APPUNTI DI TRADING

N. 64 – sabato 24 febbraio 2024

Operazioni in essere : merc. 31.1 venduti 2 MARZO MICRO NAS 100 a 17350, ven 2.2 venduto 1 MARZO MICRO NAS 100 a 17750 ed infine mart 20.2 venduti 2 MICRO NAS 100 a 17500; tutte queste vendite avranno da lu 26.2 lo stop loss a 18200

GOLD APR 24

Ha assaggiato più volte il livello di 1998 senza chiudere nessuna settimana al di sotto.

Al momento non inserisco operazioni.

Credo più ad un rialzo, che sarà confermato dopo una chiusura settimanale sopra 2090 GOLD CASH, che ad un ribasso, che prenderebbe credibilità con chiusura di qualche gg sotto 1973 GOLD CASH.

SILVER MAGGIO 24

SILVER continua a premere sul supporto di 22 USD e ciò potrebbe proseguire anche in marzo, quando il Tempo, che analizzo più del Prezzo, darebbe questa indicazione.

Al momento mi farebbe comodo una riduzione della volatilità, per poter acquistare con uno stop loss contenuto.

Il termine “contenuto” è poco adatto a SILVER che molte volte sorprende con barre giornaliere oltre il 4 -5 %

Una riduzione di volatilità ( ragionevole ) potrebbe mantenere il range di marzo circa all’interno di quello che stiamo osservando in febbraio.

La scadenza di cicli di media importanza nei mesi consecutivi di feb – mar 2024 stimola una maggiore attenzione, soprattutto a quante energie stiano spendendo i venditori per sfondare il supporto di 22 USD, che da mesi avevo indicato e colorato nei grafici come rilevante.

Il livello di 22 USD, più volte assaggiato, non cede, al momento, quindi cercherò di utilizzarlo per un acquisto a basso rischio.

Non dimentico che SILVER, dopo aver dato a questa Lettera un profitto veloce ( forse esagerato ) in lug – ago 2023, si è ripreso tutto il guadagno e oltre, alzando la volatilità, non voluta, delle performance della Lettera.

Nell’ultima settimana del mese ( lu 26.2 – ve 1.3 ) appare un ciclo di modesto rilievo; vedrò se e come sfruttarlo per un acquisto in area 22 usd del contratto maggio, ma non lo inserisco in questa Lettera, per impossibilità di contenere la dimensione dello stop loss, che va gestito giorno per giorno.

Diversamente, da lu 4.3, avendo concluso la settimana di maggiore significato ciclico, potrei disporre di un pattern gestibile anche dalla Lettera.

Non mi interessa andare al ribasso ora su questo Mercato.

DOW JONES INDU CASH

NUOVO MASSIMO ASSOLUTO SMENTISCE LA PRECEDENTE SETTIMANA OUTSIDE RIBASSISTA.

Francamente, dopo che un outside ribassista viene seguito da una rottura al rialzo, è il momento di guardare questo Mercato, senza toccare.

Ricordo che tutto l’azionario mondiale registrerà in marzo, ormai imminente, il ciclo di 180 mesi dal minimo del 2009.

Si tratta statisticamente di un tempo da non anticipare, ma da osservare, per comprendere un eventuale cambio di trend.

NASDAQ 100 CASH ( capitolo difficile da scrivere e da leggere )

Ancora una volta questo mercato ha fatto una settimana outside rialzista.

Dopo aver rotto, non di poco, i minimi delle due settimane precedenti, ha sfiorato lo stop loss ( 18145 del marzo future ), senza centrarlo.

Mantengo quindi il livello prefissato di stop loss a 18200.

Ricordo a tutti che il minimo delle due settimane precedenti era poco sopra 17500 del FUT MARZO; nella settimana 19 – 23 feb appena conclusa NAS 100 FUT ha rotto 17500, facendo vendere a questa lettera in rottura di tale prezzo, con successiva discesa fino a 17372 NAS FUT merc 21.2 e poi è salito, trascinato dalla sfuriata rialzista di NVIDIA, generando un outside settimanale rialzista.

Un outside settimanale rende la vita difficile a qualsiasi gestore, vita che diviene quasi impossibile per un analista tecnico, che non può restare inerte di fronte alla rottura del minimo delle due settimane precedenti.

Sopravviverò ugualmente.

Se, diversamente, NAS 100, nonostante questa figura fortemente rialzista, rompesse il minimo di 17128 cash segnato merc 31.1, lo giudicherei un segnale di grave smentita della forza di questo Mercato.

