prossimi trimestri. Una mossa che non significa necessariamente che gli utili fletteranno, ma soltanto che riflette l’incertezza.


TASSI E PETROLIO

Senza contare il fatto che le valutazioni aziendali dipenderanno anche dal livello dei tassi d’interesse a lungo termine, sul quale al momento v’è altrettanta incertezza, come si può vedere dall’andamento (incerto anch’esso) del rendimento implicito espresso dai titoli di stato americani a 10 anni (che per il momento non è calato come ci si sarebbe atteso), in funzione anche della riduzione percepita negli States del rischio di recessione. Nello stesso grafico qui sotto riportato si può leggere l’andamento del prezzo del petrolio (il Brent in questo caso), che ha sempre avuto un andamento simile a quello dei rendimenti a lungo termine americani e che stavolta, invece, se ne dissocia non poco:


INFLAZIONE E DEBITO PUBBLICO

L’andamento al ribasso del prezzo del petrolio farebbe pensare ad un calo prospettico dell’inflazione (che addirittura in Cina è scesa sotto lo zero), mentre un andamento incerto del rendimento percentuale espresso dai titoli di stato americani a 10 anni potrebbe suggerire una dinamica dei tassi che riflette i dubbi degli investitori professionali circa la sostenibilità del debito pubblico americano. Al quale l’amministrazione Trump sta prestando la massima attenzione (qui sotto l’andamento del debito pubblico americano negli ultimi mesi).


Difficile dunque mettere a segno delle previsioni in un contesto di totale imprevedibilità come quello attuale, dove ad esempio anche il regime dei cambi valute viene sottoposto ai medesimi scossoni della guerra che si sta consumando negli Stati Uniti d’America tra la politica e la grande finanza. Come è noto Donald Trump punta a rivitalizzare l’export a stelle e strisce e di conseguenza vede relativamente bene una certa svalutazione “competitiva” del Dollaro.

Cosa che è fino ad oggi sostanzialmente riuscita nei confronti di quasi tutte le altre valute (in particolare quelle europee) e che ha spuntato le unghie all’intenzione della Cina di recuperare il terreno perduto sul fronte delle esportazioni verso gli USA (a causa delle tariffe doganali) con la svalutazione del Renminbi, come si può vedere dal grafico sotto riportato:


Prevedere cosa succederà perciò da qui alla fine dell’anno è arte divinatoria. Ad esempio circa l’inflazione ci sono notizie che possono essere considerate positive. Ad esempio, come si può vedere dal grafico qui sotto riportato, la Cina è già in deflazione e, per uscirne, è probabile ne utilizzerà la leva delle facilitazioni monetarie, cioè dell’espansione del credito e della svalutazione competitiva. Se i colloqui di Ginevra iniziati lo scorso fine settimana dovessero portare ad un sostanziale accordo con gli USA, ecco che la liquidità che il Paese più popoloso del mondo metterà in circolazione aiuterà di fatto l’intera economia globale e, al tempo stesso, aiuterà l’America a ridurre il proprio tasso d’inflazione, togliendo un ulteriore tassello dí apprensione agli investitori che ancora temono la stagflazione americana.


Restiamo al riguardo relativamente ottimisti perché restano fino ad oggi invariate le ragioni fondamentali che avevano spinto al rialzo le borse di tutto il mondo fino al momento dell’installazione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Al momento tuttavia regna ancora grande incertezza circa l’evoluzione del commercio internazionale dopo lo scossone impresso dal Presidente americano e circa le possibili conseguenze per lo sviluppo dell’economia globale.


Ovviamente ciò non incentiva gli investitori a buttarsi di nuovo a capofitto nell’investimento azionario e costituisce motivo di timore per le sorti dei debiti pubblici occidentali, anche se, come si può leggere dal grafico sopra riportato, l’indice del “sentiment” degli investitori che oscilla tra paura e avidità ha avuto, nelle ultime settimane una nuova impennata. Dovuta però più all’opportunità di investire dopo un cospicuo calo del mercato che ad aspettative di lungo termine.

Dunque c’è da attendersi ancora una certa volatilità nel prossimo futuro e una possibile ulteriore propensione a rimanere almeno parzialmente liquidi (cioè fuori dal mercato azionario) da parte degli investitori professionali, in attesa di vedere effettivamente cosa succederà al commercio internazionale, ai consumi e all’inflazione.

 

Stefano di Tommaso




APPUNTI DI TRADING

N. 121 – sa 9 mag 2025

Operazioni in essere : nessuna

GOLD GIU 25

Dopo una spinta di 544 USD da 2956 ( lu 7.4 ) fino a 3500 cash ( mart 22.4 ) compiuta in sole 10 sedute, GOLD è sceso il primo maggio a 3203 cash, ritracciando oltre il 50 % in 7 sedute.