Poco probabile, ma non impossibile.

ATTENZIONE

Le righe che seguono non derivano da analisi tecnica, ma da un prudente money management :

– NAS 100 ha mandato questa Lettera in vendita per 5 contratti, chi cui 2 + 2 in rottura di minimi, vale a dire a prezzi bassi rispetto al range percorso nel 2024;
– mediamente ciò fa salire la perdita potenziale e non mi piace;
– il prezzo medio di queste vendite ( 17350 * 2 + 17750 *1 + 17500 * 2 ) è di 17490 e ve 23.2 il Mercato ha chiuso poco sotto 18000, quindi ben sopra il punto di pareggio;
– sembrerebbe un regalo riuscire a chiudere la posizione in pari da 17490 in giù;
– comunque ritengo corretto seguire la poco probabile rottura del minimo di febbraio ( 17128 cash, circa 17150 del contratto marzo ).

Tutto ciò premesso, sin dal mattino del 26.2, la Lettera inserirà i seguenti ordini :

per i 5 MARZO MICRO NAS 100 da tempo venduti , mantengo lo stop loss a 18200

ed inoltre

compero, per chiudere i ribassi, 5 MARZO NAS 100 a 17490, ovviamente togliendo contestualmente l’ordine a 18200 ( so che è ovvio, ma lo scrivo lo stesso )

ed infine

vendo, per riaprire la posizione, 5 MARZO MICRO NAS 100 a 17150 stop ( in rottura ) con stop loss sopra il massimo registrato fino a quell’istante nella settimana 26.2 fino a 1.3, livello ora non preventivabile.

Nel caso questo Mercato scendesse sotto 17150, si tratterebbe di una posizione al ribasso di USD 171500 aperta su uno dei Mercati ( finora ) più forti che abbia mai visto e ( da sempre ) meno gestibili.

Quindi lo stop loss verrà ( solo ) abbassato molto rapidamente.

Qualcuno mi ha chiesto quale possa essere un supporto nel caso, ora poco probabile, della rottura di 17128 NAS 100 CASH.

Direi da 16000 a 15600 ( base della laterale a inizio del 2022 ), ma occorre un fattore esterno per mettere in discussione il mantra : compra i MAGNIFICI 7 e va in vacanza.

Leonardo Bodini

 

 




ESUBERANZA IRRAZIONALE

Di violente speculazioni sui corsi azionari come quella che continua a imperversare dalla fine dello scorso anno a proposito dell’Intelligenza Artificiale nella storia dei mercati finanziari se ne sono viste già parecchie. E sono tutte finite piuttosto male. Ci troviamo al centro di una bolla speculativa oppure le borse stanno soltanto anticipando dei solidi “fondamentali”? In questo articolo cerchiamo una risposta.

 

LE BOLLE SPECULATIVE PRECEDENTI

Andando a ritroso possiamo ricordare le numerose bolle speculative che hanno preceduto quella dell’ “Intelligenza Artificiale”: gli eccessi delle “Internet Startup”, legate allo sviluppo di nuovi modelli di business basati su internet, che alla fine degli anni ‘90 capitalizzavano valori superiori a IBM o General Motors, per esempio. Prima di loro c’erano stati gli “Eleganti Cinquanta” maggiori titoli azionari, che venivano considerati come le più solide certezze negli anni ‘70. Ancora prima ci furono i cosiddetti “Ruggenti Anni Venti” che videro il listino azionario americano crescere di quattro volte prima di precipitare con la grande depressione del 1929).


E prima ancora c’era stata la “Mania delle Ferrovie”: una bolla speculativa legata all’investimento nelle imprese che realizzavano le reti ferroviarie nell’800, che portò poi diverse compagnie a fallire senza che le ferrovie progettate venissero effettivamente realizzate. E via dicendo, fino a risalire alla cosiddetta ”Bolla dei Tulipani” scoppiata nell’economia olandese del Seicento relativa al prezzo dei bulbi dei fiori, la prima ad essere documentata nella storia del capitalismo. Ognuna di queste ondate speculative si basava su presupposti solidi ma eccedeva nell’anticiparne i risultati economici.


POCHI GRANDI TITOLI TECNOLOGICI

A Wall Street negli ultimi mesi la speculazione al rialzo riguarda quasi solo pochi grandi titoli “tecnologici”come Nvidia, Microsoft, Meta, Apple, Alphabet e Amazon. Oramai i “magnifici 7” come vengono chiamati tra gli operatori -aggiungendo a quelli citati a turno Netflix o Tesla– rappresentano ben più di un quarto dell’intero valore di capitalizzazione di borsa di tutti i 500 grandi titoli azionari compresi nell’indice principale Standard&Poor500.


L’Europa non è da meno: i listini sono popolati da un numero minore di grandi multinazionali tecnologiche ma il risultato non è differente. Tre grandi titoli: ASML (multinazionale olandese specializzata nella produzione di macchine utilizzate per produrre chip per computer) Novo Nordisk (multinazionale farmaceutica danese) e SAP (multinazionale tedesca leader nel software gestionale ERP) esprimono al momento più di tutti i guadagni di quest’anno dell’indice delle azioni europee Stoxx 600 (che senza queste tre società sarebbe sceso invece di salire).

LE BOLLE SPECULATIVE SONO DESTINATE A SCOPPIARE

Sono dunque le quotazioni di pochissime grandi multinazionali tecnologiche occidentali ad alimentare i record delle principali borse valori del mondo, facendo crescere a dismisura una bolla speculativa che è indubbiamente basata aspettative che ogni giorno che passa si rivelano più concrete: quelle dei grandi profitti che queste grandi aziende multinazionali potranno ottenere prima di tutte le altre dalla diffusione dell’Intelligenza Artificiale. Ma questa bolla speculativa è anche cresciuta a dismisura ed è noto come nel tempo ogni grande bolla sia inevitabilmente destinata a scoppiare. Non è quasi mai successo il contrario.

LA MONETIZZAZIONE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

La convinzione diffusa è che queste aziende siano gli alfieri di una sorta di nuovo paradigma che guiderà il mondo: quello dell’intelligenza artificiale, destinato a incrementare vertiginosamente la produttività industriale, con benefici che non potranno che allargarsi a macchia d’olio a tutto il resto dell’economia. Una convinzione indubbiamente basata sulla concretezza della diffusione di massa di una nuova rivoluzione tecnologica destinata a cambiare le abitudini umane e il mondo aziendale ancora di più di quanto ci si poteva aspettare dalla rivoluzione precedente, quella derivante dalla digitalizzazione di gran parte dei servizi e dei processi produttivi.

QUESTA ESUBERANZA È IRRAZIONALE?

Ma, per poter comprendere quanto miglioreranno i conti aziendali delle pochissime grandi imprese oggetto della speculazione selvaggia che alimenta i nuovi record di borsa, occorrerebbe riuscire a misurarne gli incrementi futuri con un buon grado di approssimazione, cosa che invece al momento è praticamente impossibile. E’ dunque lecito parlare di una ”esuberanza irrazionale” andando a riprendere un’espressione divenuta famosa perché pronunciata a metà degli anni ‘90 dall’allora Governatore della Federal Reserv Alan Greenspan all’apice dell’entusiasmo dei mercati finanziari per le “internet companies” che erano destinate a cambiare il mondo? Il senso di quella frase suonava all’incirca così: “ come facciamo a sapere quanto l’esuberanza irrazionale abbia portato a esagerare le valutazioni? ”. Poco dopo che Greenspan avesse pronunciato quella frase i listini azionari crollarono bruscamente.


ECCESSI DEL MERCATO ?

Chiaramente titoli come quelli della Microsoft o della Apple di oggi non sono paragonabili alle anonime startup che si trovano d’impronta a capitalizzare più di IBM e General Motors, basate soltanto sulle aspettative dei benefici di Internet che poi implosero già alla fine degli anni ‘90. Anzi! Le “magnifiche 7” di oggi fanno grandissimi profitti e siedono su una montagna di liquidità. Se guardiamo però all’indice CAPE di Shiller che riporta il confronto tra l’indice SP500 e i profitti delle imprese che vi sono ricomprese (un’estensione dell’indice Prezzo/Utile tiene conto delle variazioni della redditività dovute ai cicli economici su un periodo di dieci anni), si può percepire immediatamente che Wall Street non esprima eccessiva sopravvalutazione.


Ma il principio di fondo rimane valido se guardiamo ai moltiplicatori dei profitti che stanno alla base delle valutazioni dei maggiori titoli tecnologici. Il titolo Nvidia ad esempio viene apprezzato circa 100 volte gli utili prospettici e la su capitalizzazione di borsa è più che raddoppiata in meno di 2 mesi perchè tutti si aspettano per il prossimo futuro un’esplosione dei profitti!