GOLD potrebbe ridiventare interessante intorno a 2956, che rappresenterebbe un ritracciamento di oltre il 50 % della spinta da 2536 a 3500.

Due lettori hanno obiettato che 2956 è lontano ed hanno invitato ad un maggiore sforzo, per trovare livelli più vicini ( fateci divertire……)

Aumento lo sforzo, con conseguente maggior rischio.

In realtà andrebbe verificato se questa settimana venisse avvicinato il minimo di 3202 GOLD CASH segnato il recente 1.5, possibilmente senza venire rotto.

Se così fosse, potrei comperare una dose leggera tra 3230 e 3202 cash con stop loss da valutare dopo l’eseguito.

Scopo ?
Guadagnare qualcosa nell’eventuale riavvicinamento a 3432 segnato il 6 – 7 maggio;

quindi farei prima un long sotto 3230 cash per finanziare uno short sopra 3400 cash.

E’ una operazione di piccolo respiro, cui non sono avvezzo, ma cerco di utilizzare una apparente riduzione di volatilità, dopo sedute infuocate AFTER TRUMP SPEECH.

Se poi,
– Riuscissi a comprare sotto 3230,
– e rivendessi sopra 3400 una maggior dose, giovandomi di un piccolo recente profitto da investire in stop loss,

potrei cercare un raddoppio della posizione in caduta dopo una vendita oltre 3400, idealmente su un rimbalzo oppure, in mancanza di esso, a rottura di 3203.

Fattibile ?

Complessa, da monitorare ogni giorno.

SILVER LUGLIO 25

Benchè GOLD e SILVER stiano dimostrando forze relative molto diverse, anche in questi tempi di Mercati nervosi, tendono a non andare da parti opposte.

Quindi, similmente a quanto sopra descritto per GOLD, anche per SILVER delineo una strategia di breve termine, che è la più difficile, in quanto è più sensibile agli umori estemporanei.

Penso di controllare per quanto reggerà il minimo del 1.5 di circa 31,70 SILVER CASH ( “circa” perché sto scrivendo da fuori studio e mi manca la strumentazione consueta) e cercare un acquisto per guadagnare nella, eventuale, ennesima risalita intorno a 33,70 cash

Potrei quindi eseguire un acquisto tra 32 e 31,70 SILVER CASH per vendere intorno a 33,5 – 33,70 – ovviamente cash.

Serve una riduzione della volatilità settimanale, per contenere gli stop loss.

Mi piacerebbe che intorno a 31,7 – 32 vi fosse un doppio minimo che reggesse almeno fino a ve 23.5, per dare maggior significato a questo livello, che regge solo da 6 gg di trading.

Ora la distanza tra prezzo cash e di future luglio sembra stabilizzata a circa 20 cents, ma non possiamo scordare il recente episodio in cui la differenza balzò da + 90 cents a meno 80 cents.

Evento comico, tragico e non gestibile, con la conseguenza che anche una corretta analisi effettuata su SILVER CASH sarebbe stata stoppata sul future, al rialzo e poi al ribasso.

Avrebbe mandato tutti a casa con ossa rotte, senza colpe.

Non avevo operazioni, quindi nessuna perdita.

DOW JONES INDU CASH

I range di 3000 punti quotidiani del 7-8-9 aprile sembrano ormai lontani e quindi ricomincio cercare una possibilità di trading a rischio contenuto.

Vedo un range potenzialmente interessante di vendita intorno al minimo di gennaio 2025 a 41844, estendibile di qualche centinaio di punti, ma non fino all’ultimo top ( 42821 ) prima del crollo.

Gio 8.5 DOW CASH ha segnato 41773 e quindi DJ si è avvicinato al range di vendita.

La mia valutazione del tempo che scorre, mi porta a pensare che entro 5- 10 gg di trading possa esserci un top da vendere ( area 41800 – 42300 cash ) : difficile piazzare uno stop loss prima di aver venduto, ma lo definirei ragionevole intorno al top di 42821 cash.

La vendita in forza va gestita giorno per giorno, alla rottura del minimo del giorno precedente, ma questa Lettera è settimanale e quindi devo scegliere una strategia che regga per 5 gg di trading.

Se il minimo di mart 6.5 reggerà fino almeno a ve 16.5, avrò anche un eventuale punto di raddoppio della vendita eseguita in forza, purchè DJ non sia salito troppo oltre 41773, appena registrato; diversamente il raddoppio dewlla posizione short richiederebbe uno stop loss troppo ampio.