LA LIQUIDITÀ SOSPINGE LE BORSE

Certamente a sostenere gli attuali record dei listini di borsa concorrono anche parecchie altre situazioni. Prima fra tutte la grande liquidità che circola sui mercati dopo che è divenuto chiaro che le banche centrali non possono rischiare di non rifinanziare a pioggia i numerosi istituti bancari di piccole e medie dimensioni oggi in difficoltà, principalmente a causa della crisi del comparto immobiliare. E lo stanno facendo come non ci fosse un domani!


Non è da meno tuttavia anche la ritrovata fiducia nello sviluppo economico globale, il quale quest’anno pare destinato a superare quello dello scorso anno, stimato per il 2023 al 3,1%, al netto dell’inflazione. Ma gli argomenti che vengono considerati principali nell’entusiasmo attuale degli operatori di borsa sono indubbiamente quelli concernenti le attese sul calo dell’inflazione e le aspettative che ne conseguono in termini di riduzioni dei tassi d’interesse.

LE ATTESE SUI TASSI POTREBBERO ANDARE DELUSE

Paradossalmente è proprio da qualche brutta sorpresa a proposito dei tagli attesi dei tassi d’interesse che potrebbe partire un drastico cambiamento delle aspettative scatenando, a seguire, l’inizio di un possibile “sell-off”. L’inflazione infatti non è dato di sapere se davvero continuerà la propria discesa sino al “tasso obiettivo” del 2% che resta in cima alle priorità delle principali banche centrali occidentali. Nel grafico si vede come le attese si siano adeguate a tassi più elevati.


L’INFLAZIONE POTREBBE RIPRENDERSI

Anzi, ci sono molti elementi che fanno propendere per pochi o nessun taglio dei tassi: a partire dal rischio che i prezzi delle materie prime possano -a seguito delle buone prospettive economiche– riprendere vigore, proiettando verso l’alto anche il costo dell’energia. Per non parlare del fatto che la riallocazione presso le principali economie sviluppate del mondo di gran parte delle filiere di fornitura della componentistica industriale, che prima venivano decentrate nei paesi a più basso costo del lavoro, non può che trascinare maggiori costi che non sarà facile recuperare -nel tempo- con i guadagni in termini di produttività e che quindi sospingono i rincari dei prodotti finiti.

NEGLI USA L’INFLAZIONE SEMBRA RIALZARE LA TESTA

Così come non è ancora chiaro quali effetti sull’inflazione dei prezzi potrà avere il crollo della natalità con il conseguente invecchiamento della popolazione mondiale: in generale il maggior benessere progressivamente acquisito dalla popolazione dei Paesi Emergenti rischia di creare un effetto-scarsità su tutta una serie di beni e materiali che potrebbe portare ad un rialzo strutturale dei loro prezzi.

LA STORIA SI RIPETE

Ci sono poi molti elementi che farebbero ritenere lecito attendersi anche per il futuro che, come è avvenuto in passato in ogni periodo storico in cui si è riscontrata l’inflazione non si esaurisce mai in una sola ondata. E’ anzi tipico osservare, dopo un primo picco, una serie di “onde” successive, crescenti o decrescenti in funzione di una serie di fattori congiunturali.


CI ATTENDE UNA DOCCIA FREDDA?

E’ evidente che una stabile ripresa dell’inflazione nel corso dell’anno costituirebbe una sorta di “doccia fredda” per i mercati finanziari, tale da destabilizzarli non poco. Grazie a Dio al momento questa è solo una brutta ipotesi ma è lecito attendersi che, qualora gli indici dei prezzi dovessero mostrare di risalire, le banche centrali attenderebbero delle conferme prima di reagire nervosamente con nuovi rialzi dei tassi, cosa che porterebbe nell’immediato a ridurre i rendimenti reali (cioè al netto dell’inflazione) dei titoli a reddito fisso e, insieme a questi, anche i tassi d’interesse ai quali scontare le attese dei profitti futuri, cioè le valutazioni dei corsi azionari.

LA VOLATILITÀ POTREBBE RISALIRE

Difficile preconizzare quanto sia lecito perciò attendersi un “sell-off” dei titoli più speculativi delle borse occidentali per riportare le loro valutazioni a più miti consigli (con l’ovvio portato di un ridimensionamento generale dei listini azionari, dato l’enorme peso dei titoli maggiori sui livelli di questi ultimi). E’ più saggio attendersi casomai innanzitutto una ripresa della volatilità dei corsi, dal momento che oggi resta schiacciata sui minimi storici di sempre, come si può leggere nel grafico qui sotto.

L’INDICE VIX DELLA VOLATILITÀ E’SUI MINIMI STORICI

TENERE CONTO DELLA STAGIONALITÀ

Per comprendere poi le motivazioni di chi, giunti a questo punto, inizia ad essere scettico sulle performances delle borse per le prossime settimane, occorre osservare anche cosa ci insegnano le medie storiche delle performances di borsa sulla base della stagionalità. Nel grafico che segue possiamo vedere ad esempio che le performance dell’indice più importante della borsa americana nelle settimane che ci attendono (la seconda metà di Febbraio) sono state mediamente negative nell’ultimo secolo (dal 1928 ad oggi).


MA C’È PIÙ DI UNA SPERANZA

L’alternativa a una qualche correzione dei listini tuttavia esiste, eccome! Ed è la strada maestra che le borse dovrebbero percorrere a fronte del materializzarsi di ottime aspettative per la salute dell’economia globale (e in assenza di grandi shock geopolitici): l’allargamento delle aspettative di profitto (e delle conseguenti valutazioni aziendali) relative ai titoli di altri comparti industriali e ai titoli di minori dimensioni globali. Le premesse potrebbero esserci: se da un lato le imprese di minori dimensioni sono rimaste le più colpite dal rialzo dei tassi, dall’altro lato hanno potuto contare su un salutare rialzo generalizzato dei prezzi, che ha innalzato i margini di profitto. E l’economia globale che continua a “tirare” le spinge ad investire anch’esse sulle nuove tecnologie per abbassare i costi.

IL RALLY SI POTREBBE ESTENDERE AD ALTRI SETTORI

Se l’ottimismo dovesse contagiarsi al resto delle imprese, anche in presenza di leggeri arretramenti negli indici generali, le borse valori si bilancerebbero meglio, creando le basi per ulteriori futuri progressi. Potrebbero anche accadere entrambe le cose: una ripresa dell’inflazione da un lato e un miglioramento dei profitti delle imprese di minor dimensione. E non è detto che questo scoraggerebbe le borse, anzi! Ricordiamoci che le attività reali espresse dai titoli azionari potrebbero rivalutarsi in presenza di inflazione.


E’ senza dubbio lo scenario che sarebbe più auspicabile attendersi, e che sottrarrebbe molti contenuti a quell’aggettivo: “irrazionale” che al momento è d’obbligo accompagnare all’esuberanza che si può toccare con mano in queste prime settimane dell’anno in corso.

 

Stefano di Tommaso




APPUNTI DI TRADING

N. 63 – sabato 17 febbraio 2024

 

Operazioni in essere : merc. 31.1 venduti 2 MARZO MICRO NAS 100 a 17350 e ven 2.2 venduto 1 MARZO MICRO NAS 100 a 17750 con stop loss a 18200 per tutto

GOLD APR 24

Ho riproposto il grafico giornaliero, oltre al consueto settimanale, per evidenziare la rottura verso il basso del cono che testimoniava una totale assenza di direzionalità da due mesi a questa parte, dopo la violenta discesa dal top assoluto di 2146, che in soli 7 gg ha portato a 1973.

Ritengo fondamentale osservare se romperà ( immagino di no ) il minimo ( 1973 GOLD CASH ) di dic 2023, che aveva un medio – basso valore ciclico.

Per me “rottura” significa chiudere 2 – 3 gg consecutivi sotto il livello, oppure romperlo di almeno il 2 % intraday; si tratta di regole di money management che ogni operatore dovrebbe darsi.

Pena restare immobile con perdite oltre l’accettabile.

Segnalo che nella settimana da lu 19.2 a ve 23.2 il livello di 1973, minimo di dicembre, è zona di possibile acquisto.

Attendo lu 26.2 per valutare il comportamento, perché la eventuale rottura di quel supporto, confermata 2 – 3 gg, potrebbe dare luogo ad una forte discesa, comunque difficile da seguire al ribasso.

SILVER MAGGIO 24

Il contratto marzo si avvicina alla consegna e quindi le prossime, eventuali, operazioni saranno da me eseguite sul maggio.

Ci sono novità.

La scadenza di cicli di media importanza nei mesi consecutivi di feb – mar 2024 stimola una maggiore attenzione, soprattutto a quante energie stiano spendendo i venditori per sfondare il supporto di 22 USD, che da mesi avevo indicato e colorato nei grafici come rilevante.

Il livello di 22 USD, più volte assaggiato, non cede, al momento, quindi cercherò di utilizzarlo per un acquisto a basso rischio.