Tutto ciò premesso, da lu 12.5 inserirò il seguente ordine :

vendo 1 GIUGNO MICRO DJ FUT a 42400 con stop loss da inserire inizialmente a 43200 e da abbassare sopra il top della settimana 12 – 16 maggio, solo da lu 19.5

Poiché sembra che la mia narrazione di un trading ipotetico ( non eseguito, purtroppo nemmeno da me, nonostante i più ampi stop loss che utilizzo fuori Lettera ) abbia interessato parecchio, lo ripropongo con stralci, ma con una aggiunta finale.

“Un lettore mi ha recentemente interrogato su quale sarebbe potuto essere il trading eseguito su DOW JONES, accettando uno stop loss molto più ampio.

Le domande sono ben accette, anche se mi brucia ancòra parecchio la mia inazione a fronte di una previsione formulata molti mesi prima ………..

Ripercorro sul grafico giornaliero un possibile comportamento…………….

Poiché l’ importante segnale di tempo scadeva in febbraio 2025, avrei dovuto :

vendere a rottura del minimo di febbraio di 43100 DJ CASH , ( la rottura si verificò già il primo marzo ) mettendo lo stop loss sopra il massimo assoluto di 45073 ( spostarlo al top di gennaio di 45054 ad evidenza non riduce la perdita ) con un rischio di oltre 2000 punti
– vendere ancòra a rottura di 40661, minimo di marzo; questa vendita doveva essere eseguita il 3 aprile, nel pieno marasma generato dalle parole di Trump.

Nel mentre, per entrambe le vendite eseguite, lo stop loss poteva essere abbassato sopra 42821, livello dell’ultima svolta di PREZZO.

Non sto descrivendo un trading agevole, ma qui viene il difficile.

Nei 3 gg da lu 7.4 a merc 9.4 le dichiarazioni del presidente hanno generato range giornalieri di circa 3000 punti, quindi oltre il range medio mensile.

In sostanza, solo se avessi avuto grande fiducia nel target di 37000, avrei ottenuto una chiusura in forte profitto.

Diversamente, si viene coinvolti nel marasma e si rischia di chiudere una operazione, a lungo studiata, ad un prezzo condizionato da un oratore molto potente, che parla a MERCATI APERTI.”

Proseguo il mio commento : l’acquisto a 37000 non poteva avere nessuno stop loss, se non in percentuale sul mio patrimonio disponibile; uno sport rischioso, che dà buoni risultati solo se si possiede :
– forte conoscenza tecnica,
– forte convinzione di possedere questa conoscenza,

il tutto applicato ad una dose contenuta del patrimonio;

rispettate tutte le condizioni, si poteva ( si doveva ? ) comprare una dose omeopatica di DOW JONES intorno a 37000, con stop loss di almeno il 10 %.

( operatività lontanissima dalla logica di questa Lettera )

Si doveva poi alzare lo stop loss al livello di ingresso solo dopo che Trump aveva finito il suo trading personale ( ammesso che ora smetta, visti gli annunci sui farmaci biotech ).

Quanto poi ad avere il coraggio di aprire una posizione al rialzo sulla trendline, intorno a 37000 – 37500, era necessario avere in tasca un recente profitto al quale non mi fossi già affezionato e una forte convinzione nella analisi svolta in precedenza.

NASDAQ 100 CASH

Dopo essere sceso del 25.5 % da 22222 ( segnalato come un numero quanto meno strano, mi ricordava SP 500 a 666 nel marzo 2009 ) a 16542, NAS 100 sembra aver ripreso una forza relativa superiore a DOW JONES.

Tra 20500 e 22000 esaminerò il comportamento, per eventuale vendita.

Annoto che finora NAS 100 ha segnato gio 8.5 il suo top post crollo di 20249, non granchè.

Guarderò anche il minimo del giorno precedente merc 7.5 a 19605, controllando quanti gg reggerà.

Segnalo infine che NAS 100 nella mente dei più viene associato, fino a immaginarlo coincidente, con l’andamento dei Magnifici 7, ma esso è anche caratterizzato da molti titoli biotech, che capitalizzano centinaia di miliardi cadauno.

Questi potrebbero subire dazi ritorsivi dalla UE nell’ipotesi ventilata ieri dal SOLITO di rimuovere l’esenzione dai dazi U.S.A. sulla quale, sino ad ora, nemmeno si poneva il dubbio.

Non sono in grado di stimare l’eventuale impatto di dazi ritorsivi UE sulle vendite, sugli utili e sulla capitalizzazione delle varie AMGEN, BIOGEN, REGENERON, VERTEX, GILEAD ………….., ma certamente l’indice NAS 100 li vede co-protagonisti.

Non esistono solo APPLE, GOOGLE…..

NOTA FINALE

La prospettiva di ritiro del grande Warren, non immediato e nemmeno tanto credibile, mi ha colpito.

Ne dubito molto, salvo che si senta poco bene.

Gli auguro salute di ferro e che continui ad illuminarci.


Leonardo Bodini