Non dimentico che SILVER, dopo aver dato a questa Lettera un profitto veloce ( forse esagerato ) in lug- ago 2023, si è ripreso tutti il guadagno e oltre, alzando la volatilità, non voluta, delle performance della Lettera.

L’ultima settimana del mese ( lu 26.2 – ve 1.3 ) appare un ciclo di modesto rilievo; vedrò se e come sfruttarlo per un acquisto.

Non mi interessa andare al ribasso ora su questo Mercato.

DOW JONES INDU CASH

NUOVO MASSIMO ASSOLUTO DI POCHI MILLESIMI IN %, SEGUITO DA SETTIMANA OUTSIDE RIBASSISTA.

Tutto l’azionario mondiale registrerà in marzo, ormai imminente, il ciclo di 180 mesi dal minimo del 2009.

Si tratta statisticamente di un tempo da non anticipare, ma da osservare, per comprendere un eventuale cambio di trend.

NASDAQ 100 CASH

NAS 100 si è comportato come fece DOW JONES nella finestra temporale di due settimane dal 2.1 al 12.1, che avevo dichiarato idonea ad una inversione.

Invece di fare un top ( che avrebbe dato una vendita ) quel Mercato scese fino a rompere il minimo della settimana precedente, per poi salire in 2 gg con outside rialzista.

Mantengo quindi il livello prefissato di stop loss a 18200.

Se, diversamente, NAS 100 nonostante questa figura fortemente rialzista, rompesse il minimo di 17128 cash segnato merc 31.1, lo giudicherei un segnale di grave smentita della forza di questo Mercato.

Conseguentemente venderei altri due MICRO FUT in rottura del minimo settimanale di 17200.

Poco probabile, ma non impossibile.

Osservo che il minimo delle ultime due settimane è poco sopra 17500 del FUT MARZO.

Tutto ciò premesso, sin dal mattino del 19.2, la Lettera inserirà i seguenti ordini :

per i 3 MARZO MICRO NAS 100 da tempo venduti , mantengo lo stop loss a 18200

ed inoltre

vendo 2 MARZO MICRO NAS 100 a 17500 stop ( in rottura )

ed infine

vendo 2 MARZO MICRO NAS 100 a 17150 stop ( in rottura )

Nel caso questo Mercato scendesse sotto 17150, si tratterebbe di una posizione al ribasso di circa USD 240000 aperta su uno dei Mercati ( finora ) più forti che abbia mai visto e ( da sempre ) meno gestibili.

Quindi lo stop loss verrà ( solo ) abbassato molto rapidamente.

NOTA FINALE

Ricordo a tutti che nel 2009 NAS 100 partì da un doppio minimo ( 1019 e 1040 ) ed è salito a 18000, trascinato negli ultimi 5 – 6 anni da i MAGNIFICI SETTE, con minima rotazione all’interno di essi.

E’ stato espulso NETFLIX, sostituito da TESLA, circa un anno fa.

Ora si ipotizza che venga espulso il titolo TESLA, eventualmente sostituito da ELY LILLY, ma temo che quest’ultimo sia meno suggestivo per l’immaginazione collettiva.

Leonardo Bodini

 

 

 

 




LE BORSE ANTICIPANO LA RIPRESA ECONOMICA

È andato tutto fin troppo bene sino ad oggi. La recessione è stata evitata in America e in parte dell’Europa, ha limitato i danni altrove e per molti paesi emergenti c’è stata addirittura una bella crescita. Sinanco la Cina l’ha evitata, anzi: anche quest’anno promette di crescere del 5%, cioè poco meno del doppio degli U.S.A. Ma soprattutto, se la crescita economica globale nel 2024 sembra destinata quantomeno a pareggiare quella del 2023 (3,1% anno su anno), ci sono addirittura fondate speranze per un’accelerazione dello sviluppo economico nell’anno in corso! Insomma niente male.

 

Le borse ovviamente non corrono soltanto a motivo delle speranze di accelerazione della crescita economica globale (come vedremo qui sotto) ma queste ultime sembrano solidamente basate su importanti importanti presupposti che è utile citare in breve:

PERCHÉ L’ECONOMIA POTREBBE MIGLIORARE

Le grandi imprese nel mondo hanno concluso l’anno passato con ottimi profitti e le indicazioni per quelli previsti nel 2024 sembrano addirittura migliori

  • Poiché tuttavia molte piccole aziende hanno sofferto l’inflazione e il rincaro dei tassi d’interesse, i governi delle principali economie del mondo stanno studiando ulteriori importanti stimoli alla crescita economica
  • La liquidità globale sta tornando a crescere, principalmente grazie all’intervento silenzioso ma corposo delle principali banche centrali, che hanno alzato i tassi ma non hanno ridotto il loro supporto di liquidità al sistema bancario

  • Continua il processo di concentrazione dei principali settori economici, soprattutto quelli tecnologici, con la conseguenza della crescita dimensionale delle principali imprese globali e il progressivo miglioramento dei loro profitti, con i quali esse proseguono negli investimenti e nell’efficientamento
  • L’ondata di inflazione degli ultimi due anni ha sicuramente contribuito a dare uno scossone all’industria e al commercio, rilanciando il prodotto globale lordo e cambiando gli equilibri precedenti

  • L’avvento delle nuove tecnologie sta anch’esso cambiando parecchio i precedenti assetti industriali e commerciali, contribuendo allo sviluppo della produttività del lavoro e alla conseguente generazione di nuova ricchezza, con un innegabile effetto benefico sull’economia globale
  • La crescita progressiva della popolazione globale nonché dell’economia e del reddito disponibile dei paesi in via di sviluppo sta anch’essa generando, insieme alla crescita economica loro interna, un progressivo spiazzamento dei settori industriali soggetti alla loro concorrenza nei paesi più industrializzati, con una conseguente riallocazione dell’industria di questi ultimi su nuovi paradigmi o su livelli di miglior qualità. Anche in questo caso l’economia globale ne trae un indubbio beneficio.

Tutto bene dunque? Probabilmente si, ma come sempre la risposta non è mai semplice e univoca.

LE COSE POTREBBERO CAMBIARE NELLA SECONDA PARTE DEL 2024

Innanzitutto riguardo ai mercati finanziari: l’inaspettata crescita economica globale in un anno che sembrava destinato a sperimentare una nuova recessione può generare tensioni sui prezzi dell’energia, delle materie prime e dei beni rifugio. Alcuni economisti si avventurano addirittura (con qualche buona ragione peraltro) a prevedere una nuova ondata di inflazione nella seconda parte dell’anno.

La previsione non è inverosimile poiché ci sono tensioni al rialzo sul prezzo del petrolio, che sino ad oggi è stato contenuto anche grazie a numerosi interventi degli U.S.A. (l’amministrazione Biden ha tutto l’interesse a non trovarsi problemi in coincidenza con la campagna elettorale) e per il fatto che, dopo una prima compressione dei consumi collettivi a causa dell’erosione del potere d’acquisto dei salari determinata dall’inflazione, questi ultimi stanno ora gradualmente crescendo, recuperando almeno in parte il divario che si era creato.

 

I consumi di conseguenza possono tornare presto a crescere (negli U.S.A. è già successo) e questa potrà risultare un’ulteriore buona notizia per i profitti aziendali.

PREVISIONI PER IL PREZZO DEL PETROLIO
consumi di conseguenza possono tornare presto a crescere (negli U.S.A. è già successo) e questa potrà risultare un’ulteriore buona notizia per i profitti aziendali.

PERCHÉ LE BORSE POTREBBERO FERMARSI…

Il punto tuttavia è che le borse stanno già ampiamente anticipando quanto per il momento è ancora soltanto un’ipotesi da verificare, dal momento che per i listini azionari quel che conta è il gioco delle aspettative. Dunque non è così scontato che esse proseguano indisturbate nella loro corsa, giunta già adesso a nuovi record storici.

Molti fattori potrebbero congiurare per una correzione, dopo i rialzi recenti:

  • Innanzitutto le prese di profitto da parte di tutti coloro che si rendono conto del fatto che in poco tempo hanno accumulato ottimi guadagni e che potrebbero essere tentati di monetizzarli
  • Altrettanto importante è il fatto che è iniziata la stagione dei dividendi relativi ai profitti del 2023, allo stacco dei quali l’equipollenza delle valutazioni presuppone una discesa del prezzo del titolo che ha staccato i dividendi
  • C’è poi un fattore stagionale: i mesi tra Febbraio e Marzo sono storicamente mesi negativi per le borse, anche se il fenomeno è sempre stato legato a quello già citato dello stacco dei dividendi
  • C’è infine un effetto “tassi d’interesse” dal momento che meglio andrà l’economia e più lentamente le banche centrali saranno disponibili ad abbassare i tassi, rischiando di deludere le attese del mercato e generare così una sorta di ondata di sconforto.

…E PERCHÉ POTREBBERO CONTINUARE LA CORSA

Tutto questo, sebbene sia ragionevole pensarlo, non significa automaticamente che assisteremo a un sell-off, per diversi motivi:

  • Lo sviluppo dell’economia può continuare a sorprenderci positivamente, in particolare le economie dei paesi emergenti potrebbero aggiungere carburante

 

  • Il rialzo dei listini delle principali borse non è stato uniforme nel mondo (sebbene le borse americane contino per quasi l’80% del valore globale di capitalizzazione, pur riguardando un’economia che raggiunge il 18% circa del prodotto globale lordo) e non ha riguardato affatto tutti i comparti industriali: soltanto il 20-30% dei settori economici ha vissuto importanti rialzi e quasi soltanto nelle imprese di maggiori dimensioni. Dunque i rialzi dei listini azionari potrebbero gradualmente estendersi ad altri comparti e ad altre zone geografiche del mondo, assicurando nuova linfa all’ottimismo dilagante

  • La liquidità in circolazione potrebbe continuare a crescere a causa del fatto che le banche centrali si trovano costrette a sostenere le esigenze di rifinanziamento di moltissime banche regionali, fortemente esposte nei confronti del settore immobiliare, che resta compresso a causa degli elevati livelli dei tassi d’interesse. E se la liquidità continua a crescere è probabile che anche le borse ne risentiranno positivamente.

COSA SUGGERISCE LA CONGIUNTURA

Dunque non è facile prevedere cosa potrebbe succedere, sebbene qualche indicazione possa provenire da una più accurata osservazione della congiuntura finanziaria:

  • I tassi d’interesse alla fine dovrebbero alla fine comunque dirigersi verso il basso, per quanto lo potranno fare più lentamente di quanto scontino i contratti derivati sui mercati finanziari

  • La volatilità dei corsi azionari negli ultimi mesi ha toccato livelli storici minimi e può risultare ragionevole prevedere che questo non continuerà in eterno (dunque le borse in futuro potrebbero oscillare maggiormente)
  • I moltiplicatori di valore dei profitti attesi risultano in molti casi eccessivamente elevati, e potrebbero tendere nei prossimi mesi al riallineamento con il resto dei titoli sui mercati (che comunque vengono scambiati a livelli elevati in assoluto rispetto alle medie storiche)
  • I tassi d’interesse attuali vengono considerati elevati in funzione delle aspettative dei mercati che “prezzano” una forte discesa dell’inflazione sino ad almeno il tasso-obiettivo del 2% stabilito dalle principali banche centrali, ma se l’inflazione dovesse riprendere quota allora i tassi d’interesse “reali” (cioè quelli al netto dell’inflazione) potrebbero tendere al ribasso, generando un nuovo spostamento di gran parte dei capitali dai titoli a reddito fisso a quelli azionari, alimentando nuovi record delle quotazioni borsistiche.

IL BUON SENSO INNANZITUTTO

Come orientarsi dunque di fronte a tutte queste considerazioni e ipotesi? Con il buon senso, innanzitutto, ricordando che le borse non sono dei casinò e che dunque ogni volta che si decide di investirvi i propri risparmi occorre farlo puntando al medio-lungo termine. E con sano realismo, il quale ci avverte che dopo ogni picco verso l’alto le oscillazioni aumentano e qualcuno prende paura.

Dunque è lecito attendersi nel corso del mese qualche riallineamento verso il basso. E infine con ragionevolezza, puntando a tenere conto delle attese di redditività che ciascun titolo azionario quotato può esprimere, dal momento che i profitti del passato potrebbero differire parecchio da quelli del futuro.

Dunque è sempre sconsigliabile fare di ogni erba un fascio: le borse non salgono o scendono mai uniformemente. Occorre pertanto effettuare analisi strategiche accurate relative a ciascun business quotato e occorre inoltre un minimo di diversificazione tra settori differenti per evitare di rischiare troppo.

MA I RISCHI GEOPOLITICI RIMANGONO !

Ciò detto non si può non notare che, con i tassi d’interesse che restano alti e che dunque penalizzano i piccoli imprenditori indebitati e rendono ancor più ricche le banche e le grandi multinazionali ultra-liquide, la ricchezza globale continua a concentrarsi in poche mani, aumentando a dismisura i disequilibri e, indubbiamente, anche i rischi geopolitici e di tensioni sociali.


E non c’è dubbio che, qualora questi dovessero esplodere, anche la fiducia degli operatori in un mondo migliore verrebbe meno, riportando verso il basso ciò che era asceso troppo in alto.

Stefano di Tommaso